Pista 500 Camerana Manifesto Abitare | ESG News

Manifesto dell'Abitare

Natura e architettura: la storia di Pista 500, il giardino pensile del Lingotto

Il giardino pensile più grande d’Europa con un’estensione di 27mila metri quadrati, 200 specie botaniche, 300 varietà e 40.000 piante. Sono questi i numeri che caratterizzano la Pista 500 del Lingotto, lo storico tetto della ex fabbrica Fiat riqualificato e inaugurato nel 2021 dallo studio di architettura torinese Camerana&Partners con la collaborazione specialistica di Cristiana Ruspa, titolare dello Studio Giardino Segreto per la parte botanica. Un luogo che oggi è aperto alla cittadinanza e che dialoga con la città di Torino attraverso le opere di artiste e artisti provenienti da tutto il mondo e chiamati dalla Pinacoteca Agnelli a creare istallazioni che interagiscono non solo con la pista ma con la storia dell’edificio e il paesaggio sabaudo. Ed è proprio in questo spazio culturale e di arte pubblica, primo emblema della modernità e ora della contemporaneità, che si è tenuto il nono appuntamento della performance diffusa del Manifesto dell’Abitare, progetto ideato da Strategy Innovation, spin off dell’Università Ca’ Foscari Venezia, e Blend In – It’s time for good business, boutique di consulenza di comunicazione focalizzata sulle strategie di sostenibilità fondata da Alessia Crivelli e Monica Cuzzaniti. Un emozionante walk through al tramonto che ha dato la possibilità di tornare su un progetto, come quello della Pista 500 che parla di riappropriazione da parte della natura di spazi urbani, innovazione e transizione sostenibile.

Pista 500: da simbolo del moderno a emblema del contemporaneo

“Il senso dell’operazione si coglie ragionando sul Lingotto e sulla sua storia” esordisce Benedetto Camerana, architetto di Camerana&Partners che ha progettato il giardino. Storicamente cascina di una famiglia piemontese, la rinomata sede della Fiat fu acquisita all’inizio del secolo scorso (1916) dalla famiglia Agnelli per costruire la storica fabbrica. Era il periodo di maggior fervore per l’industria automobilistica nel capoluogo sabaudo tanto che in quegli anni si contano oltre 130 case nate e poi scomparse. Il Lingotto fu progettato in verticale su imitazione degli stabilimenti statunitensi della Ford e inaugurato nel 1923. Con i suoi 500 metri di facciata fece da subito parlare di sé e colpì gli architetti del tempo per la lunga pista sul tetto su cui venivano testate le automobili, “dalla Balilla alla Cinquecento Topolino dalla fabbrica del Lingotto sono uscite tra le più famose auto di massa dell’epoca”.

Il Lingotto fu in particolare celebrato dall’archistar Le Corbusier che definì, nella sua opera Vers une architecture (1924), lo stabilimento della Fiat “uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto”. Il cuore pulsante della società degli Agnelli fu così presto identificato come il simbolo della città industriale in cui le autostrade sui tetti sono manifestazione e palesamento del dinamismo della urbe moderna.

Chiuso poi a seguito della costruzione dello stabilimento di Mirafiori (1939), l’impianto del Lingotto è stato riqualificato, per volere di Gianni Agnelli, negli anni Novanta da Renzo Piano. L’edificio mito della modernità fu pensato come contenitore di tutte le funzioni della città (al netto di quella residenziale privata) dal celebre architetto che decise di lasciare intatta la pista simbolo.

L’inutilizzo dei 24mila metri quadrati hanno poi spinto alla decisione di re-immaginare ulteriormente quel luogo. Camerana&Partners ha quindi pensato a un giardino per dare continuità al valore simbolico della Pista 500 e renderla icona della contemporaneità. In un mondo infatti in transizione, anche l’architettura abbraccia le istanze della sostenibilità ambientale e sociale. Ecco, quindi, che la pista è oggi diventata un posto in cui in maniera metaforica la natura invade il cemento e la cultura industriale fa e dà spazio alla cultura artistica.

Una pista di dimensioni minori, progettata con lo studio di specialisti Dromo e utilizzabile esclusivamente da auto elettriche, è rimasta e attraversa 26 isole di natura costruite con un approccio naturalista e spontaneo. Il giardino pensile più grande d’Europa ospita 40.000 piante, 200 specie botaniche, 300 varietà ed è “ispirato ai prati di montagna” afferma l’architetto Cristiana Ruspa dello Studio Giardino Segreto che spiega come la scelta sia ricaduta su piante radicate nel territorio piemontese e che al contempo possano sopravvivere in un contesto estremo (in estate la temperatura sul tetto arriva circa a 45 gradi) ed essere appoggiate su una struttura del secolo scorso che può accogliere massimo 300 kg di carico sulla pista. Gruppi botanici si susseguono dunque sul Lingotto facendo esplodere una natura locale che segue il ritmo della stagionalità e attrae biodiversità.

Il giardino contemporaneo fa spazio, inoltre, a tutta una serie di attività tipiche di un parco contemporaneo come aree per lo sport, un prato per fare meditazione o yoga e scorci panoramici sulla città.

“Immagino un filo verde che lega il tetto del Lingotto con l’Environment Park, il parco tecnologico di Torino attivo da oltre 20 anni sull’innovazione ambientale e sulla sostenibilità aziendale” conclude Camerana, “Con l’idea di tetti verdi connessi, simbolo di una natura che si riappropria della città ed emblema di una nuova o forse rinnovata visione degli spazi urbani”.

Da Artissima alla Pinacoteca Agnelli: l’arte in pista

Inaugurato a settembre 2021, il giardino pensile è stato aperto al pubblico a novembre 2021, in occasione della fiera d’arte contemporanea Artissima durante la quale ha accolto le visite di oltre 10mila persone. Da quel momento la Pista 500 si è fatta luogo sociale e inclusivo e ha visto l’inizio di un programma di inserimento di opere contemporanee promosso dalla Pinacoteca Agnelli.

Tra le opere simbolo del dialogo tra arte, spazi urbani in continua evoluzione e storia, oltre che proposte di riflessione della dicotomia tra naturale e industriale, ci sono Beneath My Feet Begins to Crumble, 2022 di Mark Leckey, opera site-specific che presenta un monumentale LED wall che abbraccia la curva parabolica sud dell’ex pista di collaudo della Fiat e raffigura le Alpi che circondano l’area del Lingotto, Monopoly Game, New York, 1980, di Nan Goldin, una fotografia presentata sotto forma di poster su un billboard autostradale, ricordando paesaggi statunitensi e proponendo un contrasto tra spazio intimo e pubblico e, infine, PISTARAMA, 2023 di Dominique Gonzalez-Foerster, un murales che racconta e celebra il modo in cui i corpi rivendicano lo spazio urbano e diventano agenti di cambiamento sociale.