Decarbonizzare fa bene non solo all’ambiente, ma anche ai conti delle aziende. A rivelarlo è la quarta edizione della Carbon Emissions Survey di Boston Consulting Group (BCG) e CO2 AI, illustrata nel rapporto Boosting Your Bottom Line Through Decarbonization, secondo cui le aziende che attuano una strategia di decarbonizzazione concreta ed efficace (25%) registrano benefici economici pari al 7% del fatturato. Una cifra che nel campione analizzato risulta pari a 200 milioni di dollari annui.
E quanto più il piano d’azione è completo – in termini di misurazione, rendicontazione e definizione degli obiettivi, di calcolo delle emissioni per tutto il ciclo di vita del prodotto e di uso di strumenti di intelligenza artificiale – tanto più i vantaggi anche finanziari saranno cospicui. Ma nonostante questo – e sebbene la crisi climatica corra alla velocità della luce con il 2023 che è stato l’anno più caldo mai registrato – i progressi delle imprese sulla decarbonizzazione sono rallentati e le aziende hanno fatto progressi minimi sulle questioni climatiche nell’ultimo anno.
Nello studio BCG e CO2 AI hanno intervistato 1.864 dirigenti responsabili della misurazione, rendicontazione e riduzione delle emissioni delle loro aziende. I partecipanti rappresentano 16 settori principali in 26 paesi e sono collettivamente responsabili di circa il 45% delle emissioni globali di gas serra. Ogni azienda ha almeno 1.000 dipendenti e ricavi annuali compresi tra 100 milioni e oltre 20 miliardi di dollari.
L’analisi si basa dunque su questionari condotti nel 2021, 2022 e 2023 sui progressi delle imprese nella gestione e riduzione delle emissioni e sulle azioni intraprese per rallentare il cambiamento climatico.
“La survey di quest’anno evidenzia le ricompense che alcune aziende stanno ottenendo dalla decarbonizzazione, inclusi guadagni finanziari significativi, una migliore reputazione e una maggiore efficienza operativa”, ha dichiarato Hubertus Meinecke, responsabile globale di BCG per il clima e la sostenibilità e coautore dello studio.
“Poche aziende stanno cogliendo i vantaggi finanziari offerti dalla decarbonizzazione”, ha aggiunto Diana Dimitrova, partner e direttrice di BCG e anch’essa coautrice dello studio, “Padroneggiando azioni fondamentali come misurazione, rendicontazione e definizione di obiettivi queste aziende possono diventare più efficienti, più redditizie e dimostrare un impegno più forte per un futuro migliore”
Indice
I progressi climatici si fermano, ma alcuni Paesi danno l’esempio
Tra le quasi 2.000 aziende intervistate nel 2024, solo il 9% ha redatto un bilancio completo delle emissioni Scope 1, 2 e 3. Inoltre, solo il 16% ha fissato obiettivi per tutti e tre gli scope, e solo l’11% ha raggiunto riduzioni delle emissioni in linea con le proprie ambizioni. Queste cifre sono tutte inferiori rispetto a quelle riportate nel 2023.
Con un po’ di sorpresa rispetto a quello che comunemente si potrebbe pensare, le aziende in Brasile, India e Cina sono state quelle che si sono dimostrate più virtuose sia nel reporting sia nella definizione dei target e nella effettiva riduzione delle emissioni in linea con gli obiettivi prefissatosi.
Alcune aziende ottengono benefici finanziari sostanziali dalla decarbonizzazione
Nonostante il rallentamento generale, il 25% delle aziende intervistate da BCG e CO2 AI ha registrato benefici economico-finanziari annuali dalla decarbonizzazione pari a oltre il 7% dei loro ricavi, per un beneficio netto medio di 200 milioni di dollari all’anno.
Una delle principali fonti di questi benefici è stata la riduzione dei costi operativi, spesso grazie a iniziative focalizzate sull’efficienza, sulla riduzione degli sprechi, sull’ottimizzazione dei materiali o sull’uso di energie rinnovabili.
Generare valore migliorando le azioni climatiche
Le azioni di base di una strategia di decarbonizzazione come la misurazione degli impatti, la rendicontazione e la definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni sono i primi passi di un piano di azione climatica e dallo studio emerge che la loro ottimizzazione spesso porta a generare un valore significativo non solo per l’ambiente ma anche in termini operativi ed economici.
Per esempio, infatti, secondo l’analisi le aziende che misurano in modo completo tutti e tre gli Scope hanno una probabilità 1,6 volte maggiore di ottenere significativi benefici dalla decarbonizzazione, quelle che riportano completamente ciascun ambito hanno una probabilità 1,5 volte maggiore di ottenere benefici significativi, mentre le aziende che fissano obiettivi validati per ciascun ambito hanno una probabilità 1,9 volte maggiore di ottenere benefici significativi.
Oltre ai passi fondamentali, le imprese possono aumentare la riduzione delle emissioni e i potenziali guadagni attraverso azioni più complesse. Secondo l’indagine, queste azioni supportate dalla tecnologia migliorano l’accuratezza, l’impatto e il valore ottenuto.
L’uso di strumenti di intellingenza artificiale (AI) migliora gli sforzi di sostenibilità automatizzando compiti e consentendo ai team di concentrarsi su obiettivi strategici, per esempio. E questo si traduce in una probabilità 4,5 volte maggiore di vedere benefici concreti dalla decarbonizzazione.
“La finestra per le aziende per aumentare le ambizioni e prendere azioni decisive per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C si sta rapidamente chiudendo, ma l’intelligenza artificiale ha il potenziale per essere un fattore determinante, consentendo alle aziende di ridurre le emissioni e fare passi significativi verso la mitigazione del cambiamento climatico”, ha dichiarato Charlotte Degot, CEO e fondatrice di CO2 AI e coautrice del rapporto. “La nostra ricerca mostra la necessità che le aziende raddoppino l’uso responsabile dell’AI per assicurarsi di poter raggiungere i loro obiettivi climatici e di business.”
Ancora, la probabilità di guadagnare dagli investimenti in decarbonizzazione quadruplica per le aziende che calcolano le emissioni a livello di prodotto e triplica per quelle che adottano un piano di transizione climatica. Inoltre, l’adozione di una strategia di transizione aumenta (di 3,3 volte) anche la probabilità di ridurre le emissioni in conformità con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C.