Risparmio | ESGnews

Indagine

Gimme5, italiani attenti al risparmio ma l’inflazione li ostacola

Se in passato il denaro era visto come un argomento da affrontare soltanto tra le mura di casa, oggi non è più così e la maggior parte degli italiani (64,6%) si trova a suo agio a parlare di spese e risparmi anche con amici e parenti: è quanto emerge da una recente ricerca condotta da Gimme5 – soluzione digitale che permette di accantonare piccole somme attraverso smartphone e investirle in fondi comuni – su un campione rappresentativo della propria base clienti.

La nuova indagine conferma ancora una volta come gli italiani siano un popolo lungimirante: il 40,4% degli intervistati ritiene, infatti, che risparmiare sia un’azione fondamentale per il futuro della famiglia, mentre il 24,8% ritiene che sia addirittura necessario. A risparmiare sono soprattutto gli uomini, seguiti a poca distanza dalle donne (81% vs 76%) e i più parsimoniosi si rivelano i ragazzi tra i 25 e i 34 anni (84% del totale). Tra i motivi per cui si risparmia ci sono soprattutto “grandi progetti” come casa, matrimonio o attività in proprio (27,1%).

Se, dunque, la maggioranza del campione concorda sull’importanza del risparmio e afferma di aver concretamente messo da parte del denaro negli ultimi 12 mesi (79%), tutt’altra questione è l’aver risparmiato in modo efficiente, poiché spesso (27,4%) le cifre risparmiate sono parcheggiate sullo stesso conto utilizzato per le spese correnti, con il rischio di perdere il controllo di entrate e uscite.

Sui temi di finanza personale vi è quindi ancora scarsa chiarezza e le decisioni finanziarie di ogni giorno sono rese ancora più complicate dall’attuale congiuntura internazionale e dagli elevati livelli di inflazione, tanto che chi afferma di non riuscire a risparmiare indica tra le cause principali l’impennata dei prezzi (70,7%) e l’aumento delle spese di prima necessità (35,9%).

Per sentirsi in pace con la propria situazione finanziaria, la maggior parte degli intervistati afferma che sia sufficiente avere la possibilità di coprire gli imprevisti (56%) e, in secondo luogo, avere abbastanza conoscenze finanziarie per gestire consapevolmente il denaro (43,6%). Possedere una grande somma di denaro non è invece visto come un fattore necessario (9%). Per questo, l’educazione finanziaria (59,1%) e le competenze digitali (37,2%) sono i fattori su cui puntare per avvicinare i risparmiatori al mondo della finanza e degli investimenti. Le persone si affidano più volentieri a strumenti che li possano guidare nelle scelte di investimento (72,9%) e che consentano loro di automatizzare gli accantonamenti (39,3%), mentre il fattore costo è meno rilevante nella scelta del servizio (18,3%). 

Il 69,1% del campione afferma di investire il proprio denaro, una percentuale che cresce all’aumentare dell’età dei rispondenti (78% della fascia 45-54 anni, contro 55% della fascia 18-24 anni) e gli uomini risultano essere più propensi al rischio di investimento rispetto alle donne (74% vs 54%). La maggioranza degli intervistati comincia, però, a investire dopo anni dal primo stipendio (35,2%), presumibilmente per essere certi di aver accumulato un capitale sufficiente a far fronte agli imprevisti. I fondi comuni sono gli strumenti di investimento preferiti (64,4%), seguiti da titoli azionari (31,4%) e cripto, NFT ed ETF (30,1%).

L’educazione finanziaria viene percepita come una conoscenza fondamentale per la gestione del denaro (81%) e la sua mancanza causa incertezza nelle scelte d’investimento nel 31,2% dei casi. Sono gli enti pubblici ad essere considerati più affidabili per la divulgazione di queste conoscenze, soprattutto scuola (48,5%) e istituzioni (25,5%), più che le famiglie (7,9%). Il digitale è quindi il vero fattore che può fare la differenza nell’apprendimento delle conoscenze finanziarie, ma non è solo social: il 52,6% degli intervistati preferisce contenuti video, il 48,5% spiegazioni sul sito o sull’app del servizio finanziario prescelto, mentre solo il 3,6% preferisce i social network.