In Italia sono sempre più numerosi i comuni che hanno iniziato a progettare la smart city e, secondo le stime, al 2027 gli investimenti in soluzioni ICT per le città intelligenti cresceranno fino a circa 1,6 miliardi di euro, mentre a livello globale il totale della spesa in smart city raggiungerà un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari. È quanto emerge dal primo rapporto L’Italia delle città intelligenti e sostenibili realizzato dal Centro Studi Tim in collaborazione con gli Osservatori Smart City e Startup Intelligence del Politecnico di Milano e con il Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti del CNR. Dallo studio presentato da Giordana Castelli, Coordinatrice Progetto Urban Intelligence del CNR, emerge che la motivazione di queste scelte è chiara. Nei prossimi quattro anni le applicazioni Smart City basate su 5G, IoT e Intelligenza Artificiale in Italia contribuiranno a ridurre complessivamente di circa 6,5 miliardi di euro i costi del traffico cittadino e di oltre 400 milioni di euro quelli legati all’inquinamento urbano grazie a una migliore programmazione del trasporto, pubblico e privato, e dei flussi turistici. Le nuove tecnologie consentiranno inoltre una riduzione annuale di circa 650mila tonnellate di emissioni di CO2, ad indirizzare l’industria del turismo e ad ottimizzare i servizi per i cittadini.
Diversi sono i finanziamenti pubblici previsti per le città intelligenti come quelli dei due programmi europei Horizon Europe (100 miliardi di euro, dove Climate neutral & Smart cities è una delle 5 Mission Areas) e Smart City Markeplace (616,3 milioni di euro). Il PNRR prevede oltre 10 miliardi di euro per le smart city di cui quasi 2,5 miliardi di euro per progetti presentati dalle città metropolitane. Ma la creazione degli ecosistemi in grado di portare allo sviluppo di modelli di smart city efficienti ed efficaci rappresenta una sfida ambiziosa e caratterizzata da molteplici aspetti, che vanno ben oltre le complessità di tipo tecnologico. Oggi molti progetti si scontrano con un approccio alla gestione urbana settoriale (normativo, amministrativo e gestionale), mentre lo sviluppo delle richiede una vista più trasversale e intersettoriale in grado di creare sinergie tra i diversi ambiti di sviluppo, dalla mobilità all’energia, fino ai servizi ai cittadini.
“Sulle Smart City c’è tanta confusione, la parola viene spesso utilizzata come un contenitore adatto a tutto e così si rischia di depotenziare le scelte di sindaci e amministratori che hanno un ruolo fondamentale nell’innovazione dei territori che governano. Noi stiamo dando alle città una cosa concreta, una piattaforma di raccolta ed elaborazione dei dati utili per far crescere l’economia, il governo e la sostenibilità delle città; questa è la Smart City”, ha sottolineato Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di Tim, “Con TIM Urban Genius abbiamo realizzato la prima piattaforma di intelligenza urbana che consente a tutte le amministrazioni italiane di rendere i loro territori intelligenti, perché fonte primaria di raccolta di informazioni utili per la vita dei cittadini”.
Secondo lo studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, i trend di innovazione tecnologica in città rappresentano sempre più un trampolino di lancio per le startup che si vogliono cimentare nei settori Smart City e Smart Building. Nel corso della ricerca sono state analizzate 307 startup IoT a livello mondiale che hanno sviluppato soluzioni in questi ambiti. Di queste, il 69% ha ricevuto finanziamenti da parte di investitori istituzionali negli ultimi 3 anni, per un totale di 8,5 miliardi di dollari. A fare da apripista vi sono gli Stati Uniti, dove sono allocate il 44% delle risorse totali, con una media di 49 milioni di dollari ricevuti da ogni startup. L’Italia, invece, risulta ancora indietro e dimostra difficoltà nella raccolta di finanziamenti, che rappresentano solo lo 0,4% dei finanziamenti totali rilevati. Dallo studio emerge anche che le startup del settore prediligono occuparsi dello sviluppo di software abilitanti e che stanno puntando principalmente ai temi di gestione degli scenari, monitoraggio energetico e sicurezza.
La mobilità smart nelle città italiane
Lo studio dell’Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano ha evidenziato che la smart mobility è un tema sempre più centrale per i comuni italiani: quasi 9 comuni su 10 (88%) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti lo considerano rilevante o fondamentale. Oltre all’interesse, cresce anche il numero di progettualità in campo: il 59% dei comuni rispondenti ha dichiarato di aver avviato almeno un progetto di smart mobility nel 2021. Molti di questi progetti (1 su 2) sono tuttavia ancora in fase embrionale di sperimentazione, segnale che c’è ancora molta strada da fare per portare le nuove soluzioni a pieno regime e per coglierne a pieno il valore. Tra le barriere che contribuiscono a rallentare la trasformazione innovativa del settore, i comuni sottolineano la mancanza di risorse economiche e di competenze, entrambi fondamentali per fare il passo in avanti. Una spinta in questa direzione può arrivare dal PNRR e dai suoi finanziamenti per la mobilità intelligente e sostenibile.