Earth Overshoot day 2023 | ESG news

Impronta ecologica

Il 2 agosto è l’Earth Overshoot day: sono finite le risorse della Terra per il 2023

Oggi è l’Earth Overshoot day 2023, il giorno del sovrasfruttamento della Terra, che viene calcolato annualmente dal Global Footprint Network, organizzazione internazionale per la sostenibilità. Indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che il pianeta è in grado di offrire nell’arco di un anno. Ciò significa che oggi, 2 agosto, l’umanità ha finito tutte le risorse che la natura avrebbe prodotto durante l’intero 2023 e inizia ad essere in debito. Questo perché l’uomo consuma in maniera eccessiva, andando oltre le capacità di rigenerazione (e riassorbimento) naturali del pianeta. 

A livello globale stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Pianeti all’anno, cifra che, in base alle tendenze attuali, dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030. Negli ultimi 5 anni, questa tendenza sembra essersi assestata, ma è difficile stabilire quanto questo sia dovuto al rallentamento dell’economia o a sforzi di decarbonizzazione. Tuttavia, la riduzione del nostro debito nei confronti del Pianeta è ancora troppo lenta. Per raggiungere l’obiettivo dell’IPCC delle Nazioni Unite di ridurre del 43% le emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2030 (rispetto al 2010), sarebbe necessario spostare in avanti l’Earth Overshoot day di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni. 

Secondo il WWF esistono molte soluzioni che possono essere adottate a livello di comunità o individualmente per avere un impatto significativo. Per esempio, usare energia proveniente per il 75% da fonti rinnovabili potrebbe spostare l’Overshhot day di 26 giorni e dimezzare lo spreco alimentare, facendo guadagnare 13 giorni. 

Peraltro, l’Italia è uno dei paesi con il più elevato debito ecologico. Qui l’Overshoot day è arrivato già il 15 maggio, in anticipo di 250 giorni sulla fine dell’anno. Secondo le analisi del Global Footprint Network, le attività quotidiane che impattano maggiormente sull’impronta degli italiani sono i consumi alimentari (25% dell’impronta totale) e il settore dei trasporti (18%). In pratica se tutti vivessero come gli italiani servirebbero 2,8 pianeti Terra per soddisfare i bisogni collettivi. 

“Se fino agli anni 60 l’umanità era più o meno in equilibrio, di anno in anno la data si è spostata salendo nel calendario, per arrivare oggi a inizio agosto. Ciò significa che l’umanità è in overshoot ecologico da oltre 50 anni e il debito che abbiamo accumulato ammonta a 19 anni di produzione del pianeta, ossia quello che gli ecosistemi della Terra possono rigenerare in 19 anni. Il peso di questo debito, che è destinato ad aumentare, comincia a ridurre le opzioni economiche. La perdita di biodiversità, la crescente imprevedibilità meteorologica e l’esaurimento delle acque sotterranee sono solo alcuni sintomi. Ma il superamento in sé non è inevitabile.” ha affermato Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia, “Vivere costantemente al di sopra delle possibilità fisiche del nostro Pianeta è una possibilità limitata nel tempo, rischiamo un disastro ecologico: i beni e i servizi che sono alla base delle nostre società ed economie sono tutti prodotti da ecosistemi funzionanti e sani. Abbiamo ormai molte soluzioni mirate per invertire il sovrasfruttamento delle risorse e sostenere la rigenerazione della biosfera nella quale viviamo. Le opportunità provengono da tutti i settori della società. Anche solo mettere mano ai sistemi alimentari potrebbe ridurre il nostro debito: se sostituissimo il 50% del consumo globale di carne con alimenti di origine vegetale, sposteremmo l’Overshoot day di 7 giorni (considerando la CO2 e l’uso di suolo); se mangiassimo carne proveniente da allevamenti biologici o estensivi guadagneremmo altri 5 giorni; se acquistassimo localmente l’80% del nostro cibo, sposteremmo la data di 2 giorni circa. È indispensabile agire ora e non perdere più tempo prezioso”.