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Senate Bill 13

UBS, conto da 850 mila dollari in Texas, penalizzata per essere sulla blacklist ESG

UBS dovrà pagare 850.000 dollari a un distretto scolastico del Texas, il Normangee Independent School District, come risarcimento perchè non potrà sottoscrivere il prestito obbligazionario che aveva garantito, in quanto rientra nella lista delle società che il governo del Texas ritiene “ostili” all’industria petrolifera. Tale elenco include banche e società di investimento che hanno introdotto politiche penalizzanti per le aziende dell’Oil&Gas. La cifra riflette i costi che il distretto dovrà sostenere per rifare l’operazione.

Inoltre, il Normangee Independent School District ha dovuto rivendere anche delle obbligazioni, per un totale di 18 milioni di dollari, che erano già state sottoscritte da UBS Financial Services a settembre. Infatti, nonostante il colosso bancario avesse garantito a inizio agosto la propria idoneità nell’acquisto dei bond, l’inserimento, prima della chiusura della transazione, nella “black list” da parte del governo repubblicano del Texas avrebbe dovuto impedire le operazioni.

L’elenco delle società finanziarie che per il Texas boicottano le industrie dell’energia, Financial Companies that Boycott Energy Companies, è il risultato di una legge sponsorizzata dai repubblicani, la Senate Bill 13, approvata nel 2021 e rivolta alle aziende che hanno politiche ESG che lo Stato considera dannose per le industrie dei combustibili fossili.

In particolare, secondo lo statuto del Texas, con “boicottare un’azienda energetica” si intende rifiutarsi di trattare, interrompere le attività commerciali, o intraprendere qualsiasi altra azione – quale penalizzare, infliggere un danno economico o limitare le relazioni commerciali – con un’industria dell’energia, “senza uno scopo commerciale ordinario”. È quindi per esempio il caso in cui un istituzione finanziaria introduca una politica ESG che limita gli affari con un’azienda petrolifera impegnata nell’esplorazione, produzione, utilizzo, trasporto, vendita o produzione di energia da combustibili fossili o che non si impegna né promette di rispettare determinati standard ambientali.

La definizione può essere applicata anche se una società detiene investimenti diretti o indiretti in società energetiche basate su combustibili fossili. Un ente finanziario può quindi investire nell’industria petrolifera e del gas del Texas e comunque essere “boicottata” ai sensi della legge.

In base a tale norma, le aziende devono pertanto verificare che non si impegnino con banche e società di investimento che penalizzano società dell’Oil&Gas in quanto quest’ultime non sono idonee a ottenere grandi contratti con lo Stato né a fare affari con le istituzioni governative.

“UBS ha riconosciuto le difficili circostanze in cui si è trovato il Normangee ISD ed è lieta di sostenere il distretto scolastico dopo la riemissione dei bond”, ha dichiarato, secondo quanto riportato da Bloomberg, Erica Chase, portavoce di UBS, in una e-mail, “UBS non boicotta l’industria dell’energia, in quanto lavora attivamente con le aziende energetiche su base continuativa”.

Oggi, inoltre, il colosso bancario ha reso noto attraverso un filing inviato alla SEC che quantifica in 17 miliardi di dollari l’impatto negativo derivante dall’integrazione con Credit Suisse, acquisita su sollecitazione delle autorità svizzere per effetto delle difficoltà finanziarie della storica rivale e del rischio di un collasso dell’intero comparto bancario.