La direttiva sulla due diligence per la sostenibilità europea, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD), è stata rimossa dall’ordine del giorno dell’incontro di oggi che doveva tenersi presso il Consiglio UE. Il motivo è che non si prevedeva che si raggiungesse la maggioranza tra i paesi dell’UE. E finora non è stata fissata alcuna nuova data per il voto.
La legge, che mira a rendere le aziende responsabili per le violazioni dei diritti umani nella loro catena del valore, è stata contestata per timori legati all’aumento degli oneri burocratici delle aziende. La legge sulla due diligence, infatti, obbligherebbe le aziende a verificare l’impronta di carbonio dei propri fornitori o l’uso del lavoro forzato, ma i gruppi imprenditoriali temono che sia un passo troppo lontano.
Dopo l’intervento del partito liberale tedesco FDP, il governo tedesco aveva annunciato che si sarebbe astenuto, poiché prevedeva che i partiti non sarebbero riusciti ad accordarsi su una posizione unanime, nonostante verdi e socialisti di Berlino auspicassero l’approvazione della direttiva.
Se la votazione fosse avvenuta oggi, secondo una fonte diplomatica riportata da Euractiv, anche l’Italia si sarebbe astenuta. In tal caso, la legge probabilmente non avrebbe raggiunto la necessaria maggioranza “qualificata” di 15 paesi dell’UE che rappresentino almeno il 65% della popolazione.
I prossimi passi non sono chiari, poiché le imminenti elezioni europee implicheranno una dura interruzione di qualsiasi lavoro legislativo, dato che l’ultima riunione del Parlamento europeo sarà ad aprile. Di certo, a pagare le consegue di questi ritardi e rinvii, saranno soprattutto i lavoratori che svolgono la propria mansione in condizioni di violazione dei diritti umani.