Il 15 novembre 2023 è l’Equal Pay Day dell’Unione europea, la data che simboleggia quanti giorni in più le donne devono lavorare fino alla fine dell’anno per guadagnare quello che gli uomini hanno intascato nello stesso anno. Le donne nell’Unione europea, infatti, continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio di genere nell’UE pari al 13%. Ciò significa che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagnerà solo 0,87 euro.
Il diritto alla parità di retribuzione per donne e uomini per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è un principio fondante dell’Unione europea sin dal Trattato di Roma del 1957. L’obbligo di garantire la parità di retribuzione è stabilito dall’articolo 157 TFUE e dalla Direttiva sulle pari opportunità e il trattamento degli uomini e delle donne in materia di occupazione e impiego.
In tempi più recenti, la presidente von der Leyen ha annunciato misure vincolanti in materia di trasparenza salariale come una delle sue priorità politiche per questa Commissione. Nel giugno 2019 il Consiglio ha invitato la Commissione a sviluppare misure concrete per aumentare la trasparenza salariale. Nel marzo 2020, la Commissione ha pubblicato la strategia per l’uguaglianza di genere 2020-2025 che definisce azioni per colmare il divario retributivo di genere, seguita pochi mesi dopo dal piano d’azione 2021-2025 sull’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne.
La direttiva sulla trasparenza salariale è entrata in vigore il 6 giugno 2023. Essa stabilisce un quadro chiaro per l’applicazione del concetto di “lavoro di pari valore” e criteri che includono competenze, impegno, responsabilità e condizioni di lavoro. Aiuta inoltre le lavoratrici a identificare e contrastare la discriminazione di cui potrebbero essere vittime e supporta i datori di lavoro nel valutare se nella pratica le loro strutture retributive rispettano il principio della parità retributiva. La direttiva, che punta a garantire che donne e uomini europei ricevano la stessa retribuzione per lo stesso lavoro, potrà essere recepita dalli Stati membri entro tre anni. La Commissione Europea intende sostenere lo sviluppo di strumenti e metodologie affinché i datori di lavoro europei possano correggere eventuali differenze retributive di genere ingiustificate. A tal fine, la Commissione sta stanziando 6,1 milioni di euro nell’ambito del programma Cittadini, Uguaglianza, Diritti e Valori (CERV) per sostenere l’attuazione della direttiva sulla trasparenza salariale negli Stati membri.
“L’Equal Pay Day serve a ricordarci di continuare i nostri sforzi per colmare il divario retributivo di genere. La parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è uno dei principi fondanti dell’UE. Fu stabilito nel Trattato di Roma del 1957. Tuttavia, quest’anno i progressi verso l’eliminazione del divario retributivo di genere sono stagnanti e sono stati lenti nel corso degli anni. Ciò ci ricorda che gli stereotipi di genere continuano a colpire le donne e gli uomini in tutti gli ambiti della vita, compreso quello lavorativo, e che è necessaria un’azione specifica per attuare il principio della parità retributiva. La Commissione lavora costantemente per promuovere la parità tra donne e uomini nell’UE. Lo scorso giugno è entrata in vigore la direttiva sulla trasparenza salariale. Secondo questa nuova legge, i dipendenti potranno far valere il loro diritto alla parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso il diritto alle informazioni sulla retribuzione. Coloro che risultano aver subito discriminazioni salariali basate sul sesso devono ottenere un risarcimento per il lavoro non retribuito e ricevere una retribuzione equa. La trasparenza è fondamentale per apportare un cambiamento reale e questa nuova legislazione rappresenta un passo importante in quella giusta direzione. L’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri sarà ora fondamentale per far rispettare il principio della parità di retribuzione per tutti i cittadini dell’UE”, hanno dichiarato Věra Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza, e Helena Dalli, commissaria per l’Uguaglianza.