Il CdA dell’iniziativa Science Based Targets (SBTi) ha chiarito che “non è stata apportata alcuna modifica agli attuali standard SBTi”. Tale dichiarazione segue una forte reazione interna che c’era stata in risposta al suo recente annuncio di piani per aggiornare lo standard per la definizione di obiettivi aziendali net zero includendo l’uso dei certificati EAC (energy attribute certificate), come i crediti di riduzione delle emissioni, per contribuire ad affrontare le emissioni Scope 3.
Addirittura, erano state segnalate lettere del personale di SBTi in risposta all’annuncio del consiglio, in cui si indicava che il personale era “profondamente preoccupato” per la dichiarazione e, secondo quanto riferito, chiedeva le dimissioni dell’amministratore delegato e dei membri del consiglio. La preoccupazione di base era che le compensazioni delle emissioni tramite certificati come gli EAC potessero sostituire la volontà di ridurre effettivamente le emissioni.
Secondo gli obiettivi fissati dalla SBTi, le funzioni chiave delle organizzazioni includono la definizione e la promozione delle migliori pratiche nella riduzione delle emissioni e degli obiettivi di zero emissioni in linea con la scienza del clima, garantendo assistenza tecnica alle aziende che stabiliscono obiettivi basati sulla scienza e fornendo alle aziende una valutazione e una convalida indipendenti dei loro obiettivi di riduzione delle emissioni. .
L’annuncio dell’organizzazione ha fatto seguito al lancio di una richiesta di prove lo scorso anno riguardante l’uso dei certificati EAC nel suo aggiornamento pianificato del Corporate Net Zero Standard di SBTi, utilizzato per valutare e certificare gli impegni di decarbonizzazione delle aziende per raggiungere emissioni nette pari a zero e per agire come un modello per la definizione di obiettivi climatici da parte delle imprese su base scientifica. Lo standard iniziale, emesso nel 2021, non consentiva crediti di carbonio per la riduzione delle emissioni.
Nell’ultima settimana, il consiglio di amministrazione di SBTi ha affermato che l’uso dei certificati di attribuzione energetica nell’ambito dello standard rivisto sarebbe limitato all’abbattimento delle emissioni Scope 3, aggiungendo che lo standard includerebbe “soglie specifiche, nonché regole da applicare per questi certificati”.
Le emissioni Scope 3, che hanno origine nelle catene del valore delle aziende, in genere costituiscono la maggioranza dell’impatto delle emissioni delle aziende, spesso rappresentando oltre il 90% delle emissioni complessive, ma sono anche più difficili da misurare e gestire, poiché si verificano in aree al di fuori del controllo diretto delle società.
Nel suo chiarimento, il consiglio di amministrazione di SBTi ha affermato che “qualsiasi utilizzo degli EAC per lo Scope 3 sarà sostenuto da prove” e che prevede di pubblicare un documento di discussione a luglio sui potenziali cambiamenti, prima della fase di stesura dello standard aggiornato. Il consiglio ha inoltre confermato che eventuali modifiche allo standard verranno apportate secondo la procedura operativa standard dell’organizzazione.