Studio Luini12 luoghi nudità | ESG News

Manifesto dell'Abitare

Senza veli e su misura: i progetti di Studio Luini12 sono luoghi dell’anima

Senza veli, costruiti su misura e trasudanti della propria individualità e personalità, spazi che non solo parlano a chi li abita, ma che raccontano di chi li vive nella quotidianità con la propria unicità. Così sono i progetti che portano la firma di Luini12, studio di architettura e design nato dall’incontro degli architetti Federica Gambigliani Zoccoli e Giovanni Maria Sacchi con il designer Vittorio Bifulco Troubtzkoy. E per il sesto appuntamento della performance diffusa del Manifesto dell’Abitare, i protagonisti di Luini12, moderati da Stefania Tagliabue, psicologa ambientale e consulente di Strategy Innovation, hanno proposto una riflessione sulla capacità di un luogo di essere autentico e, soprattutto, di un architetto di tirar fuori il vero sé del cliente per progettare spazi in cui il committente non solo viva bene, ma riesca a sentire che bisogni, necessità e personalità siano rispecchiati.

È un risultato non così scontato, soprattutto considerando le codifiche burocratiche che tendono a standardizzare e omologare le progettualità architettoniche, e che passa inoltre per l’instaurazione di una relazione intima tra architetto e cliente che vada oltre e che abbracci anche l’emotività. È proprio quest’ultima, infatti, la caratteristica dei lavori di Luini12, stando alle parole di Federica Gambigliani Zoccoli: “Ci piace immaginare che in una casa, in un luogo di lavoro, in uno spazio confinato tra pavimento, soffitto e pareti, con o senza finestre, ci si possa specchiare e trovare la prima e fondamentale relazione con se stessi” ha affermato la Gambigliani Zoccoli.

Spazi e progetti come viaggi alla scoperta del sé, dove il prodotto finale è un luogo dell’anima in cui l’individuo è visto in quella che lo studio definisce “nudità”, intesa come sinonimo di intimità. E per farlo è necessario essere disposti a svelarsi anche nelle proprie vulnerabilità, senza nascondersi, bensì dando spazio alla propria singolarità e unicità.

Una nudità, dunque, quella proposta da Studio Luini12, ben lontana dal minimalismo funzionale rispondente a logiche programmatiche e a esigenze formali o istituzionali, tipico del movimento dell’architettura moderna. Una nudità, invece, sinonimo di uno spazio “pensato, desiderato e costruito con l’impegno scandito da scelte e preferenze, in cui ci si sente al centro e si percepisce l’intorno avvolgente e talvolta anche conturbante” affermano gli architetti di Studio Luini12.

E in questi spazi dell’abitare sono sempre più richiesti e presenti elementi naturali per riuscire a sentirsi bene all’interno di un ambiente confinato. Una tendenza che per Studio Luini12 a volte è significato trasformare “alberi in luce” per avere “un pezzo di montagna in casa” – ha raccontato in particolare Federica Gambigliani Zoccoli – e che al contempo parla di un ritorno a vie primordiali in cui natura è casa.

La sfida, hanno concluso i tre soci, è quella di riuscire a fa sentire “nudi” tutti coloro che abiteranno i luoghi progettati. Da questo punto di vista, l’architetto nel rapporto con il cliente si pone come facilitatore delle relazioni che in uno spazio, che sia abitativo o funzionale, si andranno a creare, aumentandone il valore e risuonando proprio con gli intenti profondi del Manifesto dell’Abitare. Il documento invita infatti a determinare il valore di un luogo non solo dai metri quadrati di cui è composto ma anche dalla qualità delle relazioni che è capace di instaurare.