Salone del risparmio

Perissinotto (Eurizon), come coinvolgere le aziende per creare valore con la sostenibilità

La sostenibilità rappresenta l’elemento fondante della strategia, che unisce aziende e società del risparmio gestito. Gli asset management sono chiamati a rispondere nelle proprie scelte di portafoglio a criteri sempre più selettivi sotto il profilo ambientale, sociale e di governance e nello stesso tempo, proprio attraverso i propri investimenti, devono aiutare a indirizzare il processo di trasformazione verso nuovi modelli di sviluppo sostenibili. Uno stimolo a cui le aziende rispondono e a loro volta si fanno interpreti di una spinta innovativa verso sistemi produttivi sempre più sensibili nei confronti del pianeta e delle persone, alla luce anche delle nuove dinamiche su globalizzazione e risorse energetiche. Su questi temi si sono confrontati al Salone del Risparmio Saverio Perissinotto, amministratore delegato e direttore generale di Eurizon Capital Sgr, Gaetano Marzotto, presidente del gruppo Vinicolo Santa Margherita e Federico Baroncelli , ESG Investor Relations Manager di Enel, in un incontro dal titolo “Strategie sostenibili: fare impresa in contesti di forte cambiamento geopolitico, economico e finanziario”. Ne sono nate tre testimonianze di come i diversi attori economici, un imprenditore del settore agricolo, il maggiore asset manager italiano e un manager della principale utility del Paese, interpretano il percorso verso la sostenibilità.

Marzotto, la sostenibilità che affonda le radici nella terra

“Mio nonno non conosceva il termine ESG, ma già aveva abbracciato un modo di operare sostenibile. Perché sapeva che per fare un buon vino occorrono ottima terra e ottime cantine, oltre a persone capaci. E bisogna rispettare la vigna, che significa”, spiega il presidente del gruppo Vinicolo Santa Margherita, “evitare prodotti chimici come gli antiparassitari, trattare la terra in modo biologico e non usare i bisolfiti”.

Scelte rispettose della natura che portano alla qualità del prodotto che pagano in termini economici a dimostrazione dell’assunto che le tematiche ESG vanno a braccetto con la redditività. “Siamo “best premium seller” sul mercato americano dove siamo presenti da 35 anni”, sottolinea Marzotto.

Ma la sostenibilità riguarda tutto il ciclo produttivo e non può non toccare anche il tema dell’energia, in un momento come l’attuale, e anche le tematiche sociali. “Anche in questo senso la cittadina di Villanova, costruita a misura d’uomo, con una vetreria a chilometro zero dalle vigne e impianti a biomasse per l’energia, rappresenta un progetto precursore. Noi abbiamo continuato sulla stessa strada tappezzando di pannelli solari tutto lo stabilimento e vogliamo investire ancora in un impianto a biomasse, ma da questo punto di vista la legislazione deve fornire un quadro di certezze” aggiunge l’imprenditore.

E per il vetro è importante anche il tema della circolarità. “Il 50% del vetro che utilizziamo è riciclato, significa meno silicio, meno acqua e minore energia. E per fare andare i moderni forni non ci sono operai, ma tecnici preparati e attenti alla sostenibilità” rileva Marzotto. Tutti temi, dal prodotto al packaging e a tutto il ciclo produttivo che sono essenziali per restare al passo della clientela più giovane, quella delle generazioni X,Y e Z, che per i vini Bio sono disposti a pagare anche il 20% di prezzo in più.

Perissinotto, a rischio rendimento si aggiunge la sostenibilità

ESG è un percorso di lungo respiro anche per l’industria finanziaria. Ed Eurizon, il principale gruppo del risparmio gestito italiano con masse per circa 430 miliardi di euro, ha avviato questo percorso 25 anni fa.

“Tutto nasce da un rapporto di fiducia tra noi e il cliente su rendimento atteso e rischio, oggi entra una terza variabile: essere rispettosi della sostenibilità. Il nostro ruolo”, spiega Perissinotto, “è anche aiutare le aziende a essere sostenibili”.

Come asset manager, il tema della sostenibilità lo si interseca a tre livelli: nelle scelte di investimento e quindi nella definizione dell’universo dove investire, nel promuovere la trasformazione delle aziende e nel sostenere i grandi progetti di sviluppo sostenibile del Paese. “La transizione energetica implica uno sforzo economico importante, stimato in circa 2,5 trilioni. Oltre” osserva Perissinotto, “gli investitori privati devono affiancare il pubblico fornendo capitali per circa 1,5 trilioni”.

Ma per un asset manager è importante anche promuovere l’attenzione all’ambiente e alle persone al proprio interno. “La sostenibilità è anche figlia di comportamenti individuali ed è diventata uno dei valori che i colleghi di Eurizon hanno fatto propri e mettono in pratica con i comportamenti individuali” precisa l’ad del gruppo.

Ma, una volta individuati i processi, occorre renderli trasparenti e coinvolgere le persone, clienti e risparmiatori, per aiutarli a compiere un percorso di scelte consapevoli.

“Esiste una metrica ben definita su come si investe nella sostenibilità: investire in aziende rispettose della sostenibilità nel lungo periodo dà risultati migliori. Bisogna lavorare per rendere questo processo d’investimento il più trasparente possibile. Tutto ciò che noi facciamo in termini di sostenibilità è tracciato e messo a disposizione del cliente. Il tema vero” evidenzia Perissinotto, “è l’accesso per il cliente finale a questa ricchezza informativa”.

E l’approccio verso le tematiche ambientali sociali e di governance deve essere orientato alla loro efficacia e non diventare una semplice presa in carico di regole formali. “Bisogna far sì che l’accesso alle tematiche ESG non sia un fardello regolamentare ma aumenti la consapevolezza del risparmiatore” mette in luce il manager, che sottolinea come Eurizon abbia aderito alla Net Zero Asset Manager Initiative a novembre dell’anno scorso e sia fortemente impegnata con azioni di engagement “estremamente sostenute” sulle tematiche ESG per raggiungere obiettivi concreti.

Baroncelli, le rinnovabili sono la priorità

Per il principale produttore di energia elettrica italiano la priorità in questa fase è lo sviluppo delle energie rinnovabili. E, nel caso di Enel, parliamo soprattutto di idroelettrico e biomasse, seguiti da solare ed eolico onshore, quindi progetti sulla terra ferma. “Una accelerazione che viene dalla necessità di arrivare a un modello di produzione dell’energia a basse emissioni e ora rafforzato dalla necessità di rendersi indipendenti dagli approvvigionamenti di gas dalla Russia. Per realizzare questo obiettivo” afferma l’ESG investor relations di Enel, “occorre attivare circa 70 giga di capacità al 2030. Bisogna essere in grado di realizzare i processi in modo veloce. Cosa che finora la burocrazia non ha favorito, ma iniziamo a vedere un miglioramento”.

Oltre alle rinnovabili gli investimenti saranno indirizzati allo sviluppo di batterie, elemento chiave per tutto lo sviluppo delle energie pulite. Resta fuori dalle priorità, invece, l’idrogeno verde considerato al momento troppo costoso e difficile da trasportare.

E per finanziare gli importanti investimenti Enel è stata tra i primi a ricorrere al mercato dei green bond e le emissioni del gruppo dal 2017 hanno raggiunto3,5 miliardi di euro. “Per la più recente operazione, da 750 milioni in sterline, abbiamo utilizzato l’innovativo strumento dei sustainability bond. A differenza dei green bond non sono legati ad un unico progetto, ma a obiettivi di sostenibilità dell’azienda. Sono quindi più flessibili ed efficaci. Se non raggiungono i target, c’è un incremento del tasso di interesse. Nel caso dell’ultimo bond è previsto uno step up di 25 basis point” spiega il manager. Per ora però ad Enel è andata bene. “Abbiamo aumentato la raccolta e i costi sono di 15-20 punti base inferiori rispetto alle obbligazioni tradizionali (plain vanilla)“.

Anche per Baroncelli la comunicazione dei risultati ESG rimane un fattore chiave. E gli investitori cosa vogliono sapere? Il maggiore interesse resta focalizzato sulla decarbonizzazione quindi sugli obiettivi in termini di riduzione di Co2. A questo riguardo Enel ha già annunciato di avere anticipato dal 2050 al 2040 l’obiettivo Net Zero. Tra gli altri argomenti di interesse vi sono la just transition nel caso per esempio delle chiusure delle centrali che sia previsto il reimpiego delle persone e poi la coerenza tra gli obiettivi di sostenibilità e le attività di lobbying.