È il mondo alla rovescia. Se fino a poco tempo fa le società mantenevano un atteggiamento difensivo per paura che gli investitori attivisti climatici in assemblea si opponessero alle strategie aziendali, adesso passano al contrattacco. È il caso per esempio di ExxonMobil, che a fine gennaio ha intrapreso un’azione legale, presso un tribunale distrettuale degli Stati Uniti in Texas, contro un gruppo di azionisti attivisti climatici.
Nel mirino della major petrolifera statunitense la richiesta degli attivisti di esprimere un voto sulla strategia climatica della società durante l’assemblea annuale degli azionisti che si è svolta a maggio 2023. Il 2 febbraio, in risposta all’azione di ExxonMobil, il gruppo di investitori ambientalisti che fa capo all’ONG Follow This ha ritirato la proposta di risoluzione che chiedeva che gli azionisti di ExxonMobil votassero a favore di nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni della società.
Mark van Baal, fondatore di Follow This, ha definito la scelta di ExxonMobil una violazione della “libertà di voto” degli azionisti. La major petrolifera, al canto suo, ha sostenuto che la proposta Follow This violava le regole sulle petizioni degli investitori della SEC, progettate per impedire agli azionisti di manipolare le decisioni delle imprese attraverso proposte.
Nel 2023, Exxon ha registrato uno dei suoi maggiori profitti annuali dell’ultimo decennio pari a 36 miliardi di dollari, il secondo profitto più alto solo dopo i 55,7 miliardi di dollari dell’anno precedente. Il crollo del 35% dei profitti è stato dovuto al calo dei prezzi di mercato del petrolio e del gas, che hanno raggiunto il picco nel 2022 in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Lo scorso anno il prezzo globale del petrolio è stato in media di circa 81 dollari al barile rispetto ai 100 dollari al barile dell’anno precedente.
Exxon è stata criticata per aver prodotto più petrolio e gas, nonostante gli avvertimenti degli esperti sull’urgente necessità di affrontare la crisi climatica. Si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni delle proprie attività a zero entro il 2050. Ma a differenza di altre compagnie petrolifere occidentali, si è fermata prima di fissare obiettivi di riduzione per le emissioni create dalla combustione di petrolio e gas, note come emissioni di ambito 3. Per tali motivi, Follow This ha ripetutamente tentato di utilizzare la sua piccola partecipazione come leva per costringere Exxon ad ampliare gli impegni per ridurre le emissioni di gas serra.
Dopo il ritiro della risoluzione degli investitori ambientalisti, ExxonMobil ha dichiarato in uno scambio via email che l’azione legale perde di significatività giuridica, ma che è comunque fondamentale che la Corte suprema statunitense risolva alcune questioni importanti, sottolineando di non aver di fatto ritirato l’azione legale.
A difesa degli ambientalisti si è schierato il più grande fondo sovrano del mondo, quello norvegese, che ha criticato aspramente la decisione di ExxonMobil di citare in giudizio gli azionisti che avevano presentato una proposta sul clima alla major petrolifera statunitense, portando avanti il contenzioso anche dopo che avevano abbandonato la risoluzione.
Si tratta di un sostegno, anche se per il momento supportato solo da parole, importante dato che la decisione della grande compagnia petrolifera di persistere con quella che probabilmente sarà una causa legale costosa ha suscitato preoccupazione nella comunità degli investitori, scoraggiandoli a presentare petizioni simili in futuro.