petrolio oleodotti | ESG News

Analisi GEM

Il risveglio dell’oro nero: in arrivo 24 mila km di oleodotti per il petrolio

Aumenta la rete globale di oleodotti per la trasmissione di petrolio. Sono infatti in fase di sviluppo 24.166 km di oleodotti si cui 10.351 km in fase di costruzione e i restanti 13.813 km in pre-costruzione. I nuovi impianti copriranno in totale una lunghezza pari a quasi il doppio del diametro della Terra. È quanto rivelano i nuovi dati del GEM (Global Energy Monitor) e che mostra un incremento da capogiro considerando che al 2021 i km di oleodotti operanti erano 2793.

Fonte: GEM

Una rete così capillare faciliterà le forniture di petrolio, rallentate dalle conseguenze della guerra in Ucraina, in un mondo che brucia per il cambiamento climatico e che cerca di spingere sulle energie rinnovabili. Secondo le stime di GEM, infatti, la costruzione di oleodotti è in netto contrasto con gli sforzi per limitare il riscaldamento globale a 2°C e rappresenta per questo un rischio di stranded asset fino a 75,4 miliardi di dollari per gli sviluppatori di progetti.

Gli Stati Uniti e l’India guidano l’espansione in termini di lunghezza. Negli Stati Uniti sono infatti in fase di sviluppo 2.829 km per un costo stimato di 7,9 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali è associata al Bacino Permiano, le cui riserve di petrolio e gas non sfruttate lo rendono una delle più grandi “bombe di carbonio” del mondo. A pari merito con gli Stati Uniti c’è l’India, con 2.824 km di nuovi oleodotti in fase di sviluppo, per un costo stimato di quattro miliardi di dollari. Segue la Cina, con 2.533 km in costruzione per un costo stimato di 4,2 miliardi di dollari.

Fonte: GEM

Anche la Russia, per rispondere alle sanzioni dell’UE, sta sviluppando 2.051 km di nuovi oleodotti per un costo stimato di 4 miliardi di dollari, con l’obiettivo di rimpiazzare le esportazioni perse con nuove esportazioni verso l’India e la Cina.

Drammaticamente dall’analisi GEM emerge che alcuni paesi UE stanno contribuendo agli investimenti russi. L’oleodotto di Vostok, lungo 1.600 km, annovera infatti tra i suoi proprietari l’olandese MME e la società commerciale svizzera Vitol, mentre tra gli azionisti dell’oleodotto del Caspio figurano le filiali delle statunitensi ExxonMobil e Shell, delle britanniche BP e BG Overseas Holdings e dell’italiana Eni.

A livello regionale, l’Africa subsahariana è in testa alla classifica mondiale dello sviluppo pianificato, con 1.950 km di oleodotti in costruzione e altri 4.540 km proposti.

I costi del risveglio del greggio

La scarsa divulgazione della capacità in barili al giorno (bpd) ostacola i tentativi di misurare l’impatto ambientale dei nuovi oleodotti. Per quelli per cui il GEM dispone di dati sulla capacità, il 66% del totale presente nel suo database, gli oleodotti in costruzione aggiungerebbero circa 8,3 milioni di barili al giorno (bpd) di capacità di trasmissione del greggio, mentre i progetti in fase di pre-costruzione aggiungerebbero altri 21,8 milioni di bpd. Insieme, queste capacità aggiuntive genererebbero 4,61 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

Fonte: GEM

Aziende leader nella costruzione di oleodotti

L’analisi presenta anche una lista delle aziende che sono i principali costruttori degli oleodotti. In cima alla classifica si trovano la China National Petroleum Corporation e l’Iraq Minisrty of Oil. In quarta posizione la francese TotalEnergies SE.

Fonte: GEM
Fonte: GEM