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Rapporto Legambiente

Servono riforme per la transizione energetica del settore edile residenziale

Per accelerare la transizione energetica del settore edile residenziale é urgente e necessaria una nuova politica di efficienza energetica. Questo é quanto emerge dal Rapporto Civico 5.0: Vivere in Classe A, pubblicato da Legambiente. L’analisi si sofferma su come aiutare ambiente e famiglie, e far in modo che l’Italia arrivi preparata in vista dei prossimi obiettivi europei, centrando anche quelli di decarbonizzazione al 2030 su cui è in ritardo, con il 3,1% di patrimonio abitativo riqualificato a fronte del target di 7,2%. 

“Oggi vivere in classe A”, ha spiegato Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente, “oltre ad essere un diritto universale, è un’operazione tecnicamente fattibile per quasi tutti i nostri edifici residenziali. Da qui ai prossimi anni sarà importante consentire soprattutto alle famiglie in difficoltà un accesso garantito a questi strumenti a costo zero, eliminando dai sistemi incentivanti tutte le tecnologie a fonti fossili, oltre a spingere l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili”.

In sintesi, quello che serve al Paese è una vera e propria riforma in tema di politiche sull’efficienza energetica del settore edilizio, duratura nel tempo, almeno al 2030 e con prospettive al 2035.

È necessario che questa riforma preveda un nuovo sistema incentivante unico, che guardi sia ai singoli interventi che alla riqualificazione complessiva degli edifici, ponendo la classe D come minima per aver accesso agli incentivi e spingendo interventi in classi energetiche elevate. Secondo quanto evidenziato dall’analisi, il nuovo sistema dovrebbe guardare alla prestazione energetica ottenuta dall’intervento, al reddito delle famiglie, alla messa in sicurezza sismica, ma anche all’abbattimento delle barriere architettoniche, al recupero delle acque piovane a all’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili. Imprescindibili anche l’eliminazione di ogni tecnologia alimentata da fonti fossili, l’introduzione del blocco alle installazioni dal 2025, e il ripristino della cessione del credito (che potrebbe essere riservata solo agli interventi di efficientamento energetico e a quelli relativi alla messa in sicurezza sismica).

Per Legambiente una riforma come quella tracciata permetterebbe di avere un valido strumento per rispondere a quanto chiede l’Europa da qui ai prossimi anni con la Direttiva Case Green.

I benefici sono chiari per l’ambiente, ma non solo. Per esempio, secondo l’Osservatorio di Nomisma energia, il 2% di riqualificazioni del patrimonio abitativo ha ridotto in totale le emissioni di CO2 in atmosfera di 1,42 milioni di tonnellate e allo stesso tempo il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è risultato pari a 964 euro all’anno.