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COP28, i 5 risultati raggiunti

La COP28 di Dubai si è conclusa con un accordo che prevede l’impegno a “abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo”. Sebbene possa sembrare una dichiarazione scontata, si tratta comunque di un fatto storico. A mio parere, per importanza questo accordo ha un valore pari a quello di Parigi 2015,
quando le nazioni del mondo si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra per contenere l’aumento della temperatura globale entro 2 C, e al 1995, quando l’IPCC ha riconosciuto per la prima volta un impatto percepibile dell’attività umana sul clima.

Credo quindi che da ora in avanti sia lecito aspettarsi un forte attivismo ambientale contro qualsiasi nuova iniziativa a favore dei combustibili fossili. John Kerry, ad esempio, dovrà affrontare diversi ostacoli quando tornerà negli Stati Uniti e cercherà di gestire l’attuale espansione dell’industria del GNL americano, che da sola dovrebbe portare a più emissioni di carbonio di Regno Unito e Germania messi insieme.

Riteniamo che 5 risultati positivi siano stati raggiunti alla COP28, nonostante le opinioni contrastanti sui media:

  • Impegno alla transizione dai combustibili fossili: l’accordo COP28 ha messo nero su bianco la transizione dai combustibili fossili per raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050, in linea con le raccomandazioni scientifiche per limitare il riscaldamento globale;
  • Grande impulso alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica: i Paesi si impegneranno per triplicare la capacità di energia rinnovabile globale entro il 2030 e raddoppiare l’efficienza energetica, con una spinta significativa verso le fonti di energia pulita;
  • Novità nella finanza climatica: Il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato un fondo di 30 miliardi di dollari per le soluzioni climatiche globali, con l’obiettivo di attrarre investimenti per 250 miliardi di dollari entro il 2030. Inoltre, sono stati promessi 700 milioni di dollari per assistere i Paesi a basso reddito in caso di perdite e danni legati al cambiamento climatico;
  • Progressi nell’agricoltura e nei sistemi alimentari sostenibili: oltre 130 Paesi hanno firmato una dichiarazione per incorporare le emissioni agricole nei loro piani climatici nazionali. È stata formata inoltre una coalizione per promuovere l’agricoltura rigenerativa su 160 milioni di ettari;
  • Impegno per la riduzione del metano: Cinquanta compagnie petrolifere e del gas si sono impegnate a raggiungere emissioni di metano prossime allo zero entro il 2030, con piani da presentare entro il 2025. È stato annunciato anche un fondo per progetti di riduzione del metano nei mercati emergenti.

Altre iniziative significative riguardano gli impegni assunti per alimentare le risorse del “Fondo verde per il clima” con 3,5 miliardi di dollari, l’annuncio della Banca Mondiale di un aumento di 9 miliardi di dollari all’anno per il finanziamento di progetti legati al clima per il 2024 e il 2025, e il fatto che 66 Paesi hanno sottoscritto l’impegno di ridurre l’impatto climatico del settore del raffreddamento, diminuendo le emissioni del 68% dai livelli attuali.

Riteniamo che nel complesso la COP28 segni un momento storico nella nostra lotta globale contro il cambiamento climatico. L’impegno ad abbandonare i combustibili fossili entro il 2050 riflette un fronte globale unito che riconosce l’urgente necessità di agire. Questo, insieme alla spinta significativa verso le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, segnala uno spostamento deciso verso pratiche sostenibili. Le iniziative finanziarie introdotte, come il fondo da 30
miliardi di dollari degli Emirati Arabi Uniti per le soluzioni climatiche e il sostegno ai Paesi a basso reddito, sottolineano
l’importanza di un progresso inclusivo ed equo. Questa conferenza potrebbe essere ricordata come uno dei momenti cruciali dell’attivismo ambientale.