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Global Gas Report 2022

Snam, gas ruolo chiave per la decarbonizzazione

Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e realizzare le ambizioni net zero entro il 2050, le emissioni di gas serra dovranno raggiungere il picco entro il 2025. In questo limitato arco di tempo a disposizione, i decisori pubblici e l’industria sono chiamati a sviluppare strategie realistiche per abbattere le emissioni in tutti i settori dell’economia. Il gas naturale, insieme ai gas decarbonizzati e a quelli a basso o nullo contenuto di carbonio, svolgerà un ruolo fondamentale nel sostenere queste iniziative di decarbonizzazione. È quanto emerge dal Global Gas Report 2022, presentato dall’ International Gas Union (IGU), Snam e Rystad Energy (in qualità di “knowledge partner”) in occasione della 28esima Conferenza Mondiale del Gas dell’IGU in corso a Daegu, in Corea del Sud.

La nuova edizione del Global Gas Report ha analizzato gli ultimi due anni, che sono stati particolarmente turbolenti per l’industria globale del gas e più in generale per i mercati energetici.

A partire dal 2020 le emissioni hanno ripreso la loro tendenza al rialzo, in particolare nel settore della generazione elettrica, dove si sono verificate un’impennata della domanda post pandemia COVID-19 e una maggiore tendenza a passare dal gas al carbone per ragioni di convenienza di prezzo. Per esempio, tra febbraio 2020 e febbraio 2022, le emissioni medie trimestrali del settore energetico in Europa, Giappone e Stati Uniti, sono aumentate rispettivamente dell’11%, dell’8% e del 2%. Al contempo, le emissioni legate al carbone in queste tre regioni chiave sono aumentate rispettivamente del 20%, 12% e 28%.

Emissioni mensili del settore energetico EU e Giappone, milioni di tonnellate di CO2. Fonte: Global Gas Report, 2022
Emissioni mensili del settore energetico in USA, milioni di tonnellate di CO2. Fonte: Global Gas Report, 2022

Questa situazione è stata esacerbata dalla scarsità di offerta di energia a livello globale e dal conflitto russo ucraino che ha evidenziato il valore della diversificazione degli approvvigionamenti, soprattutto in UE, e ha posto in primo piano la questione della sicurezza energetica. Quest’ultima è stata inoltre messa a dura prova anche dalle condizioni climatiche estreme degli ultimi due anni come la siccità, la bassa velocità del vento, le ondate di calore, gli uragani, l’inverno prolungato che anno colpito diverse aree nel mondo.

Eventi estremi che hanno impattato il mercato dell’energia nel 2021. Fonte: Global Gas Report, 2022

L’analisi evidenzia che per soddisfare la domanda globale di energia e contribuire al rafforzamento della sicurezza energetica è necessario investire in ulteriori infrastrutture, che includono importazione e stoccaggio di gas. Il gas naturale si è infatti dimostrato un combustibile affidabile per la generazione elettrica, in grado di compensare la carenza di altre fonti.

I nuovi investimenti infrastrutturali, però, come sottolineato dal presidente dell’IGU Joe Kang presentando il rapporto, “devono essere a prova di futuro per garantire il proprio valore ambientale ed economico nel lungo termine.” E quindi, ha proseguito Kang, “l’innovazione tecnologica, per aumentare l’efficienza e minimizzare le emissioni lungo tutta la catena del valore, deve essere al centro di questi investimenti”.

Secondo quanto emerge dal report, il futuro dell’industria del gas sarà strettamente legato alla sostenibilità. In virtù del suo profilo a basse emissioni, il gas può infatti consentire una riduzione immediata delle emissioni. Progressivamente, l’industria del gas potrà abilitare lo sviluppo di tecnologie a basse o zero emissioni di carbonio, quali l’idrogeno, il biometano e la CCUS (carbon capture utilization and storage). Benché oggi l’idrogeno blu e quello verde rappresentino meno dell’1% della domanda di idrogeno e il biometano appena l’1% della produzione di gas a livello globale, l’interesse per queste soluzioni sta aumentando, con sempre più Paesi che si sono impegnati in termini di target e finanziamenti.

I particolare, il programma europeo RePowerEU presentato il 18 maggio scorso dalla commissione europea, prevede una domanda di 35 miliardi di metri cubi di biometano e 20 milioni di tonnellate (circa 70 miliardi di metri cubi equivalenti) di idrogeno pulito in Europa entro il 2030; queste due soluzioni, messe insieme, rappresentano circa il 25% dell’attuale mercato del gas naturale dell’UE.