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Relazione sulla competitività UE

Piano Draghi “salva economia”: sul piatto anche elementi chiave per la transizione sostenibile dell’UE

Mario Draghi ha presentato il rapporto sulla competitività UE che gli aveva commissionato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen un anno fa per rilanciare l’economia del continente. E nelle priorità indicate dall’ex presidente della BCE vengono indicati anche fattori chiave della trasformazione sostenibile dell’UE quali energia, tecnologie pulite, digitalizzazione e trasporti. Il messaggio è chiaro: la trasformazione ecologica è una priorità e vanno favorite le tecnologie e i settori che possano accelerare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione aiutandoli a incrementare la propria competitività e non solo gravandoli di normative sempre più stringenti.

Elemento chiave del rilancio sono le risorse finanziarie, con un massiccio ricorso a nuovi investimenti. Il dettagliato piano, oltre 400 pagine, per essere attuato necessiterà infatti tra i 750 e gli 800 miliardi di investimenti annui in più rispetto al livello attuale, ammontare pari al 4,7% del Pil continentale. Una cifra considerevole che corrisponde, per dare un’idea, al doppio del famoso piano Marshall varato per rilanciare l’economia europea del dopoguerra. Investimenti senza i quali “il nostro benessere, la nostra società e persino la nostra libertà saranno a rischio”, avvisa Draghi che ha ribadito la necessità di cambiare, “oppure sarà una lenta agonia”. L’attesa relazione, che sarà ora discussa a livello comunitario, fornisce anche indicazioni su come gestire il processo decisionale europeo e su come reperire le risorse finanziarie necessarie alla trasformazione, invitando a diminuire il numero di scelte che vengono prese all’unanimità e a promuovere l’emissione di debito comune per finanziare i nuovi investimenti necessari.

È un’Europa, dunque, che, stando alle parole di Super Mario, ha davanti a sé “una sfida esistenziale” per riuscire a non ridimensionare le proprie ambizioni economiche. Ma è al contempo una UE che deve far fronte alle sfide della sostenibilità imposte ormai dal nostro Pianeta. Vediamo quali sono le indicazioni fornite dalla relazione di Draghi sulle priorità che toccano i temi della sostenibilità dell’economia e della trasformazione ecologica.

Tra le questioni rilevanti l’ex premier evidenzia l’importanza dei settori industriali energivori per ridurre la dipendenza UE da paesi terzi e sottolinea come, seppur responsabili di elevate emissioni di gas serra, sono anche i comparti più impegnati sul fronte delle nuove tecnologie green e dell’innovazione. Stando al rapporto, troppe regolamentazioni gravano ad oggi su questi settori che dovrebbero invece essere sussidiati per ridurre l’impatto ambientale, e sarà importante valutare i prossimi passi per l’attuazione del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), la normativa europea che prevede una tassa sulle emissioni generate dai prodotti importati dalle aziende.

Il piano sottolinea inoltre che per poter raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 sono fondamentali le tecnologie pulite sulle quali però pesano gli alti costi di produzione determinati dalle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, come i minerali rari. La Cina oggi domina il mercato sia sul fronte delle batterie che delle energie rinnovabili (pannelli solari, turbine eoliche pompe a calore), mentre l’UE è ben posizionata nella Carbon Capture and Storage (CCS) e nella produzione di elettrolizzatori. Per aumentare la competitività europea secondo la relazione è necessario introdurre negli appalti pubblici quote predeterminate di produzione locale e promuovere la mobilità dei lavoratori specializzati tra i Paesi europei.

Focus poi su digitalizzazione e trasporti. La prima è fondamentale per rendere o mantenere competitivi tutti i settori dell’economia e migliorare i servizi pubblici offerti dalla comunità, la sanità e l’istruzione oltre che per rafforzare l’autonomia strategica del continente. Per Draghi la risposta al ritardo comunitario nello spiegamento di reti a fibre ottiche, nell’uso e nella ricerca dell’intelligenza artificiale, e nella produzione di semiconduttori sono il completamento del mercato unico, il rafforzamento e la capacità informatica dei maxi-computer, e investimenti comunitari nella produzione di chip.

Infine, in merito ai trasporti la relazione riconosce il ruolo strategico del settore per la transizione a un’economia a emissioni nette zero. Su tale fronte stop a nuove regolamentazioni, sì all’applicazione di quelle esistenti di concerto alla mobilitazione di finanziamenti pubblici e privati.