Engagement ESG

Shell, il fondo sovrano norvegese chiede più informazioni sui nuovi obiettivi climatici

Il fondo sovrano norvegese da 1,6 trilioni di dollari, Norges Bank Investment Management (NBIM), ha esortato la Shell a fornire agli investitori maggiori informazioni sui suoi obiettivi climatici rivisti, ma allo stesso tempo ha affermato che non sosterrà la richiesta di un gruppo di 27 azionisti affinché la compagnia petrolifera rafforzi tali obiettivi. Il gruppo di azionisti ha depositato una risoluzione da votare all’assemblea generale annuale (AGM) di Shell, che si aprirà il 21 maggio.

Il fondo patrimoniale norvegese è il più grande investitore mondiale in azioni e la Norges Bank Investment Management (NBIM), che gestisce il fondo, è il secondo maggiore azionista di Shell con una quota del 3,03%, secondo i dati LSEG.

Shell a marzo ha indebolito l’obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio per il 2030 e ha annullato l’obiettivo di riduzione dell’intensità di carbonio per il 2035, citando le aspettative di una forte domanda di gas e l’incertezza sulla transizione energetica. L’azienda, tuttavia, ha riaffermato un piano per ridurre le emissioni a zero entro il 2050.

“La strategia di transizione energetica di Shell si è evoluta sotto il nuovo amministratore delegato. Riteniamo tuttavia che mantenga sufficientemente le componenti principali di un piano di transizione allineato a Parigi”, ha affermato il fondo sovrano norvegese sul suo sito web, riferendosi all’accordo di Parigi del 2015 sulla lotta al cambiamento climatico. “Abbiamo incoraggiato Shell a fornire ulteriori informazioni strategiche che potrebbero ridurre l’incertezza sulla direzione della società a metà degli anni ’30”, si legge ancora sul sito di NBIM.

La risoluzione dei 27 investitori, la più grande finora in termini di dimensioni dei partecipanti, è guidata dall’azionista attivista Follow This. Gli investitori gestiscono complessivamente circa 4 trilioni di dollari di asset. La risoluzione sollecita Shell ad allineare i suoi obiettivi di riduzione del carbonio a medio termine con l’Accordo di Parigi, comprese le emissioni derivanti dai carburanti bruciati dai consumatori Shell.

In un avviso prima dell’Assemblea generale, Shell ha raccomandato di votare contro la risoluzione, affermando che “è contraria sia al buon governo che agli interessi degli azionisti, e ha anche conseguenze negative per i nostri clienti”.