Definizione e significato di net zero | ESG News

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Net Zero: Cos’è e cosa significa

Il raggiungimento del net zero è un obiettivo di cui si discute sempre più, sia a livello aziendale, sia nazionale, sia globale. Con tale espressione si intende che le emissioni nette di gas serra (GHG) di un’azienda (in riferimento a tutta la catena del valore), di un settore industriale o di un Paese sono pari a zero, ossia che c’è equilibrio tra la quantità di GHG emessa e quella rimossa dall’atmosfera. Sebbene infatti, in un orizzonte di lungo periodo è necessario eliminare quanto più possibile le emissioni prodotte, tendendo all’annullamento assoluto, attualmente – pur volendo – per molte imprese e organizzazioni non è possibile tagliarle tutte in breve tempo.

Quindi il raggiungimento del net zero arriva a valle di un percorso di calcolo degli impatti emissivi, rivalutazione dei processi produttivi e delle attività attraverso un uso più efficiente delle risorse e prevede alla fine la compensazione permanente delle emissioni residue.

Significato di net zero

Net zero significa “zero emissioni nette di gas serra”. Non è quindi da confondere con la semplice riduzione delle emissioni, perché sottende l’eliminazione di tante emissioni quante se ne immettono (nel caso in cui se ne immettono), né è da intendere in riferimento solo alle emissioni di CO2, bensì a tutti i gas climalteranti.

E infatti, anche per questo, net zero e carbon neutrality sono due concetti diversi, sebbene spesso oggetto di confusione. In primo luogo, perché la carbon neutrality riguarda solo le emissioni di CO2 e inoltre perché, mentre il net zero guarda all’intera catena del valore, dai fornitori ai consumatori, la carbon neutrality può essere applicata a una specifica attività che riesce a compensare al 100% le sue emissioni di CO2 in un determinato periodo di tempo, per esempio un anno.

Qual è l’obiettivo del net zero?

Il raggiungimento del net zero al 2050 permetterebbe di rispettare gli obiettivi degli Accordi di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura terrestre entro i 2°C rispetto ai livelli preindustriali e cercare di limitare l’incremento a 1,5°C. È quindi una misura per combattere il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico i cui impatti sono sempre più gravosi.

Il net zero è inoltre un obiettivo cosiddetto “science based” ossia validato dalla scienza attraverso l’analisi e lo studio di differenti scenari climatici che valutano l’intensità degli impatti del climate change all’aumentare della temperatura e in funzione della quantità di gas serra presenti in atmosfera. Siccità, ondate di calore, eventi climatici estremi come alluvioni ed esondazioni, aumento della gravosità degli incensi, fusione dei ghiacciai artici e ritiro di quelli montani, perdità di biodiversità, innalzamento del livello dei mari e acidificazione degli oceani sono solo alcuni degli impatti che minano la sopravvivenza della specie umana così come l’abbiamo vista e immaginata sino ad oggi.

Per questo il raggiungimento del net zero è una strategia per limitare i danni e una misura necessaria per diminuire la produzione di gas serra proveniente dalle attività antropiche.

Come si può raggiungere il net zero

Il net zero si raggiunge attraverso l’azione combinata, da un lato, di riduzione delle emissioni al minimo e, dall’altro, di compensazione di quelle rimanenti.

In primo luogo, quindi, un’azienda dovrebbe partire dal monitoraggio della propria catena di fornitura, al fine di avere dati completi e affidabili, assicurandosi di averli raccolti in maniera coerente e comparabile. Poi, è necessaria l’analisi delle emissioni e dei flussi sia propri sia lungo tutta la supply chain per individuare le attività che emettono di più e trovare possibili soluzioni per diminuirle. Infine, bisogna stabilire obiettivi a breve, medio e lungo termine, allineati con gli accordi di Parigi e integrati nella strategia aziendale, nonché rendicontati e rivalutati anno per anno attraverso, per esempio, la stesura del bilancio di sostenibilità.

Per quanto riguarda la compensazione delle emissioni di gas serra residue, ossia di quelle che alla fine del processo di valutazione delle attività non si riescono ad eliminare, gli strumenti a disposizione prevedono la messa in atto o il supporto a soluzioni di “carbon removal”, ossia che permettano di sequestrare e di rimuovere a lungo termine la CO2 presente in atmosfera. Questo può avvenire attraverso, per esempio, l’acquisto di crediti di carbonio, che finanziano progetti di rimozione come, per esempio, la piantumazione di alberi o la riforestazione. Oppure può essere d’ausilio l’utilizzo di tecnologie ad hoc come la Carbon Capture and Storage (CCS), di cattura e stoccaggio di carbonio, oggetto di dibattito internazionale ma che, inserita dall’accordo della COP28 di Dubai tra le tecnologie  “a basse o zero emissioni”, è ad oggi oggetto di ricerca e investimento soprattutto per le imprese appartenenti ai settori cosiddetti “hard to habate”.