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Smart cities

Banca Generali: le smart cities contribuiranno a raggiungere l’SDG numero 11

Le smart cities come soluzione per il problema del sovraffollamento delle metropoli a cui assisteremo in futuro. Secondo le stime, infatti, la popolazione mondiale che vive in contesti urbani salirà dall’attuale 50% al 70% previsto per il 2050. È questo l’argomento della quinta puntata di BG4SDGs, il format con cui la banca guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa indaga lo stato di avanzamento dell’Agenda Onu 2030 attraverso una serie di interviste.

Nel nuovo episodio, Banca Generali ha posto l’attenzione sull’SDG numero 11, ossia come rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. E per farlo ha contattato Marco Pavone, Associate Professor alla Stanford University e Direttore dell’Autonomous Vehicle Research Lab di NVIDIA. Al centro del confronto con Pavone, c’è stato il tema delle tecnologie che possono favorire lo sviluppo concreto delle smart cities.

Secondo il World Urbanization Prospect pubblicato nel 2018 dalle Nazioni Unite, infatti, entro il 2050 i due terzi della popolazione globale vivrà nelle grandi città, con tre Paesi – India, Cina e Nigeria – che faranno da traino per lo sviluppo di questo fenomeno demografico. “Tra le principali problematiche legate ai grandi agglomerati urbani, c’è quello della mobilità. Le auto a guida autonoma sono una delle possibili risposte che intervengono a favore dello sviluppo di città sostenibili e inclusive”, ha commentato Pavone durante il talk, “negli ultimi 10 anni le diverse tecnologie presentate hanno il potenziale di cambiare il mondo della mobilità urbana: le auto elettriche, l’economia della condivisione (car-sharing), la connettività fra veicoli per gestire efficacemente il traffico o i veicoli progettati per fini specifici sono solo alcune delle risposte al problema”.

E non è un caso, infatti, se proprio le nuove tecnologie al servizio delle città smart sono uno dei macrotrend preferiti anche dagli asset manager alla ricerca di nuovi elementi per generare rendimento di lungo periodo nei portafogli degli investitori. Rendimenti che possono essere generati anche dalla crescita delle società attive nello sviluppo e nella gestione dei dati. La grande quantità di dati che circola nelle città intelligenti – grazie all’IoT – può supportare le amministrazioni a gestire meglio le comunità. “Dopo la casa, l’automobile è il secondo investimento di una famiglia dove gli spostamenti occupano tra il 5% e il 10% del tempo di una giornata”, conferma Pavone, “mettere insieme il nuovo sistema di mobilità funzionale e il ritorno finanziario sarà imprescindibile per guardare a un futuro in cui la città sarà simbolo di sostenibilità, sia dal punto di vista sociale che ambientale”.