Sogin, la società che si occupa di smantellare le vecchie centrali nucleari italiane e di metterne in sicurezza i rifiuti, ha inviato al ministero la nuova proposta di luoghi idonei a costruire un unico grande deposito di scorie radioattive. La società sta accelerando nell’avanzamento fisico del processo di smantellamento, e prevede di superare il 45% del processo entro il 2022. Il 2021, ha affermato Sogin, è stato chiuso con una previsione di avanzamento pari al 7,2%, “ben oltre l’obiettivo di budget fissato inizialmente al 6,6%”.
Dopo la fine del dibattito pubblico sul progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, Sogin ha predisposto la proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI) sulla base delle osservazioni pervenute nella consultazione pubblica avviata a gennaio 2021, e l’ha trasmessa al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE). La proposta è stata predisposta sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25.000 pagine costituite da atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie elaborati in un anno.
Dopo alcuni passaggi autorizzativi, che vedranno protagonista anche l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), il MiTE di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, approverà la CNAI, che sarà pubblicata. Entro 30 giorni dalla pubblicazione della Carta, Sogin avvierà le trattative bilaterali con le regioni e gli enti locali interessati per conseguire un’intesa sulle aree della CNAI in cui realizzare il deposito.
La CNAI è la sintesi di un documento che era già stato elaborato, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), una mappa di aree con caratteristiche tecniche precise, quali bassa densità abitativa, bassa sismicità e basso rischio idrogeologico, e che contiene un elenco di 67 possibili aree per la realizzazione del deposito, in regioni come Piemonte, Toscana, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna. Questa mappa è stata già discussa nei mesi scorsi, e i risultati di tali discussioni sono stati recepiti nella nuova proposta, sulla quale per ora non sono stati resi pubblici i dettagli.
Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska: nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati. Oggi i rifiuti radioattivi sono disseminati in vari luoghi in giro per l’Italia.