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Rapporto CLEANaction

Accordo di Parigi sul clima: perché puntare su eolico e solare

Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come auspicato dall’Accordo di Parigi sul clima, ed evitare quindi i gravi rischi del cambiamento climatico, l’energia rinnovabile dovrà rappresentare oltre il 90% della produzione di elettricità entro il 2050. Lo aveva già dichiarato Agenzia Internazionale dell’Energia nel 2021 e lo ha ribadito due anni dopo il report Nature – safe Energy: linking energy and nature to tackle the climate and Biodiversity crisis (Energia sicura per la natura: Collegare energia e natura per affrontare la crisi del clima e della biodiversità), rapporto sulle diverse forme di energia e il loro impatto su clima e natura pubblicato dalla Coalition Linking Energy And Nature for action (CLEANaction). Il report evidenzia come solo una transizione verso l’energia rinnovabile può offrire l’opportunità di ristabilire il delicato equilibrio tra produzione energetica e natura e ribadisce che ogni fonte rinnovabile rappresenta una soluzione migliore rispetto ai combustibili fossili. In particolare, lo studio analizza tutte le possibili fonti rinnovabili (solare, eolico inshore e offshore, idroelettrico, energia geotermica, nucleare, bioenergia) e rileva che è una transizione incentrata su eolico e fotovoltaico solare quella che può comportare la più significativa riduzione degli impatti ambientali rispetto ad altri tipi di energia rinnovabile. Nella speranza, che pare sfumare sempre più, di poter restare sotto quel limite auspicato di riscaldamento globale entro gli 1,5°C, CLEANaction evidenzia ancora una volta, l’importanza di mantenere gli occhi aperti sulle ripercussioni ambientali, e soprattutto naturali, delle scelte che compiamo anche in ambito di energia rinnovabile.

Prospettive di transizione energetica

Secondo le proiezioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali ed evitare i gravi rischi del cambiamento climatico, l’energia rinnovabile dovrà rappresentare oltre il 90% della produzione di elettricità entro il 2050. In questo modo si ridurrebbero i danni alla biodiversità di circa il 70%, salvando fino a 700.000 specie dalla potenziale estinzione. Inoltre, l’adozione del giusto mix di tecnologie a basse emissioni comporterebbe molteplici benefici per la salute dell’uomo.

Una transizione rapida e sostenibile verso un’energia a basso impatto, combinata con un’ampia elettrificazione, sarà dunque fondamentale per mantenere un pianeta vivibile. Secondo le analisi di CLEANaction, per esempio, sostituire l’utilizzo domestico del gas per la cottura o per il riscaldamento con elettricità generata da fonti rinnovabili è un passaggio indispensabile per raggiungere gli obiettivi climatici europei.

Le proiezioni AIE sulla capacità di produzione rinnovabile ipotizzano che i sistemi energetici saranno dominati dal solare fotovoltaico e dall’eolico, che insieme forniranno il 70% della produzione di elettricità entro il 2050, mentre altre forme tra cui l’energia idroelettrica (12%) e la bioenergia (5%), rappresenteranno quote minori.

L’impatto delle energie rinnovabili

Come noto, l’efficienza energetica e la diffusione delle energie rinnovabili sono elementi fondamentali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.Tuttavia, CLEANaction sottolinea che l’aumento della diffusione delle energie rinnovabili deve tener conto dell’impatto sul clima e sulla biodiversità. Gli impatti potenzialmente negativi devono essere gestiti per garantire che la priorità sia assegnata alle tecnologie (non solo di produzione ma anche di stoccaggio) che causano il minor danno, tenendo conto di tutta la catena di approvvigionamento, compreso il reperimento di metalli e minerali.

Le soluzioni energetiche che permettono di tutelare sia clima che biodiversità esistono, e devono essere preferite per assicurare una giusta transizione. Riconoscendo che tutte le fonti energetiche, comprese le rinnovabili, hanno e avranno un impatto sulla natura, il rapporto di CLEANaction analizza in modo comparativo gli impatti di ciascuna fonte energetica e il potenziale di mitigazione.

Tra tutte, dal report emerge che, al netto delle specificità di ogni singola situazione, sono l’eolico e il solare fotovoltaico (PV) le fonti che forniscono soluzioni energetiche pulite e convenienti con un impatto minimo sulla natura – in termini, per esempio, di inquinamento, di cambiamento di uso del suolo, di sovrasfruttamento delle risorse – e un più alto potenziale di mitigazione.

Fonte: CLEANaction

È necessario cambiare il sistema economico e normativo

Per invertire la perdita e il degrado della natura sono necessari, evidenzia ancora una volta il report, cambiamenti significativi dei sistemi economici e normativi e serve l’impegno dei settori pubblico e privato a riconoscere il costo dei loro impatti ambientali, climatici e sociali. Allo stesso modo sono necessari cambiamenti sistemici nelle modalità di finanziamento del settore energetico, che affrontino le strutture di mercato e le distorsioni che favoriscono le fonti non rinnovabili rispetto alle energie pulite, compresa la rapida eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili.

CLEANaction

CLEANaction riunisce ONG, aziende leader, enti governativi e istituzioni finanziarie per affrontare la transizione globale verso un sistema di energia rinnovabile a basso impatto. Tra i membri figurano il WWF, socio fondatore, BirdLife International, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), il network di Amministrazioni locali per la sostenibilità (ICLEI), The Nature Conservancy, non-profit per la conservazione, l’Alleanza per l’elettrificazione rurale, la piattaforma di ricerca Nordic Energy Research, l’Alleanza panafricana per la giustizia climatica (PACJA), Orsted, Spoor e Iberdrola.