Per migliorare la condizione abitativa serve un grande progetto nazionale di rigenerazione urbana che garantisca la coerenza tra gli interventi normativi, le politiche settoriali e gli investimenti, con l’istituzione di una cabina di regia interministeriale che coordini i vari programmi esistenti sulla questione. In questo modo sarà possibile accelerare il conseguimento di alcuni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, migliorando la qualità della vita di milioni di persone e rigenerando gli ecosistemi e la biodiversità. Sono queste alcune delle proposte formulate dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) in occasione della presentazione del position paper Governo del territorio, rigenerazione urbana e politiche abitative per lo sviluppo sostenibile, nel corso di una conferenza stampa presso la sala stampa della Camera dei Deputati.
Durante l’incontro l’ASviS ha sottolineato che la recente istituzione, presso la Camera dei Deputati, di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, può essere un’occasione importante per fare il punto della situazione e stimolare una forte iniziativa politica su queste tematiche, anche per attuare le otto proposte avanzate dalla precedente Commissione istituita nella legislatura 2013-2018.
Il position paper, redatto dal Gruppo di lavoro dell’ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, affronta i temi della rigenerazione urbana, della lotta al consumo di suolo, delle politiche abitative, del funzionamento del mercato delle locazioni. Il documento pone particolare attenzione alle “locazioni brevi”, avanzando proposte concrete sul piano normativo e organizzativo per assicurare il coordinamento delle politiche nazionali e territoriali alla luce dell’Agenda 2030, che promuove un insieme di politiche fortemente connesse al concetto di “governo del territorio”, da declinare attraverso interventi improntati alla sostenibilità. È per questo motivo che, nei Rapporti ASviS sui Territori del 2021 e del 2022, si propone l’adozione di una legislazione statale che fissi i principi fondamentali del governo del territorio. Purtroppo – come sottolineato nel position Paper – “a un quarto di secolo dal DLGS n. 112 del 1998, l’ultima legislatura si è conclusa per l’ennesima volta senza che alcun provvedimento in merito sia stato approvato, nonostante sul piano dei principi la ‘tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi’ sia entrata in Costituzione con i rinnovati articoli 9 e 41”.
La prima proposta avanzata nel documento riguarda l’approvazione urgente di un insieme di norme, tratte dal testo unificato del disegno di legge Misure per la rigenerazione urbana della precedente legislatura, relative, tra l’altro, alla pianificazione degli ambiti di rigenerazione urbana nei quali gli interventi di ristrutturazione urbanistica, di recupero e di sostituzione edilizia sono favoriti in quanto perseguono l’interesse pubblico, e alla definizione di connesse agevolazioni fiscali, urbanistiche, di semplificazione amministrativa e finanziaria, anche attraverso la istituzione di uno specifico Fondo nazionale. Per contrastare il consumo di suolo viene proposto di approvare una norma che demandi ad un’intesa nella Conferenza Stato-Regioni la determinazione della quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio di ciascuna regione e la sua ripartizione per ambiti comunali o sovracomunali, prevedendo che, se l’intesa non è raggiunta entro trenta giorni dall’avvio della discussione, il Governo possa definire autonomamente tali quantità in base a parametri predefiniti.
L’ASviS propone inoltre di considerare il servizio abitativo destinato a cittadini che si trovano in una situazione di disagio economico come parte dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. L’alleanza esorta anche a programmare un flusso di finanziamenti certo e poliennale per le politiche abitative, in particolare per la riqualificazione e l’incremento del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica (ERP). Infine, invita a realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio e di adottare programmi relativi agli immobili abbandonati da destinare al servizio abitativo e ai servizi di comunità.