Discriminazione, violenza verbale e bullismo, a questo è sottoposta una grande maggioranza (7 su 10) delle persone non-binarie. Ma le cose possono cambiare e pare stiano già cominciando a farlo creando un clima di maggiore accettazione delle differenze. In Italia, per esempio, il 59% degli intervistati dichiara di comprendere il bisogno delle persone di non identificarsi con un genere unicamente femminile o maschile e il 44% preferisce lavorare per aziende che accettano le persone non-binarie. È quanto emerge dalla nuova ricerca True Name di Mastercard che ha cercato di identificare e capire le esperienze vissute dalle persone che, in numero sempre crescente, si identificano come non-binarie o che sperimentano la propria identità di genere e/o espressione di genere al di fuori del genere binario e delle categorie di “uomo” e “donna”.
La ricerca, realizzata nel 2022 in 16 paesi in Europa e Nord America, ha indagato le esperienze vissute da persone LGBTQIA+ non-binarie e binarie in tutti gli aspetti della vita personale, lavorativa e di socializzazione, includendo l’utilizzo dei documenti di identità ed episodi di discriminazione subiti. Un totale di 15.935 persone ha partecipato alla ricerca, di cui 452 si identificano come non-binarie.
Dallo studio emerge che il 5,3% della Generazione Z si identifica come non-binario, percentuale che scende al 2.7% in Italia, così come il 2,8% del campione totale (2.2% in Italia). Fra gli intervistati, quasi la metà (49%) afferma di comprendere se le persone non vogliono identificarsi con l’esclusivo genere maschile e femminile, percentuale che approda al 59% per i nostri connazionali.
Il 59% delle persone che si identifica come non-binario afferma che non si sente al sicuro in situazioni normali della vita quotidiana, come ad esempio lo shopping. Durante gli acquisti infatti, secondo la ricerca, oltre un terzo (35%) delle persone non-binarie riscontra delle difficoltà, trovando sgradevole essere associati a un genere preciso, rispetto all’11% della popolazione generale. Il 34% delle persone non-binarie trova sgradevole dover dichiarare il proprio genere sulla propria carta d’identità e carta di pagamento.
Indice
Discriminazioni e sicurezza personale
La ricerca di Mastercard evidenzia come oltre 7 persone non-binarie su 10 (74%), afferma di essere stata oggetto di episodi di bullismo, discriminazione e abusi verbali o maltrattamenti.
Il tema della sicurezza si rivela cruciale: la ricerca True Name conferma che le persone non-binarie non si sentono al sicuro. Il 63% degli intervistati si sente a disagio quando esce di casa, il 51% anche quando resta in casa propria e il 44% degli intervistati sperimenta una visione della vita complessivamente negativa.
Cambiamento delle attitudini dei consumatori
La ricerca fotografa anche un cambiamento nelle attitudini dei consumatori. Il 37% di tutti i consumatori ritiene superfluo quando un’azienda chiede di specificare il genere, mentre il 57% ritiene importante che le aziende e le organizzazioni si rivolgano a loro in modo rispettoso della loro identità. Il 66% di tutti i consumatori non è infastidito dal numero crescente di aziende che usano espressioni neutre rispetto al genere.
L’attenzione di un’impresa nei confronti delle persone non-binarie è apprezzata dal 29% degli intervistati italiani, che preferisce comprare prodotti e servizi da aziende che tengono in considerazione le esigenze di questa fetta di popolazione. Sensibilità e rispetto sono rilevanti anche nella scelta di un posto di lavoro: in Italia, il 44% delle persone preferisce infatti lavorare per compagnie che accettano le persone non-binarie.
True Name di Mastercard
Con il lancio nel 2019 negli Stati Uniti e nel 2021 in Europa, di True Name, una funzione che consente alle persone di mostrare il nome da loro scelto sulla carta, Mastercard prova ad alleviare un punto dolente per le comunità non-binaria e transgender, che spesso vive esperienze negative durante lo shopping. Per molte persone, il nome riportato sulla carta di pagamento non riflette la loro vera identità, e questo può rivelarsi fonte di disagio. Non tratta di un problema che riguarda molte persone in tutto il mondo, la cui sofferenza è aggravata dal fatto che la possibilità di cambiare il nome dell’intestatario implica un lungo e tortuoso percorso legale. Dal suo lancio il progetto True Name ha ricevuto oltre 65 premi nel suo settore.