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New European Bauhaus

Dialogo tra istituzioni e coinvolgimento dal basso per città più green

È necessario un maggiore dialogo e più collaborazione tra le istituzioni e le città al fine di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica stabiliti dal Green Deal ed è importante riconnettere le persone, i cittadini, con la bellezza delle città e dell’ambiente circostante. Sono queste alcune suggestioni emerse dal recente seminario Le sfide della transizione del Green Deal: città climaticamente neutrali e programmi chiave dell’UE organizzato a Roma da RIMOND, Università di Roma Tre e dal Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, in sinergia con ICONS, nel contesto del progetto co-finanziato dall’UE Eyes Hearts Hands Urban Revolution (EHHUR). L’evento ha fornito un contributo alla discussione sulle sfide della transizione del Green Deal, esplorando l’importanza, la portata e le ambizioni del New European Bauhaus (NEB).

Il dibattito si è concentrato sul ruolo che le città climaticamente neutrali stanno assumendo, in linea con i principi del NEB. Il seminario è stato strutturato in due panel distinti, ognuno incentrato su aspetti chiave dell’approccio di transizione al Green Deal.

Moderato dal Prof. Luca Montuori, docente di Progettazione Urbana dell’Università Roma Tre, il primo panel si è focalizzato sul “Processo Discendente: Come il Processo di policy making affronta la transizione” e ha visto tra i partecipanti alla sessione: Vera Winthagen, Design Policy Analyst, European Commission, JRC NEB Coordination Team; Edoardo Zanchini, Diret-tore Ufficio Speciale Clima, Roma Capitale; Piero Pelizzaro, Agenzia del Demanio Officina per la rigenerazione dell’Immobile Pubblico, Massimo Busuoli, Director, Norwegian University of Science and Technology (NTNU), Brussels Office, e Francesca Spagnoli, Head of Capacity Building & Research, European Network, Living Labs.

Più collaborazione tra istituzioni e città per raggiungere la neutralità climatica

La discussione ha evidenziato la necessità di maggiore dialogo e collaborazione tra le istituzioni e le città al fine di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica stabiliti dal Green Deal. In particolare, si è enfatizzata l’importanza del coinvolgimento dei cittadini nella co-creazione delle politiche e dei progetti che mirano a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere la sostenibilità.

La discussione ha esplorato principalmente tre aspetti dei processi di policy making, ossia:

  • Collegare teoria e pratica: gli esperti hanno esplorato la dinamica tra teoria e pratica, sottolineando come la politica e la ricerca possano interagire proficuamente attraverso programmi innovativi come il NEB.
  • Questioni di diritto urbano: l’attenzione è stata focalizzata sulle questioni legate al diritto urbano e sul ruolo che queste questioni svolgono nei processi decisionali. È emerso che le città sono spazi critici dove le sfide richiedono un approccio concreto.
  • Approccio dal basso all’alto: Un approccio bottom-up, partendo dalle città e arrivando all’Europa, è stato riconosciuto come fondamentale. Le città sono considerate terreni di confronto per affrontare le sfide in un contesto più ampio.

Piero Pelizzaro, attualmente presso l’Agenzia del Demanio, Responsabile operativo dell’Unità Organizzativa Officina per la rigenerazione dell’Immobile Pubblico per la struttura per la progettazione, e con una vasta esperienza presso i Comuni di Bologna e Milano, ha sottolineato l’importante questione della mancanza di coordinamento tra le autorità centrali degli enti pubblici e le autorità locali che gestiscono il patrimonio pubblico. Questa carenza, secondo Pelizzaro, crea notevoli problemi nella manutenzione a lungo termine di questo patrimonio. In Italia, l’Agenzia del Demanio possiede 43.000 proprietà pubbliche in tutto il Paese, e la necessità di strumenti urbanistici avanzati per garantire la gestione centralizzata e la conservazione ottimale di tali beni è evidente. Pelizzaro ha enfatizzato il valore della collaborazione affermando: “Essere parte di una rete internazionale significa anche essere parte della rete locale”.

Come combinare e utilizzare strumenti come il NEB e sviluppare il processo di policy making?

La collaborazione è il punto di partenza per trasformare le iniziative in realtà concrete. Vera Winthagen, della Commissione Europea, ha condiviso la sua esperienza nell’applicazione dei principi del NEB in ambito lavorativo, sottolineando la rilevanza della presenza e del ruolo dei professionisti che quotidianamente applicano questi principi. Massimo Busuoli, Direttore della sede di Brussels di NTNU, ha citato la NEB European Alliance che intende supportare il NEB rafforzando la fiducia nello strumento attraverso la promozione di progetti sperimentali e innovativi che applichino le metodologie di co-creazione, per educare e formare finalmente il pubblico a una profonda comprensione del concetto del NEB. È fondamentale elevare la dimensione progettuale locale della NEB al livello dell’UE e la NEB European Alliance potrebbe svolgere un ruolo centrale in questo processo, avviato da NTNU, in progetti già in corso. Secondo Busuoli il NEB non è stato ancora completamente compreso dai policy maker: forse perché le scienze sociali sono state mescolate con aspetti tecnici: ci vuole tempo per digerire le sue complessità. È un lavoro per gradi che necessita dialogo e orchestrazione con le altre iniziative della Commissione Europea in ambito rigenerazione urbana oltre al supporto di una attiva e continua campagna di sensibilizzazione a tutti i livelli.

Connessione e collaborazione per la transizione verso il Green Deal e città green

In questo contesto, Francesca Spagnoli, Head of Capacity Building & Research at European Network – Living Labs, ha sottolineato l’importante ruolo dei Living Labs nell’ambito della co-creazione di policy. Questi laboratori utilizzano un approccio partecipativo per coinvolgere le comunità locali nello sviluppo di policy basate sulla realtà locale. La co-creazione di policy, secondo Spagnoli, è cruciale per riflettere le esigenze delle comunità e garantire il loro coinvolgimento sin dalle prime fasi.

Edoardo Zanchini, Direttore Ufficio Speciale Clima, Roma Capitale, ha presentato l’esperienza del Comune di Roma, impegnato in un ambizioso programma per affrontare le sfide legate alle emissioni di CO2. Questo programma, basato sul Patto dei Sindaci e sulla Missione ‘100 Climate Neutral and Smart Cities by 2030’, mira a ridurre le emissioni del 60% entro il 2030, concentrandosi principalmente sulla mobilità e sull’efficienza energetica degli edifici. Zanchini ha sottolineato l’importanza di superare le barriere tecniche e di collaborare in modo intersettoriale.

A tirare le fila del panel il Prof. Montuori che ha evidenziato come la bellezza debba essere un elemento chiave nella promozione della sostenibilità e della transizione verso il Green Deal, sottolineando l’importanza di riconnettere le persone, i cittadini, con la bellezza delle città e dell’ambiente circostante.

“La sfida oggi non è solo tecnica, un edificio non è bello o non può essere comunque un edificio sostenibile se ne consideriamo solo i consumi o gli impatti ambientali. Il NEB ci spinge ad affrontare il problema in modo sistemico. Dobbiamo capire come un’idea di sostenibilità viene tradotta in spazio e più specificatamente spazio pubblico divenendo parte della vita dei cittadini. Dobbiamo rendere le persone consapevoli del cambio di prospettiva che ci viene chiesto. Se pensiamo solo alla sola spiegazione del dato tecnico questo verrà sempre percepito come qualcosa “altro” da noi, dal nostro agire nella quotidianità. Voglio fare un esempio. Qui a Roma è possibile vivere molti spazi culturali nella quotidianità, si può entrare nelle chiese e vedere Caravaggio. Questi monumenti sono parte della cultura di chi abita la città, sono parte del senso, e anche un po ‘ di un orgoglio, di abitare qui a Roma. Decidere di mettere un biglietto, come al Pantheon per esempio, inserire una barriera che lo cancella dalla vita quotidiana significa impedire di percepirlo come luogo della nostra cultura e farne un’attrazione turistica. Credo sia il contrario di quello che siamo chiamati a fare oggi, oggi abbiamo bisogno di partecipare ad un cambiamento e per questo dobbiamo fare in modo che questi progetti siano parte della vita della città” ha concluso Montuori.

A conclusione della giornata, il secondo panel, moderato da Stefano Converso, Ricercatore di Progettazione Architettonica presso l’Università Roma Tre e Consulente per l’Innovazione di RIMOND, si è invece concentrato su come i progetti in essere influenzano la transizione e ha portato le testimonianze di diversi progetti europei tra cui: C40, Reinventing Cities Pro-gramme, SHAPE EU Initiative, Craft Initative, NetZeroCities, Eyes Hearts Hands Project, NEUTRALPATH Project.