Mentre cresce la domanda di strumenti che permettano di misurare gli impatti delle attività aziendali sulla biodiversità, l’ostacolo principale resta la difficoltà di reperire dati attendibili e a basso costo che forniscano informazioni in tempo reale sulla ricchezza di biodiversità di una certa area. Per questo, Cardano, insieme a Fidelity International e Nomura Asset Management, ha promosso la realizzazione di uno studio sulla bioacustica da parte di Green PRAXIS, fornitore di soluzioni basate sulla natura. Alla ricerca hanno collaborato i professori Hervé Glotin, a capo del team di ricerca DYNI del LIS dell’Università di Tolone, e Gianni Pavan, direttore del CIBRA dell’Università di Pavia.
Per lo studio, avviato a settembre 2022, sono state impiegate tecnologie bioacustiche volte a monitorare e misurare i livelli di biodiversità associati a diversi gradi di intensità di utilizzo del suolo. Le registrazioni sono state effettuate in tre tipi di aree: un’area forestale situata al di fuori del terreno (area di controllo), una foresta secondaria creata dagli sforzi di salvaguardia dell’area (area protetta) e vari terreni di piantagioni monoculturali ad olio di palma (aree di produzione).
Per poter distinguere i diversi elementi presenti nelle registrazioni, Green PRAXIS ha sviluppato una tecnica innovativa utilizzando le metodologie della bioacustica per produrre rappresentazioni visive (o spettrogrammi) dei suoni. Tali spettrogrammi consentono di “vedere i suoni”, fornendo informazioni sui diversi livelli di biodiversità.
I risultati dello studio promosso da Fidelity per misurare la biodiversità
I risultati dell’analisi sono chiari, con le aree protette e quelle di produzione che presentano panorami sonori notevolmente diversi. Sia le aree di controllo che quelle protette hanno prodotto un numero di eventi acustici più elevato, associato alla ricchezza di specie, mentre in quelle di produzione non è stata rilevata la stessa quantità di suoni. Nelle aree di produzione a dominare è l’attività degli insetti, e non è stata rilevata la presenza di mammiferi, con una sorprendente assenza di gibboni, vitali per la resilienza di questi ecosistemi. La loro mancanza è quindi un indicatore importante dello stato di degradazione delle aree agricole. Le aree protette e quelle di controllo, invece, sono risultate popolate da diverse specie di uccelli, rane e mammiferi, tra cui i gibboni.
Nel complesso tali risultati corroborano quelli di precedenti ricerche accademiche e sono già state avviate trattative con un altro produttore di olio di palma per effettuare registrazioni in varie aree protette, di produzione e di controllo. Il gruppo di investitori che ha promosso l’iniziativa punta a utilizzare i risultati di queste ricerche per esortare le aziende e i loro fornitori a integrare tali tecnologie nei propri processi di monitoraggio della biodiversità.
“I primi risultati sono incoraggianti. Green PRAXIS ha sviluppato una possibile metodologia per la misurazione della biodiversità tramite cui sono state rilevate differenze significative tra le aree protette e quelle di produzione”, ha ribadito Charlotte Apps, sustainable investing analyst presso fidelity international, “Si tratta di un’importante prova di come la bioacustica possa offrire strumenti a basso costo, non invasivi e scalabili tramite cui valutare in maniera rapida lo stato di salute degli ecosistemi, favorendo una migliore informativa da parte delle aziende, attività di engagement mirate e un’allocazione efficace dei capitali in futuro”.