Un’esplorazione delle “incursioni industriali su larga scala nel pianeta” e dell’impatto dell’azione umana sugli ecosistemi terrestri: è stata presentata oggi alla stampa BURTYNSKY: Extraction / Abstraction, la mostra sul grande artista canadese Edward Burtynsky che sarà esposta in M9 – Museo del ’900 da venerdì 21 giugno a domenica 12 gennaio 2025.
Curata da Marc Mayer, già direttore della National Gallery of Canada e del Musée d’Art Contemporain di Montreal, con progetto allestitivo di Alvisi Kirimoto, è la più ampia esposizione mai realizzata sugli oltre quarant’anni di carriera del fotografo e, dopo il fortunato debutto alla Saatchi Gallery di Londra, arriva per la prima volta in Italia.
Dopo l’exploit di Banksy. Painting Walls, M9 suggerisce un nuovo sguardo sui grandi temi e sulle urgenti sfide del presente attraverso il linguaggio dell’arte e, per la seconda mostra temporanea dell’anno, l’attenzione viene ora posta sul paesaggio e il cambiamento climatico, nelle interazioni tra uomo e ambiente.
BURTYNSKY: Extraction / Abstraction, infatti, indaga le conseguenze ambientali del sistema industriale: un tema che rappresenta il codice distintivo del fotografo, acclamato in Italia grazie al progetto Anthropocene del 2019, che ha poi viaggiato in tutto il mondo, riscuotendo sempre critiche entusiastiche. In questa nuova esposizione, grazie alla profonda comprensione storica dei processi industriali novecenteschi, dei contesti geografici e culturali selezionati nelle sue campagne, Burtynsky invita gli spettatori a guardare oltre quei luoghi fotografati, oltre la nostra esperienza e le nostre aspettative, per capire davvero l’impatto dell’uomo sul futuro degli habitat terrestri.
Le grandi fotografie di Burtynsky si presentano a un primo sguardo come affascinanti e indecifrabili campiture di colori e di forme astratte, che lasciano gli osservatori sospesi di fronte a oggetti naturali o antropici spesso non immediatamente intellegibili, ma capaci di attirarli dentro l’opera.
BURTYNSKY: Extraction / Abstraction si compone di sei sezioni tematiche che illustrano tutti i principali campi di azione del fotografo canadese, con oltre 80 fotografie di grande formato, 10 enormi murales ad altissima definizione e alcuni dei principali strumenti fotografici che hanno reso celebre Burtynsky, inclusi quei droni che gli hanno permesso di allargare ulteriormente l’obiettivo delle sue fotocamere. A queste si aggiungono ulteriori elementi, integrati negli spazi di M9, frutto di un dialogo concettuale tra la mostra e la narrazione del Museo sulle trasformazioni sociali, economiche e politiche del Novecento.
Nel corridoio del secondo piano infatti saranno esposte nove fotografie della campagna fotografica commissionata a Burtynsky dalla Fondazione Sylva nel 2022 per testimoniare gli effetti della Xylella sugli olivi pugliesi: un disastro ambientale che ci permette di cogliere e misurare concretamente gli effetti del cambiamento climatico anche sul nostro Paese.
Infine, nella nuova sala M9 Orizzonti, verrà proiettato, in modalità immersiva e per la prima volta in Italia, il pluripremiato cortometraggio In the Wake of Progress [Sulla scia del progresso] (2022), coprodotto da Burtynsky assieme al celebre produttore musicale Bob Ezrin e con le musiche originali del compianto Phil Strong.
A corredo della mostra, tra l’estate e l’autunno 2024, si svilupperà nell’Auditorium “Cesare De Michelis” un public program di incontri e proiezioni sui grandi temi dell’Antropocene, della transizione energetica e della sostenibilità ambientale. Si parte sabato 22 giugno – in occasione dell’Art Night promossa dall’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con il Comune di Venezia – con il documentario Manufactured Landscapes di Jennifer Baichwal (Canada 2006, 90′), che segue il fotografo canadese nelle sue prime campagne di documentazione in Cina, tra mega fabbriche manifatturiere e nuove dighe idroelettriche che hanno imposto spostamenti forzosi alla popolazione residente nelle aree circostanti. Sarà poi la volta di Watermark (2013) e del pluripremiato ANTHROPOCENE: The Human Epoch (2018), il progetto grazie al quale il nome di Burtynsky si è affermato in tutto il mondo.
“Siamo veramente orgogliosi di presentare oggi questa mostra dallo straordinario valore artistico”, ha dichiarato Vincenzo Marinese, Presidente di Fondazione di Venezia. “Grazie alla collaborazione con uno dei più grandi fotografi in attività, BURTYNSKY: Extraction / Abstraction ha per M9 un significato molto importante, perché consolida e riconosce il posizionamento internazionale del Museo e, allo stesso tempo, arricchisce il suo percorso di crescita quale punto di riferimento per il territorio: un ruolo che, grazie a questa mostra, si rinforza attivando un dialogo aperto sui grandi temi dei nostri giorni”.
Il momento più significativo della programmazione autunnale sarà il ritorno di Edward Burtynsky in M9, giovedì 14 novembre, per una conversazione con Giovanna Calvenzi, grande storica della fotografia.
“Con questa splendida esposizione, M9 prosegue il suo racconto intrecciato tra le storie del Novecento e i loro segni nel presente attraverso i linguaggi dell’arte”, ha commentato Serena Bertolucci, Direttrice di M9 – Museo del ’900. “La missione di M9 è invitare i visitatori a porsi nuovi interrogativi sulle sfide e le urgenze dei nostri tempi: attraverso le magnifiche testimonianze di Burtynsky, vogliamo porre un nuovo sguardo sull’eredità dell’età industriale sul pianeta, indagando il rapporto tra uomo e natura”.