Rischi climatici

Bloomberg: COP27 occasione per gestire i rischi climatici fisici dell’Africa

Con l’inizio della COP27, gli occhi del mondo sono puntati sulle decisioni e sulle soluzioni adottate da politici, leader aziendali, società civile e altre parti interessate di tutto il mondo. Il cambiamento climatico, al centro della ventisettesima COP, sta avendo ripercussioni in tutto il globo, ma in alcune aree gli impatti sono più violenti, ad esempio in Africa. Per capire meglio le sfide del cambiamento climatico nel continente africano, epicentro del rischio climatico, Edo Schets, Responsabile delle soluzioni di finanza climatica di Bloomberg ha discusso con Ron Dembo, Ceo e fondatore di Riskthinking.AI.

Uno degli obiettivi principali della COP di quest’anno è il raggiungimento di un’agenda globale rafforzata per l’azione sull’adattamento. È sempre più riconosciuto che alcuni rischi climatici fisici si materializzeranno anche se il riscaldamento globale sarà contenuto al di sotto dei 2 gradi e che i finanziamenti devono affluire alle economie emergenti per sostenere l’adattamento al clima. Quindi, anche gli investitori, e non solo i politici, dovrebbero preoccuparsi dei rischi climatici fisici.

Perché è importante che i mercati globali comprendano i rischi fisici

Il costo del rischio climatico fisico per la società sarà molto significativo ed è destinato a crescere nel tempo mentre si cerca di trovare soluzioni per mitigarlo. Il problema immediato, secondo gli esperti di Bloomberg e di Riskthinking.AI, è che c’è un’errata valutazione degli strumenti finanziari, poiché il rischio climatico fisico non è adeguatamente considerato. Eppure, queste informazioni sono fondamentali quando il rischio finanziario climatico entra in gioco.

Per contribuire a colmare queste lacune di dati, le autorità di regolamentazione di tutto il mondo stanno richiedendo sempre più spesso informazioni obbligatorie sul rischio fisico. Per esempio, le regole dell’Autorità bancaria europea (EBA) sulle informazioni del Terzo Pilastro chiedono alle banche europee di riferire quanta parte del loro portafoglio è esposta a rischi fisici cronici e acuti. Quindi, come sottolineano Schets e Dembo, il rischio fisico dovrebbe essere sempre più riflesso nella rendicontazione.

I rischi fisici che l’Africa deve affrontare 

L’Africa è l’epicentro del rischio climatico”, sostengono i due analisti. La combinazione di caldo, siccità, inondazioni e così via, insieme alla mancanza di risorse per mitigare il rischio climatico, mette questo continente, con un’altissima percentuale di agricoltura di sussistenza, in grave difficoltà sociale. La potenziale migrazione di massa in uscita dall’Africa potrebbe a sua volta raggiungere l’Europa e altri Paesi. 

Il cambiamento climatico avrà anche un forte impatto sulla produzione di energia e su altri settori chiave. Le analisi di Bloomberg e Riskthinking.AI permettono di vedere immediatamente, ad esempio, quali sono gli impianti di produzione di energia elettrica più a rischio in Africa. I punteggi di rischio climatico sono basati sulla localizzazione e tengono conto dei rischi fisici sia cronici che acuti. In questo modo si possono individuare i punti in cui si presenteranno i maggiori rischi climatici, come illustrato nella figura di seguito.

Mappa degli impianti di produzione di energia elettrica in Africa e punteggi di rischio climatico nel 2050

Fonte: Riskthinking.ai. I punteggi sono stati calcolati sulla base delle proiezioni climatiche per gli anni 2040-2060. 

L’impatto di questi rischi sui mercati globali

Oltre a creare notevoli rischi umanitari, i rischi climatici fisici possono incidere sui ricavi delle imprese, sui redditi delle famiglie, sulla spesa pubblica e sulla capacità di un governo di raccogliere entrate fiscali.Tutto ciò, evidenziano Schets e Dembo, si ripercuoterà sugli strumenti finanziari esposti alle imprese, alle famiglie e ai governi colpiti. Si tratta di prestiti bancari, azioni e obbligazioni, tra gli altri strumenti. 

Inoltre, come sottolineano i due esperti, la situazione è ancora più critica perché le aziende e i Paesi più colpiti dai rischi fisici sono anche quelli che hanno più bisogno di finanziamenti per creare resilienza a tali rischi. È quindi fondamentale trovare il modo di prezzare i rischi fisici mantenendo l’accesso ai finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Allo stesso modo, se i rischi climatici sono valutati accuratamente, gli investimenti nell’adattamento dovrebbero migliorare l’accesso al mercato di un Paese o di un’azienda, in quanto ridurrebbero l’esposizione al rischio. “In altre parole, una migliore determinazione dei prezzi dei rischi climatici può contribuire a creare migliori incentivi agli investimenti nell’adattamento”, affermano gli analisti.

Bloomberg si pone l’obiettivo di sviluppare punteggi di rischio climatico per aziende e Paesi, al fine di aiutare gli investitori ad analizzare il rischio fisico e a tenerne conto nelle loro decisioni di investimento. Per costruire questi punteggi, Bloomberg utilizza Riskthinking.ai e i suoi set di dati, tra cui dati finanziari, sul carbonio, geospaziali e sulla catena di approvvigionamento. I primi punteggi congiunti saranno rilasciati nei prossimi mesi e forniranno approfondimenti sui rischi fisici affrontati dalle aziende. Inoltre, grazie alle analisi di Bloomberg e Riskthinking.Ai, i clienti saranno in grado di analizzare quali parti di un’azienda sono più a rischio, ad esempio le fabbriche in determinate regioni, e quali sono i fattori di rischio rilevanti.

“I rischi sono gravi e le conseguenze grandi: la nostra sincera speranza è che la COP27 dia impulso alla misurazione e alla gestione di questi rischi”, sottolineano in conclusione Schets e Dembo.