Rating e dati ESG

IOSCO: ridurre i conflitti di interesse per aumentare l’affidabilità delle valutazioni ESG e dei dati

IOSCO, la principale associazione internazionale delle autorità di regolamentazione dei titoli, ha pubblicato una serie di raccomandazioni sul settore dei dati ESG in cui chiede che venga istituita una supervisione dei rating ESG e dei fornitori di prodotti dati. Le lacune del settore sono numerose e riguardano la mancanza di standard e di omogeneità nelle coperture. Capita inoltre spesso che i provider dei dati e delle valutazioni ESG forniscano anche servizi di consulenza. Tali servizi potrebbero generare potenziali conflitti di interesse e ridurre l’affidabilità dei rating e dei dati ESG. È quanto emerge dal Final report pubblicato da IOSCO (International Organization of Securities Commissions), su Environmental, Social and Governance (ESG) Ratings and Data Products Providers, in cui l’organizzazione internazionale ha esplorato gli sviluppi, le sfide e le implicazioni del ruolo, sempre più importante, delle valutazioni e della produzione di dati ESG per i mercati finanziari e ha fornito una serie di raccomandazioni.

La sensibilità degli investitori ai potenziali rischi finanziari posti dal cambiamento climatico e all’impatto delle considerazioni ESG sta crescendo, e in parallelo aumenta lo spazio dedicato a questi elementi all’interno del processo decisionale in materia di investimenti. Sempre di più chi investe intende valutare la comprovata esperienza in termini di sostenibilità delle aziende e questo, assieme agli sviluppi normativi, incoraggia la formulazione di nuovi rating ESG e data product al riguardo.

Negli ultimi anni infatti si è assistito alla proliferazione di partecipanti nel settore delle valutazioni ESG e della produzione di dati, tra cui spiccano anche gli operatori di mercato consolidati – come le agenzie di rating del credito (direttamente o tramite affiliate) o i mercati di scambio regolamentati. Si prevede che tale tendenza continui e che il mercato dei dati ESG raggiunga 1 miliardo di dollari entro il 2021, con una crescita annuale prevista del 20%, mentre gli indici ESG potrebbero crescere del 35%.

L’indagine della IOSCO ha confermato che c’è poca chiarezza e allineamento sulle definizioni, su cosa misurare e su che tipo di dati e valutazioni utilizzare; in aggiunta c’è una assenza di trasparenza circa le metodologie alla base di queste valutazioni che inficia la qualità delle stesse e non permette di determinarne la robustezza e, quindi, generare fiducia tra chi le utilizza.

Inoltre, vi è una copertura disomogenea dei prodotti offerti, con alcuni settori o aree geografiche che beneficiano di una maggiore presenza rispetto ad altri, e questo crea delle lacune per gli investitori che cercano di seguire determinate strategie di investimento. Come accennato, poi, emergono preoccupazioni circa la gestione dei conflitti di interesse quando i soggetti che forniscono valutazioni e dati ESG, o delle entità a loro strettamente associate, effettuano servizi di consulenza per le società oggetto di tali rating o data product.

Infine, il report constata la necessità di un miglioramento della comunicazione tra provider e aziende che sono oggetto di valutazioni ESG, al fine di garantire la validità delle informazioni. La mancanza di interazione tra le due parti infatti sussiste in tutte le fasi: raccolta, valutazione e pre-pubblicazione.

Sulla base di tali considerazioni dunque IOSCO ha formulato una serie di raccomandazioni sia per il regolatore, sia per chi fornisce tali strumenti e chi ne fa uso.

In primis, si ribadisce l’esigenza di un supporto e una guida da parte del regolatore sia per i provider delle valutazioni e dei dati, sia per chi li utilizza. Al contempo, i fornitori di valutazioni e dati ESG potrebbero prendere in considerazione l’adozione e l’attuazione di procedure scritte intese a contribuire all’emissione di rating ESG di alta qualità basati, ove possibile, su fonti di dati pubblici o – se necessario – su altre fonti, utilizzando metodologie trasparenti e definite.

Rendere adeguati i livelli di divulgazione pubblica e trasparenza è una priorità per le valutazioni ESG, assieme all’inclusione delle metodologie e dei processi utilizzati – all’interno e all’esterno – per consentire a chi le usa di capire meglio il prodotto offerto e il modo in cui viene progettato, e per aumentare così l’affidabilità e la fiducia del mercato. In tale direzione, protocolli pubblici e scritti permetterebbero di assicurare anche che le decisioni prese siano indipendenti, libere da interferenze politiche o economiche, consentendo di affrontare adeguatamente i potenziali conflitti di interesse.

Il processo di raccolta dei dati potrebbe essere perfezionato attraverso una maggiore trasparenza e chiarezza sulla tempistica dei questionari proposti alle società e dando la possibilità alle aziende di aggiornare le informazioni, o verificarne l’accuratezza, utilizzando documenti già compilati in precedenza dalle stesse assieme a indagini con informazioni storiche o pubblicamente disponibili.

“Gli investitori dovrebbero essere in grado di comprendere e fidarsi delle valutazioni ESG e dei prodotti di dati che utilizzano; l’attuazione delle raccomandazioni della IOSCO contribuirà a raggiungere tale risultato”, ha dichiarato Erik Thedéen, presidente della Task Force Finanza Sostenibile della IOSCO e direttore generale di Finansinspektionen, cioè l’autorità di supervisione finanziaria della Svezia.