Investitori Istituzionali

Investitori istituzionali, a che punto siamo con l’ESG secondo Prometeia

Anche per gli investitori istituzionali, siano essi fondazioni o enti di previdenza, le tematiche ESG ricoprono un ruolo sempre più importante nelle scelte di investimento. L’80% dei gestori istituzionali ha dichiarato di considerare i fattori ESG nei processi di investimento, ma solo il 18% afferma di avere pienamente integrato questi fattori nelle scelte di investimento. È quanto emerge dal sondaggio 2023 effettuato da Prometeia Advisor Sim e presentato nella conferenza “ESG e Prometeia Advisor Sim, a che punto siamo?”, nel corso della quale la principale società di consulenza finanziaria sul mercato istituzionale italiano, ha fatto una panoramica sul livello di integrazione di policy e governance ESG da parte degli investitori istituzionali italiani.

Con oltre 115 investitori istituzionali che si affidano ai consiglio di Prometeia Advisor sim, la società di consulenza nata 15 anni fa come costola di Prometeia focalizzata sulla consulenza di asset allocation e selezione dei prodotti di investimento, ha un punto di osservazione privilegiato sull’evoluzione delle scelte di sostenibilità nei portafogli istituzionali e anche sul percorso di integrazione delle variabili ESG. Dal 2008, infatti, la sim aveva iniziato per la prima volta a svolgere l’attività di advisory per la predisposizione di un mandato di gestione incentrato sull’investimento socialmente responsabile. Oggi quella che era un’eccezione è una norma.

“Nell’attività di consulenza includiamo valutazioni di sostenibilità proponendo ai clienti una prospettiva olistica, che incoraggia l’inserimento dei criteri ESG in tutte le fasi del processo di investimento. Per questo trasparenza, comunicazione e rendicontazione sono elementi essenziali per perseguire un percorso coerente in termini di sostenibilità e per rispettare i termini fiduciari verso gli stakeholder” sottolinea Davide Squarzoni, amministratore delegato di Prometeia Advisor Sim. Il processo deve però tenere conto degli approcci e delle scelte dei differenti investitoRi. “È fondamental” aggiunge Squarzoni, “fornire anche soluzioni personalizzate per tenere conto – veramente e non solo a livello di marketing – dei fattori ESG. Per questo Prometeia somministra questionari sempre più puntuali per cogliere le preferenze di sostenibilità dei clienti”.

Considerare i fattori ESG nel processo di investimento è oramai imprescindibile per diverse ragioni.  Prima di tutto perché permette di valutare i rischi ESG nei processi di investimento. In secondo luogo, le sfide sociali e ambientali incidono sulla crescita economica nel lungo periodo e quindi sulle prospettive degli investimenti, inoltre, è necessario tenere nella dovuta considerazione la proliferazione normativa sui temi ESG alla quale gli investitori debbono adeguarsi. A queste ragioni, però, se ne aggiunge una particolarmente importante per Prometeia, ovvero il dovere fiduciario verso i clienti che, come investitori istituzionali, a loro volta hanno doveri fiduciari verso i beneficiari finali. “Per questo”, evidenzia Squarzoni, “bisogna lavorare sull’accountability e sulla trasparenza dei portafogli e degli investimenti. Ma in questo senso è fondamentale anche l’attività di engagement”. 

Cresce la sensibilità degli investitori istituzionali verso le tematiche ESG

La sensibilità dei clienti e dei beneficiari rispetto alle tematiche ESG è in crescita e i questionari sulla loro soddisfazione rispetto alla sostenibilità somministrati da Prometeia ogni anno lo dimostrano. In quello del 2023, per esempio, oltre l’80% di loro ha dichiarato di considerare i fattori ESG nei processi di investimento e il 67% è soddisfatto del servizio di consulenza di cui ha usufruito. Ma c’è ancora molto da fare, se si considera che solo il 18% ha pienamente integrato questi fattori nelle scelte di investimento e il 33% non si è definito soddisfatto della consulenza.

Prometeia ha sviluppato un approccio che affianchi gli investitori nell’abbracciare i criteri ESG all’interno del processo di investimento complessivo. A partire dal supporto nella definizione della policy, per seguire con il sostegno nella determinazione della strategia di investimento, nella selezione dei prodotti, nel controllo del rischio e nel reporting. Inoltre, Prometeia li sostiene anche nell’analisi del contributo apportato dai fattori ESG all’efficienza del patrimonio finanziario. L’Advisor, infine, accompagna i clienti, ma anche il proprio organico, con una formazione continua sulle tematiche ESG (oltre 1000 ore erogate solo nei primi mesi del 2023). 

Un’attività che è stata adeguata nel tempo per tenere conto dell’evoluzione normativa, in particolare delle novità dell’SFDR nel 2021, e l’anno dopo della MiFID II, a partire dalla quale Prometeia ha inserito il questionario ESG per determinare la profilazione di sostenibilità dei clienti. Nel questionario ESG, oltre alle sezioni esplicitamente richieste dalla normativa, la società di consulenza ha introdotto quella relativa alla “sensibilità ESG” dell’investitore, tramite cui cerca di individuare le caratteristiche sostenibili principali del cliente. 

L’engagement con i clienti

Il dialogo con i clienti, ovvero gli investitori istituzionali, riveste per Prometeia un’importanza rilevante, che sottolinea tuttavia come tra le diverse tipologie di enti, come i fondi pensione, le casse di previdenza e le fondazioni, permangano delle differenze di approccio connaturate alle proprie caratteristiche.

“Gli attori finanziari si trovano in un momento in cui la competenza e la consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità vanno di pari passo. Negli ultimi anni, infatti” ha osservato Alessandra Franzosi, Responsabile ESG del gruppo Prometeia, “si sono consolidate diverse best practice che sono state ulteriormente rafforzate dalla normativa che è sempre più dettagliata e dal miglioramento dei dati ESG”. 

Fondi pensione e assicurazioni

Anche il mondo degli investitori istituzionali ha colto le sfide poste dal processo di transizione verso un modello economico più sostenibile.

Tra i diversi investitori istituzionali fondi pensione e le assicurazioni sono tra quelli più avanti sul fronte ESG. “La regolamentazione europea” spiega Andrea Nanni, Responsabile della consulenza sui fondi pensione e sulle assicurazioni, “ha accelerato l’integrazione delle questioni di sostenibilità nella governance di questi enti, soprattutto con l’introduzione dell’SFDR. Il regolamento, infatti, da un lato ha toccato i temi della trasparenza e dei rapporti con i clienti che sono molto cari ai fondi pensione, dall’altro ha spinto diversi fondi pensione a iniziare a considerare di fare un upgrade di alcuni prodotti da articolo 6 ad articolo 8 o 9”. 

Altro tema fondamentale per i fondi e le assicurazioni, secondo l’esperto, è l’adozione di una policy ESG per rendere la materia più organica. “Molti enti stanno facendo importanti progressi inserendo, ad esempio, gli SDGs nella politica di investimento”, sottolinea Nanni. 

Ma vera leva su cui investitori istituzionali come i fondi pensione e le assicurazioni possono contare è l’attività di engagement, tutelata dalla Direttiva sui diritti degli azionisti II (Shareholder Rights Directive II), una norma dell’UE del 2017 che mira a rafforzare la posizione degli azionisti e a ridurre il breve termine e l’eccessiva assunzione di rischi all’interno delle società negoziate nei mercati regolamentati dell’UE. 

Dal lato delle società (soprattutto delle quotate), invece, la normativa di riferimento è la CSRD che, sottolinea Nanni, facendo leva sulle società quotate comprende aziende che sono già organizzate a livello di investor relations. “Gli investitori istituzionali, al momento, adottano due tipi di engagement. Quello soft, che consiste in un dialogo con gli emittenti su tematiche care all’investitore legate alla sua politica di sostenibilità. E il voting engagement, che è l’esercizio del diritto di voto”, specifica Nanni. 

Casse di previdenza e sanitarie

La differenza principale tra i fondi pensione e le casse di previdenza o sanitarie, come sottolinea Giuseppe Patriossi, Responsabile della consulenza sulle Casse Previdenziali e Sanitarie, è che le casse non dispongono di una normativa specifica di riferimento. Quindi, in genere, agiscono secondo una logica di best practice, cercando di fare proprie le migliori pratiche presenti nel mercato. “Il segmento delle casse, dall’accordo di Parigi in poi, ha intercettato la portata del cambiamento in atto indirizzando le proprie politiche di investimento in una logica di sostenibilità”, spiega Patriossi.

“Negli ultimi anni, infatti, sono aumentati gli investimenti ESG nei portafogli delle casse di previdenza. A livello organizzativo sono state inserite anche figure come gli ESG Manager, seppur ancora solo negli uffici investimenti e non in quelli costitutivi delle casse”, aggiunge Patriossi. 

Inoltre, sebbene il regolamento non abbia toccato direttamente le casse, “l’adozione dell’SFDR ha rappresentato un’occasione per gli investitori per introdurre il criterio di investibilità per cui un fondo deve essere classificato almeno come articolo 8 SFDR, altrimenti non viene nemmeno guardato”, afferma Patriossi. 

Ciò su cui bisogna lavorare, secondo il partner di Prometeia, è l’integrazione della governance di sostenibilità nell’organizzazione dell’ente, un passaggio complesso ma “ineludibile”. “Alcuni enti fanno già il bilancio di sostenibilità, ma bisogna rendere questa pratica sempre più patrimonio comune per evolvere”, sostiene Patriossi.

Le Fondazioni

Diverso il discorso per le Fondazioni, che hanno le tematiche sociali e ambientali nel proprio DNA nella maggior parte dei casi. Ciononostante, anche in questo settore la sensibilità e la rilevanza delle questioni ESG è aumentata negli ultimi anni. 

Eppure, anche questi enti come le casse, sono poco strutturate in termini di riferimenti normativi. Inoltre, sottolinea Cosimo Musiello, Responsbaile della consulenza sulle Fondazioni e sugli Enti Pubblici. le Fondazioni e gli Enti Pubblici sono molto eterogenei in termini di dimensioni e di territorialità. Quindi, anche se l’integrazione dei temi ESG è sempre più diffusa tra questi enti, la loro implementazione è molto eterogenea, sebbene con qualche elemento comune. 

“Data la carenza normativa e la fase di transizione in atto, è importante capire il punto di partenza, tramite un’attività di assessment del proprio posizionamento ESG individuando le aree di forza e di miglioramento. Inoltre, per definire un percorso sinergico è necessaria l’adozione di una policy, che si sta ora sviluppando nell’ambito di diverse fondazioni”, evidenzia Musiello. 

Infine, ma non per importanza, secondo Musiello va considerato il tema dell’impatto, che ormai è sempre più rilevante con l’introduzione della doppia materialità ad opera del legislatore europeo, volta a monitorare il rischio ESG e l’impatto di un’impresa. “È un tema molto complesso, che nel mondo delle fondazioni nasce da lontano con la nota legge Ciampi. La legge stabilisce che l’obiettivo delle fondazioni è definire scopi di attività sociale e sviluppo economico anche tramite le politiche di investimento. Oggi però questa tematica ha assunto ancora più vigore perché è strettamente connessa a quella della sostenibilità”, conclude Musiello.