Bizia Cesarano trame sotto processo prima personale | ESG News

Trame sotto processo

Oltre le sovrastrutture per evolvere, l’invito di Bizia Cesarano nella sua prima personale

Inaugura l’8 dicembre alle ore 18 nell’Atelier di Via del P.co Margherita 18 a Napoli la prima personale dell’artista Bizia Cesarano, giovane promessa della scena artistica contemporanea partenopea. Trame sotto processo è il titolo della mostra a cura di Sveva Ventre in cui Bizia Cesarano ripercorre il cammino intrapreso in questi primi anni di produzione artistica e apre le porte al futuro. Una metafora, quelle delle trame, che ricorre nella sua ricerca: dapprima quali grovigli ingarbugliati portati sulle spalle come un peso, poi come filtri di trame che disegnano i contorni del capoluogo campano, città di nascita dell’artista che ha rappresentato allo stesso tempo assoggettamento e riscatto, fino ad arrivare alle trame degli ultimi lavori, intrecciate a formare corpi di persone, simbolo di un rinnovato senso dello stare in comunità.

“Negli ultimi due anni, in lunghe chiacchierate semestrali con Sveva, mi sono interrogata su quanto il contesto in cui cresciamo ci influenza, imponendoci un’unica prospettiva con cui guardare alle cose che finisce con l’ingabbiarci. Ma è effettivamente così? O è una narrazione di comodo per non ammettere che, in realtà, non vogliamo cambiare prospettiva?” ha dichiarato Bizia Cesarano.

La giovane artista ha scelto nel 2021 di trasferire il centro della propria produzione artistica e di abitare una casa di famiglia. Un luogo d’infanzia, denso di trame della propria storia, in cui ha ritrovato però anche oggetti di un passato comune. Ne è esempio una collezione di libri di ricette e consigli, anch’essa in mostra, con diversi inserti pubblicitari pensati per le donne come “essere bella è un dovere…anche per la donna sportiva” o “abituate le vostre bimbe a lavorare con voi nella massima pulizia! Ameranno di più il loro futuro compito di massaie”.
Uno spazio che ha quindi spinto Cesarano a profonde riflessioni non solo sul proprio vissuto e sulle proprie origini, ma anche sulla società in senso ampio e sulle sovrastrutture di cui è costituita e di cui è difficile liberarsi.

“Vivere piegati sotto il peso del ruolo che la società ci assegna in qualche modo è più facile, perché permette di non confrontarci mai con noi stessi per come siamo realmente” ha continuato la pittrice napoletana,” Così le trame sono diventate grovigli, fatti di intrecci di persone, connessione tra corpi e compromessi spaziali, in cui ognuno cerca la propria posizione nel mondo, unendosi e allontanandosi l’un l’altra in una danza di movimenti. Quest’ultima fase della mia ricerca rappresenta un inno alla libertà”.

Una libertà che si traduce in spinta a non rinchiudersi in un ruolo, bensì a darsi la possibilità di evolvere e vestire gli abiti che si desiderano. A non cambiare a seconda del contesto, ma a portare ovunque con fierezza la propria identità. Un invito a lasciare che ogni parte di sé, ogni trama, comunichi con le altre per formare il luogo che vogliamo abitare. Un discorso universale, quello quindi proposto dall’artista, che valica i confini di età e genere e apre le porte al progresso.

La mostra, visitabile tutti i pomeriggi su appuntamento, è accompagnata da un piccolo booklet, con foto e testo critico, nato dal dialogo con la curatrice Sveva Ventre e pensato proprio come un interrogatorio giudiziario sottoposto a Cesarano nonchè da un blocco in collaborazione con il progetto Blocco # edito da PuntOorg.

Trame sotto processo Bizia Cesarano