Private Equity

BCG – World Economic Forum: come il private equity può creare valore sostenibile

Utilizzare la capacità di influenzare la governance delle società controllate per trasformare in green le società in portafoglio. Un nuovo whitepaper, “Creating Value Through Sustainability in Private Markets”, frutto di una collaborazione tra il World Economic Forum e Boston Consulting Group (BCG), identifica i passi necessari che l’industria del private equity può seguire per guidare il cambiamento verso un’economia più sostenibile.

Il presupposto di partenza dell’analisi è che l’industria del private equity abbia un’opportunità unica di rappresentare un fattore chiave nella lotta al cambiamento climatico, grazie al suo modello basato sulla piena proprietà delle aziende in portafoglio e la relativa libertà dalle pressioni a breve termine. 

“Molte società di private equity stanno perdendo l’opportunità di creare un reale valore finanziario attraverso investimenti sostenibili a lungo termine”, sostiene Shrinal Sheth, Project Lead Investing del World Economic Forum. L’industria del private equity è invece ben posizionata per indirizzare i propri investimenti sempre più verso temi sostenibili. “I leader del settore interessati a guidare le soluzioni climatiche devono agire rapidamente per garantire che le loro aziende stiano operando in modi che consentano loro di creare con successo un valore sostenibile”, conclude l’esperta. 

Tuttavia, alcuni ostacoli come le lacune di conoscenza, i disallineamenti organizzativi interni e un’eccessiva attenzione solo alla fase del disinvestimento bloccano ancora l’industria del private equity dal realizzare pienamente il suo potenziale nel guidare i cambiamenti della sostenibilità.

Trasformare le attività “grigie” in “verdi”

Lo studio mostra che le società di private equity possono migliorare la performance di sostenibilità delle attività ad alta emissione investendo in opportunità a lungo termine per renderle più verdi, invece di perseguire unicamente approcci di disinvestimento. 

“Molti investitori di private equity evitano le attività “grigie” o ad alta emissione nel tentativo di decarbonizzare i loro portafogli”, spiega Greg Fischer, partner e direttore di BCG e coautore del whitepaper, “Questa è un’opportunità persa. Non possiamo abbandonare la strada verso lo zero netto. Affrontare la sfida della decarbonizzazione richiede investimenti e impegno. Il private equity – con la sua capacità di sostenere trasformazioni strategiche e un orizzonte più lungo rispetto ai mercati pubblici – è idealmente posizionato per soddisfare questa necessità, trasformando le attività ad alta emissione “dal grigio al verde” e facendo progressi reali verso la nostra ambizione globale”.

Secondo quanto scritto nel whitepaper, i tre fattori chiave per attuare questa trasformazione sono:

– Piani di riduzione delle emissioni per integrare gli attuali obiettivi di decarbonizzazione del portafoglio; 

– Prezzi del carbonio per aiutare gli investitori a cogliere più direttamente il valore delle loro iniziative di decarbonizzazione;

– Politiche di uscita e decarbonizzazione chiare per le attività ad alta emissione che definiscano esplicitamente le traiettorie previste, forniscano incentivi agli sponsor per intraprendere trasformazioni di sostenibilità audaci e che rendano i proprietari responsabili di assicurare che le attività ad alta emissione che cedono siano vendute non al miglior offerente ma a nuovi proprietari con piani di decarbonizzazione ben definiti. 

Cinque passi verso la sostenibilità nel private equity

Il whitepaper identifica cinque primi passi che le società di private equity devono fare per assicurarsi che i loro investimenti guidino un cambiamento sostenibile.

Investire in capacità e cultura

Le lacune nelle capacità operative e nella cultura sono alcune delle principali barriere all’efficacia delle proprie azioni da parte di investitori e gestori nel private equity. Mancanza di visione, per esempio, espressa da parte di quegli investitori che considerano la sostenibilità ancora come come una questione legata a pratiche formali di conformità alle regole stabilite e ai quali sfugge la comprensione delle reali opportunità di creazione di valore legate alla trasformazione del modello economico per renderlo più sostenibile.

Sotto il profilo dei manager, inoltre, occorre assicurarsi che la leadership del fondo includa persone con una rilevante esperienza operativa e di investimento tradizionale, insieme a una mentalità votata alla sostenibilità che permetta di capire quali sono le leve operative sulle quali si può agire per la realizzazione dei propri obiettivi. E che siano in grado di mettere a punto un contesto organizzativo favorevole al cambiamento.

Concentrarsi su un piano a lungo termine

Sviluppare capacità e guidare un cambiamento culturale può comportare difficoltà soprattutto nel momento iniziale. Per mantenere la rotta, la leadership del private equity deve approfittare della maggiore flessibilità dell’orizzonte temporale nei mercati privati e ottimizzare il risultato a lungo termine, non solo i successi rapidi.

Comunicare il piano e i progressi misurabili lungo il percorso

Dato il lungo orizzonte temporale necessario per vedere i risultati a livello di asset e di portafoglio, comunicare il piano a lungo termine e i progressi verso di esso a tutte le parti interessate è vitale per assicurarsi e mantenere la partecipazione. Questo sforzo dovrebbe includere l’uso sia di metriche standardizzate che di rapporti personalizzati.

Non limitarsi a disinvestire, ma avviare una trasformazione

Il modello di proprietà completa del private equity e la flessibilità di avere una visione a più lungo termine rispetto ai mercati pubblici dovrebbero permettere al settore di trasformare gli asset in ritardo sul fronte sostenibilità. Finora, questa opportunità non è stata colta: il disinvestimento e la rotazione settoriale offrono rapidi successi per un singolo investitore, ma non rimuovono gli asset in ritardo rispetto ai temi sostenibili. Le sfide della sostenibilità, secondo quanto emerge dal whitepaper, devono essere affrontate di petto impiegando il capitale per trasformare gli asset “grigi”. Sebbene tra il 2019 e il 2021 siano stati lanciati più di 70 nuovi fondi per il clima, la maggior parte si concentra principalmente sul finanziamento di nuove tecnologie e fattori abilitanti legati al clima e non sulla decarbonizzazione degli asset ad alta emissione esistenti.

Collaborare per affrontare gli ostacoli principali

Affrontare le sfide di misurazione e stabilire i giusti incentivi non può essere realizzato in modo isolato. Investitori e gestori di tutto il settore devono continuare a collaborare per stabilire standard e politiche.

“È tempo che il private equity prenda sul serio il suo ruolo nell’affrontare la crisi globale del cambiamento climatico”, ammonisce concludendo Shrinal Sheth.