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Il Consiglio UE porta al 40% la quota di rinnovabili nel mix energetico

Rinnovabili e consumi energetici al centro del dibattito interno a Palazzo Europa. Il Consiglio dell’Unione Europea ha annunciato le sue posizioni negoziali sulle proposte legislative in materia energetica. Nello specifico, i Paesi membri si sono impegnati a portare al 40% i consumi di energia rinnovabile (nel mix complessivo energetico) entro il 2030, alzando l’asticella finora fissata al 32%. Allo stesso tempo, dovranno essere adottate politiche tese a ridurre i consumi energetici.

Gli obiettivi per l’aumento dell’energia rinnovabile

Di fronte all’accordo che stabilisce la soglia del 40% di energia rinnovabile, gli Stati membri dovranno aumentare i contributi nazionali stabiliti nei loro piani nazionali integrati per l’energia e il clima. Gli aggiornamenti per il 2023 e il 2024, dovranno tenere in considerazione anche una serie di sotto-obiettivi.

Le misure settoriali interessano un ampio spettro di ambiti fra cui quello dei trasporti. In questo caso, sono stati fissati due target vincolanti: la riduzione del 13% dell’intensità dei gas a effetto serra e l’aumento del 29% di energia rinnovabile (nel settore) entro il 2030. Un sotto-obiettivo ha toccato anche l’utilizzo di biocarburanti avanzati nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti. Questo sarà pari allo 0,2% nel 2022, all’1% nel 2025 e al 4,4% nel 2030, integrando l’aggiunta di una doppia contabilizzazione per questi combustibili. Per quanto riguarda i combustibili rinnovabili di origine non biologica, il Consiglio ha concordato un sotto-obiettivo pari   al 2,6% (5,2% con moltiplicatore).

Misure simili vanno a toccare l’ambito del riscaldamento e del raffreddamento delle strutture. Qui, le rinnovabili dovranno essere aumentare dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. L’obiettivo indicativo prevede una crescita media annua dell’1,1% per l’industria. Inoltre, entro il 2030, il 35% dell’idrogeno utilizzato negli stabilimenti produttivi dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica. Questa soglia viene spostata al 50% entro il 2035. La quota di energia rinnovabile negli edifici dovrà essere almeno del 49% nel 2030.

Nel documento approvato dal Consiglio sono stati definiti anche i criteri di sostenibilità per la produzione di biomassa, le misure volte a limitare la frode in materia di durabilità dei biocarburanti, le procedure di autorizzazione accelerate per i progetti in materia di energie rinnovabili in linea con le priorità del piano RepowerEU. L’obiettivo finale rimane quello di accelerare la diffusione delle rinnovabili nel contesto del piano di indipendenza dai combustibili fossili individuato dall’Unione europea.

Gli obiettivi per la riduzione dei consumi energetici

Il Consiglio si è espresso e ha fissato i risultati attesi anche in materia di efficienza energetica. I Paesi membri hanno indicato una riduzione del 36% sul consumo finale di energia a livello comunitario (obiettivo vincolante) e del 39% per il consumo di energia primaria entro il 2030. Per energia finale s’intende quella consumata dagli utilizzatori finali; mentre l’energia primaria comprende anche ciò che viene utilizzato per la produzione e le forniture di energia. Gli stati membri potranno conseguire tali obiettivi generali adottando strategie diverse fra loro che dovranno essere integrate negli aggiornamenti dei piani nazionali per l’energia nel 2023 e nel 2024. Possibile uno scostamento del 2,5%.

Il Consiglio ha concordato un graduale aumento dell’obiettivo di risparmio energetico per il consumo di energia finale. Gli Stati membri si sono impegnati a garantire una riduzione del consumo annuo finale di energia. Questa dovrebbe essere pari all’1,1% partire da gennaio 2024; all’1,3% a da gennaio 2026; e all’1,5% da gennaio 2028 alla fine di dicembre 2030. Per il settore pubblico, Il risparmio annuale sul consumo energetico dovrebbe essere pari all’1,7%. Gli Stati membri sarebbero, inoltre, tenuti a ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà degli enti pubblici.

Infine, una disposizione del documento tocca in modo diretto i centri dati che sarebbero tenuti a pubblicare informazioni sul loro consumo energetico ogni anno a partire dal 2024. Queste informazioni dovrebbero essere raccolte in una banca dati europea istituita specificatamente per il settore.