Il mercato della “green economy” (“economia verde”), ovvero il modello economico che mira alla riduzione dell’impatto ambientale attraverso provvedimenti a favore dello sviluppo sostenibile, è cresciuto più velocemente del mercato più ampio, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) della capitalizzazione di mercato pari al 13,8% negli ultimi dieci anni, rispetto a un CAGR dell’8,3% per i mercati azionari globali. Questo dato indica che è un mercato che offre sempre più opportunità di investimento per i risparmiatori. A dirlo è un nuovo studio pubblicato dal London Stock Exchange Group (LSEG).
Capitalizzazione di mercato della green economy dal 2009 ai primi mesi del 2024
Nel quinto rapporto annuale Investing in the Green Economy (qui versione completa), LSEG ha utilizzato i suoi dati proprietari, analisi e soluzioni di indicizzazione per misurare l’esposizione delle aziende alla green economy, valutando più di 19.000 imprese a livello globale e analizzando dati sui ricavi green di 133 prodottie servizi basati sul sistema di classificazione dei ricavi FTSE Russell Green. Tale sistema di classificazione dei ricavi FTSE Russell Green (GRCS) identifica prodotti e servizi green che coprono 10 settori, 64 sottosettori e 133 microsettori. Quando nell’attività di un’azienda vengono individuati ricavi green, questi vengono mappati in uno o più microsettori e poi aggregati a livello aziendale. Il set di dati viene compilato utilizzando un processo di ricerca approfondito, che comprende lo screening semantico, l’identificazione dei segmenti di business e la suddivisione dei microsettori green.
Indice
Stato attuale della green economy
I dati di LSEG mostrano che la green economy, in termini di dimensioni, traiettoria di crescita e performance finanziaria, rappresenta una delle maggiori opportunità di investimento del 21° secolo. Infatti, se considerato come un settore a sé stante, la green economy ha sovraperformato tutti gli altri settori ad eccezione di quello tecnologico negli ultimi dieci anni, con una capitalizzazione di mercato pari a 7,2 trilioni di dollari nel 2023. Inoltre, la capitalizzazione di mercato della green economy è cresciuta ad un tasso di crescita annuo composto (CAGR) su 10 anni del 13,8% contro l’8,3% dei mercati azionari globali.
Valore della capitalizzazione di mercato e tasso di crescita a 10 anni. Green economy a confronto con i settori ICB

Secondo il rapporto, inoltre, anche i ricavi della green economy hanno sovraperformato, crescendo di un CAGR del 7,6% negli ultimi 10 anni, rispetto al 5,3% del mercato più ampio.
Infine, un’altra evidenza del report che descrive lo stato attuale della green economy è che la gestione e l’efficienza energetica sono stati il settore verde più diffuso e con le migliori prestazioni. Cresciuto a un CAGR del 17% negli ultimi cinque anni, ora rappresenta il 46% dell’economia verde in azioni quotate e il 30% dei proventi delle obbligazioni verdi.
La performance post-pandemia della green economy è rimasta volatile
Sebbene l’economia verde abbia sovraperformato nel lungo periodo, lo studio evidenzia anche la volatilità della sua performance dal 2020, guidata da una combinazione di fattori, tra cui interruzioni della catena di approvvigionamento, inflazione dei costi, tassi di interesse più elevati, frammentazione geopolitica e “protezionismo verde”. Dopo la rapida crescita del mercato nel 2020 e nel 2021, la capitalizzazione di mercato della green economy è scesa significativamente nel 2022. Tuttavia, il mercato si è ripreso e ha sovraperformato nel 2023, e ora rappresenta l’8,6% della capitalizzazione di mercato globale, leggermente al di sotto della quota record di capitalizzazione di mercato raggiunta nel 2021.
Come discusso già nel rapporto LSEG dello scorso anno, la green economy è diventata una considerazione critica nella geopolitica, poiché i politici cercano di affrontare il cambiamento climatico e altre sfide ambientali, insieme alla sicurezza energetica e allo sviluppo economico. Sussidi su larga scala e restrizioni commerciali continuano ad essere ampiamente utilizzati mentre i governi tentano di conquistare il proprio posto nelle industrie verdi strategicamente importanti. Ad esempio, sia gli Stati Uniti che l’UE hanno recentemente annunciato piani per tariffe significative (rispettivamente del 100% e del 17%–38%) sui veicoli elettrici importati dalla Cina.
Performance delle aziende green
Le aziende verdi hanno ottenuto ottimi risultati nel 2023, come dimostrato dall’indice FTSE Environmental Opportunities All Share (EOAS) – basato sui dati FTSE Russell Green Revenues – che è aumentato del 32% contro il 22% dell’indice di riferimento FTSE Global All Cap. Dalla sua istituzione nel 2008, l’EOAS ha sovraperformato il benchmark dell’82% fino alla fine di marzo 2024, con una sovraperformance particolarmente forte nel 2020 e nel 2021.
Performance di lungo periodo della green economy vs. mercato più ampio
L’efficienza energetica è di gran lunga il settore verde con le migliori prestazioni, spinto dal rapporto costo-efficacia di molte soluzioni di efficienza energetica e dalla presenza di aziende tecnologiche leader nel settore. Al contrario, l’energia rinnovabile e alternativa, l’area più nota dell’economia verso cui si concentrano molti prodotti di investimento tematici green, storicamente ha visto una performance ridotta e ha sofferto di sottoperformance nel 2023 nonostante sia stato un anno ricco di installazioni di energie rinnovabili.
Performance della green economy per settore
Dal punto di vista geografico, gli Stati Uniti sono il Paese con le migliori performance della green economy nel 2023, sebbene ciò sia strettamente legato alla forte performance del mercato azionario statunitense in generale e del settore tecnologico in questo periodo.
Flussi di fondi nella green economy
Nonostante una forte ripresa della performance della green economy nel 2023, gli investitori, in particolare quelli esposti al settore poco performante delle energie rinnovabili, hanno iniziato a ritirare fondi dagli ETF (exchange traded fund) e dai fondi comuni di investimento specializzati su questi temi.
Flussi di fondi cumulativi in energie alternative e ETF azionari tematici sull’acqua
L’economia verde nel reddito fisso
Mentre gli alti tassi di interesse e l’incertezza del mercato continuano a creare condizioni difficili per il reddito fisso, il mercato dei green bond è cresciuto fortemente nel 2023, con circa 540 miliardi di dollari emessi, sottolinea LSEG.
Nonostante abbiano registrato un calo del 5% nelle emissioni annuali rispetto al picco del 2021, le emissioni del 2023 hanno rappresentato un aumento del 7% rispetto al 2022 e sono più che raddoppiate rispetto ai livelli di emissione pre-pandemia. Gli emittenti societari hanno continuato a svolgere un ruolo importante, rappresentando il 64% delle nuove offerte di obbligazioni verdi nel 2023. Inoltre, l’importo dei green bond in circolazione a livello globale ha raggiunto i 2,5 trilioni di dollari alla fine del primo trimestre del 2024.
Emissioni di green bond annuali 2014-2024
Su base nazionale, la Germania è al primo posto con oltre 300 miliardi di dollari di green bond in circolazione, seguita dalla Cina continentale e dalla Francia rispettivamente con 270 miliardi e 245 miliardi di dollari.
Anche nel mercato del reddito fisso si osserva una preminenza del tema dell’efficienza energetica, che rappresenta il 30% dei proventi cumulativi dei green bond. L’emissione di green bond nel settore, viene sottolineato nel report, è tipicamente orientata al finanziamento del miglioramento dell’efficienza degli edifici commerciali, residenziali e pubblici, oltre a fornire supporto per l’aggiornamento delle apparecchiature nei settori industriali. La generazione di energia e le attrezzature energetiche costituiscono insieme la seconda categoria di utilizzo dei proventi dei green bond (16%), seguita da soluzioni di trasporto e attrezzature per i trasporti (13%).
Allocazione dei proventi dei green bond
Principali tendenze settoriali della green economy
Osservando la green economy rispetto alle categorie industriali tradizionali, il report rileva che quasi tutte le industrie generano ricavi verdi. In termini di importo generato si distinguono quattro settori la cui capitalizzazione di mercato ponderata in base ai ricavi verdi costituisce oltre il 70% della green economy:
- La tecnologia, che è diventata il settore più importante della green economy nel 2020, con entrate verdi generate, ad esempio, dal cloud computing (ad esempio Microsoft) e dai semiconduttori per la gestione dell’energia (ad esempio Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) che hanno raggiunto i 2,3 trilioni di dollari;
- I beni e i servizi industriali sono al secondo posto. Le entrate verdi in questo settore provengono dalle reti intelligenti, dalle ferrovie e dall’efficienza energetica industriale (ad esempio Siemens);
- I servizi di pubblica utilità, dopo aver avuto per molti anni dimensioni simili a quelle dei beni e servizi industriali, ora rappresentano l’11% della green economy;
- Il settore automobilistico e dei ricambi è cresciuto rapidamente, passando dal 4% di quota della green economy nel 2016 all’11% nel 2024 (con un picco del 15% nel 2021), Il settore è in gran parte trainato dalla produzione di veicoli elettrici e batterie (ad esempio Tesla).
Composizione della green economy per settori ICB
Osservando l’analisi di LSEG dell’esposizione verde, che indica la penetrazione delle imprese green in un dato settore, circa un terzo delle industrie ha un’esposizione verde superiore al 10%. Il settore automobili e ricambi ha la più alta esposizione verde (42%), riflettendo la rapida penetrazione dei veicoli elettrici in questo mercato. Segue il settore dei servizi di pubblica utilità (33%), sostenuto dalla maggiore adozione della produzione di energia rinnovabile, in particolare solare ed eolica. Edilizia e materiali è un altro settore con un’esposizione verde superiore al 20%, anche se con una dimensione assoluta inferiore, a supporto di attività come edifici ad alta efficienza energetica e infrastrutture ferroviarie.
Esposizione verde settoriale
Quanto è verde la green economy?
La green economy include prodotti e servizi con un’intensità di “greenness” (livello di sostenibilità) diversa. Per differenziare la “greenness” delle attività commerciali, il sistema di classificazione dei ricavi FTSE Russell Green (GRCS) fornisce tre livelli (“Tier”) di sostenibilità:
- Il livello 1, che copre prodotti e servizi verdi con vantaggi ambientali significativi e chiari. Ne sono un esempio la produzione di energia rinnovabile o di veicoli elettrici;
- Il livello 2, che include prodotti e servizi verdi con un valore più limitato ma benefici ambientali evidenti, ad esempio l’energia idroelettrica e il cloud computing;
- Il livello 3, che copre prodotti e servizi verdi che presentano alcuni benefici ambientali
ma sono nel complesso neutrali o addirittura negativi. Rientrano tra questi l’estrazione di litio e la biomassa da colture energetiche.
Basandosi su questo sistema di classificazione, LSEG riscontra che la stragrande maggioranza (95%) della green economy è costituita da attività di livello 1 e di livello 2, mentre le attività di livello 3 rappresentano solo il 5% in termini di capitalizzazione di mercato.
Composizione della green economy per livello di sostenibilità
Nel dettaglio, la produzione di veicoli elettrici è la più grande attività di livello 1, seguita dall’IT efficiente e dagli edifici verdi. Oltre la metà delle attività di livello 2 sono legate al cloud computing, mentre le ferrovie, gli operatori dell’edilizia sostenibile e la gestione dei rifiuti costituiscono un altro 20%. Infine, analogamente al 2023, la produzione di energia nucleare e l’estrazione del litio rappresentano quasi la metà delle attività di livello 3.