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Rapporto annuale Acri

Fondazioni bancarie, si confermano importante supporto delle politiche sociali del Paese

Le Fondazioni di origine bancaria tornano a crescere e si confermano un importante pilastro di tante iniziative sociali e culturali del Paese. Un ruolo importante in cui nell’ambito degli investimenti, quello considerati sostenibili risultano circoscritti a una quota minoritaria del patrimonio in gestione. È quanto emerge dal Ventisettesimo Rapporto annuale presentato da Acri che presenta i dati aggregati dai bilanci 2021 delle Fondazioni di origine bancaria. A oggi esse sono 86 e hanno raggiunto un traguardo importante: tra il 2021 e il 2022, festeggiano il trentennale della loro nascita, avvenuta in adempimento della cosiddetta “Legge Amato” del 1991, che separò l’attività filantropica da quella creditizia delle Casse di Risparmio.

Un arco di tempo durante il quale le Fondazioni sono riuscite a crearsi la credibilità di interlocutore importante per le istituzioni, grazie anche alla capacità di Acri di svolgere il ruolo di coordinamento tra le diverse iniziative, alla tempestività delle risposte alle emergenze sociali del Paese e ai rapporti con le istituzioni chiariti dal Protocollo Acri-Mef del 2015.

Fonte Acri

La fotografia al 2021 mostra un patrimonio contabile detenuto dalle Fondazioni pari a 40,24 miliardi, in aumento dell’1,3% rispetto al 2020. L’attivo ammonta invece a poco più di 47,4 miliardi di euro, anche questo in crescita del 2,6%, rispetto a fine 2020.

Gli investimenti correlati alla missione

Gli investimenti correlati alla missione (MRI), sulla base della rilevazione sui bilanci del 2020, si attestano complessivamente a circa 4,5 miliardi di euro, rappresentando il 10% del totale attivo e l’11,5% del patrimonio (incidenze che restano pressoché invariate rispetto al 2019). Lo sviluppo locale resta il settore in cui le fondazioni canalizzano la maggior parte delle risorse, incidendo per l’86% sul totale degli investimenti. Dal punto di vista economico, l’esercizio 2021 ha registrato un aumento dei proventi, il cui totale si attesta a circa 2,3 miliardi di euro, il 61,1% in più rispetto al 2020.

Fonte Acri

L’attività istituzionale

L’attività erogativa, intesa come delibere assunte nel 2021, è stata pari a 914 milioni di euro, in diminuzione del 3,8% rispetto all’anno precedente. I motivi di questa contrazione sono però riconducibili alle modalità con le quali le Fondazioni assumono le delibere, ossia considerando l’avanzo di esercizio dell’anno precedente (2020), che risultava in calo del 45% rispetto al 2019. Tuttavia, l’impatto della diminuzione è stato attutito dalla disponibilità dei fondi di stabilizzazione.

Il numero delle iniziative finanziate nel 2021 è stato 18.861 (erano stati 19.528 interventi nel 2020), con un importo medio di 48.459 euro (48.640 euro nel 2020).

Per quanto riguarda la distribuzione delle erogazioni per settore di intervento, nel 2021 si confermano i sette settori da sempre prioritari. Esaminando più dettagliatamente gli importi deliberati in ciascun settore, Arte, Attività e Beni culturali assorbe la quota più alta delle risorse, 245,5 milioni di euro (il 26,9% delle erogazioni totali).  Seguono poi Volontariato, Filantropia e Beneficenza, a cui sono stati destinati 143,2 milioni di euro (15,7% del totale); Ricerca e Sviluppo con un importo di 112,2 milioni di euro (12,3%); Educazione, Istruzione e Formazione a cui vanno 91,5 milioni (10%); Sviluppo locale con 80,7 milioni di euro (8,8%); Assistenza sociale con 72,7 milioni di euro (8%); Salute pubblica con 48,1 milioni di euro (il 5,3% del totale). Tra i restanti settori, che insieme rappresentano il 4% sul totale degli importi erogati, Protezione e Qualità ambientale, pur rappresentando il 2,6% delle erogazioni totali (con 23,5 milioni di euro), risulta in crescita dell’81% rispetto allo scorso anno, in risposta all’aumentata sensibilità per l’emergenza ambientale e climatica.

Fonte Acri

Nel corso dell’anno scorso, sono inoltre proseguite le partnership di sistema, ovvero progetti a valenza nazionale, realizzati in partenariati di gruppi di Fondazioni. È infatti nato nel 2021 il Fondo per la Repubblica Digitale, destinato al sostegno di progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. Il Fondo, il cui sviluppo interesserà il quinquennio 2022-2026, dovrebbe raccogliere risorse pari a circa 350 milioni di euro da parte delle Fondazioni di origine bancarie, assistite da un apposito credito d’imposta e sarà operativo dopo l’estate.

Le politiche di investimento sostenibile

Anche quest’anno, il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) in collaborazione con Acri e MondoInstitutional, ha analizzato gli investimenti delle Fondazioni, con l’obiettivo di monitorare l’integrazione dei temi legati alla sostenibilità nelle loro politiche di investimento e nei processi di gestione patrimoniale.

All’indagine, sotto forma di questionario, hanno risposto 33 Fondazioni che rappresentano l’83% dell’attivo complessivo, circa 37 miliardi, collocate geograficamente per lo più nei territori delle aree Nord Est, Nord Ovest e Centro. I risultati mostrano che, per le Fondazioni rispondenti, anche quest’anno gli investimenti sostenibili risultano circoscritti a una quota minoritaria del patrimonio in gestione.

La classe di attivo in cui vengono maggiormente integrati i temi ESG è quella degli investimenti alternativi, con particolare riferimento a infrastrutture e, a seguire, private equity. In merito alle strategie SRI adottate, quelle che riscuotono più successo sono esclusioni (in particolare la produzione e il commercio delle mine anti-persona e la pornografia) e impact investing (soprattutto nel settore dell’housing sociale). In maniera più limitata convenzioni internazionali e best in class.

Tra i settori dei MRI, quello in cui le Fondazioni si concentrano è l’housing sociale, e, a seguire, private equity e/o private debt.

L’analisi ha rilevato inoltre che la crisi economico-sociale legata alla pandemia da Covid 19 potrà avere in futuro un impatto sull’aumento di quote di patrimonio investito secondo i criteri ESG, come dichiarato dalla maggioranza delle Fondazioni che hanno partecipato all’indagine. Dalla ricerca è emerso, infine, che il tema delle disuguaglianze, pur essendo centrale nell’Attività istituzionale delle Fondazioni, è integrato nelle gestioni patrimoniali in misura limitata, vista anche la complessità della tematica in relazione alle opportunità di investimento.