Nel 2022 eolico e solare hanno prodotto il 12% di tutta l’energia elettrica generata al mondo. È una quota record, in aumento del 2% rispetto al 2021, e che auspicabilmente segna il passaggio a una produzione energetica a ridotte emissioni di CO2 e a una minore produzione di energia fossile. Nel complesso tutte le fonti di elettricità a zero emissioni, quindi rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, bioenergia, energia geotermica) e nucleare, hanno raggiunto il 39% dell’elettricità globale, anch’esso un record nuovo che evidenzia un percorso – seppur lento – di decarbonizzazione del settore elettrico. È quanto emerge dal quarto Global Electricity Review del think tank energetico Ember che presenta i dati sull’elettricità del 2022 in 78 Paesi, che rappresentano il 93% della domanda globale di elettricità e secondo cui il 2022 è stato l’anno “dell’elettricità più pulita di sempre” con l’intensità carbonica al minimo storico e pari a 436 gCO2/kWh.
Secondo quanto emerge dal report, l’energia solare è stata la fonte di energia elettrica in più rapida crescita per il diciottesimo anno consecutivo, con un aumento del 24% rispetto all’anno precedente e una produzione di elettricità sufficiente ad alimentare tutto il Sudafrica. La generazione eolica è aumentata del 17% nel 2022, tanto da alimentare quasi tutto il Regno Unito. Oltre sessanta Paesi generano oggi più del 10% della loro elettricità da energia eolica e solare. Nonostante questi progressi, il carbone rimane la principale singola fonte di elettricità a livello mondiale e ha prodotto il 36% dell’elettricità globale nel 2022, seguito dal fossile al 22%.
L’energia idroelettrica è rimasta la principale fonte di elettricità pulita con il 15% e il nucleare la seconda fonte con poco più del 9% . L’eolico e il solare insieme hanno raggiunto una quota del 12% dell’elettricità globale, con l’eolico al 7,6% e il solare al 4,5%. Le bioenergie hanno generato il 2,4% (672 TWh) dell’elettricità globale e le altre fonti rinnovabili lo 0,4%. Per raggiungere il net zero, si legge nel rapporto, è necessario che tutte le fonti energetiche rinnovabili crescano ai ritmi del solare e dell’eolico.
Nonostante la crisi energetica globale del gas e i timori di un ritorno al carbone, l’aumento dell’eolico e del solare ha limitato l’incremento della produzione di carbone che comunque, seppur in piccola percentuale (+1,1%), v’è stato. La produzione di energia elettrica da gas è invece diminuita di poco (-0,2%) trend per lo più legato agli elevati prezzi dell’anno scorso. Stando ai dati del report, nel 2022 sono stati costruiti 31 GW di nuove centrali a gas, il numero più basso degli ultimi 18 anni. Ma al contempo nei 12 mesi passati si è registrato il minor numero di chiusure di impianti a carbone degli ultimi sette anni, in quanto i Paesi cercano di mantenere una capacità di riserva. La “riduzione graduale dell’energia a carbone” concordata alla COP26 nel 2021 non pare quindi essere iniziata, sebbene la transizione sia in atto.
Nel complesso, nel 2022 le emissioni del settore elettrico hanno continuato ad aumentare (+1,3%) raggiungendo il massimo storico. Questo è dovuto al fatto che, nonostante la decarbonizzazione del settore, la popolazione mondiale ha usato più energia. La domanda di elettricità è infatti aumentata del 2,5% (+694 TWh) nel 2022, in linea con la crescita media del 2,6% nel decennio precedente (2010-2021). Gran parte dell’aumento dello scorso anno è stato guidato da Cina, Stati Uniti (21%) e India (18%) che hanno rappresentato il 93% della crescita della domanda globale. Al contrario, la domanda di energia elettrica è diminuita del 3% nell’Unione Europea.

La crescita della generazione eolica e solare ha però rallentato l’aumento delle emissioni del settore energetico, soddisfacendo l’80% dell’aumento della domanda globale di elettricità . Se tutta l’elettricità prodotta dall’eolico e dal solare fosse provenuta invece dalla generazione fossile, le emissioni del settore energetico sarebbero aumentate del 20% nel 2022. Secondo quanto riportato dal think tank, è probabile che la crescita dell’energia pulita superi la crescita della domanda di elettricità nel 2023 e potrebbe essere il primo anno in cui ciò accade al di fuori di una recessione. Con una crescita media della domanda di elettricità e dell’energia pulita, gli analisti di Ember prevedono che il 2023 possa vedere un piccolo calo della generazione fossile (-47 TWh, -0,3%), con cali maggiori negli anni successivi grazie all’ulteriore crescita dell’eolico e del solare. Questo significherebbe che nel 2022 è stato raggiunto il “picco” delle emissioni.
Attualmente le potenze mondiali che emettono più CO2 per la produzione di energia sono Cina, Stati Uniti e India seguite da UE, Giappone, Russia, Sud Kore, Arabia Saudita, Indonesia e Iran. Nel complesso queste dieci sono responsabili dell’80% delle emissioni del settore elettrico. Mentre quelle con il mix energetico a più alta intensità di emissioni di CO2, quindi che per la produzione di un kWh generano una quantità di emissioni maggiore, sono il Kosovo, il Sud Africa, Hong Kong, Porto Rico, Kazakistan, Polonia, India, Indonesia e Marocco.
Indice
Energia: Unione Europea
L’UE è dunque il quarto settore energetico al mondo per emissioni di CO2, responsabile di 775 milioni di tonnellate di CO2 nel 2022, pari al 6,2% delle emissioni totali del settore energetico mondiale.
Il continente europeo genera il 39% (1.102 TWh) della sua elettricità da combustibili fossili; il 16% da carbone (446 TWh), il 20% da gas (556 TWh) e il 3,6% da altri combustibili fossili (99 TWh). L’eolico e il solare rappresentano oggi il 22% (624 TWh) del mix elettrico, mentre il resto proviene dal nucleare (22%, 613 TWh), dall’idroelettrico (10%, 282 TWh) e dalla bioenergia (6%, 167 TWh).
La produzione di energia elettrica nell’UE ha un’intensità di emissioni di 277 gCO2/kWh, inferiore alla media mondiale di 436 gCO2/kWh. Tuttavia, la domanda annuale pro capite dell’UE, pari a 6,3 MWh, è superiore alla media mondiale di 3,6 MWh. Con 1,7 tonnellate di CO2, le emissioni pro capite del settore energetico dell’UE sono appena superiori alla media mondiale di 1,6 tonnellate.
“L’UE è una regione critica nella transizione globale verso l’energia pulita. Essendo il quarto maggior emettitore del settore energetico, gli sforzi per ridurre le emissioni attraverso lo sviluppo dell’energia eolica, solare e di altre fonti di elettricità pulita avranno un grande impatto sullo sforzo globale per raggiungere l’azzeramento delle emissioni entro il 2050” si legge nel report.
In Europa le emissioni sono aumentate nel 2022
Nel 2022, le emissioni del settore energetico dell’UE sono aumentate del 2,8% (+21 MtCO2) rispetto al 2021. Questo dato è superiore all’aumento dell’1,3% delle emissioni del settore energetico globale ed è dovuto a un calo storico dell’energia nucleare e idroelettrica, che è stata in parte sostituita da carbone e gas, con un aumento dell’intensità delle emissioni da 262 a 277 gCO2/kWh.
Dal 2010, la domanda dell’UE è diminuita in media dello 0,5% all’anno e nel 2022 è scesa del 3% (-85 TWh), mentre è aumentata del 2,5% a livello globale. Ciò è dovuto al clima più mite e alle misure adottate per ridurre la domanda, in parte per far fronte all’aumento dei prezzi.
Nel dettaglio, l’energia idroelettrica è scesa del 19% (-66 TWh) a causa del caldo e della siccità. Allo stesso tempo, la produzione nucleare è diminuita del 16% (-119 TWh), con la manutenzione e le interruzioni del nucleare francese che hanno causato le maggiori riduzioni, insieme alla chiusura di impianti in Germania. L’eolico e il solare sono aumentati rispettivamente dell’8,8% (+34 TWh) e del 24% (+40 TWh), con una produzione record in diversi Paesi dell’UE. Insieme, queste due fonti rinnovabili hanno coperto il 40% (74 TWh) dei 185 TWh mancanti nella produzione idroelettrica e nucleare. La produzione di carbone è invece aumentata del 6,4% (+27 TWh), coprendo il 15% del deficit idroelettrico e nucleare. Il resto è stato compensato dal calo della domanda di elettricità. La quota del carbone nel mix elettrico è aumentata di 1,4 punti percentuali, raggiungendo il 16%, ma è rimasta ai livelli pre-pandemici. Anche la produzione di gas è aumentata dello 0,8% (+4,6 TWh) e la sua quota è salita al 19,9% (+0,8 punti percentuali).
Le tendenze di lungo periodo in UE
La domanda dell’UE è cresciuta di poco più del 6% negli ultimi due decenni, passando da 2.628 TWh nel 2000 a 2.794 TWh nel 2022. Allo stesso tempo, l’intensità delle emissioni della regione nel 2022 (277 g CO2 per KWh) è significativamente inferiore a quella del 2000 (383 g CO2 per KWh). Ciò è dovuto all’accelerazione della diffusione dell’energia eolica e solare a partire dal 2010, nonostante il calo della produzione nucleare dal 2000. Nello stesso periodo le emissioni sono diminuite del 23% (-230 milioni di tonnellate di CO2).
Dall’Accordo di Parigi del 2015, le emissioni dell’UE sono diminuite del 16% (-147 MtCO2). I cali del nucleare e del carbone sono stati sostituiti principalmente dal gas, che è aumentato del 40% (+160 TWh), ma il futuro è incerto a causa del conflitto in Ucraina. Un aumento della produzione eolica e solare di oltre il 71% (260 TWh) dal 2015 al 2022 ha impedito un aumento maggiore della produzione fossile.
La transizione dell’UE verso l’eolico e il solare sta avvenendo più rapidamente della media mondiale e queste due fonti rinnovabili rappresentano oggi il 22% della produzione di elettricità, rispetto al 13% del 2015. A livello globale, nello stesso periodo la quota di eolico e solare è passata dal 4,6% al 12,1%.