impatto

Impact Investing

Per M&G la strada per raggiungere gli obiettivi SDGs 2030 è l’Impact Investing

Servono 2,5 trilioni di dollari all’anno per colmare il gap tra gli investimenti che sarebbero necessari e quelli che vengono effettuati realmente ogni anno per raggiungere gli SDGs delle Nazioni Unite fissati per il 2030. Secondo la stima fornita da un’indagine dell’UNEP Finance Initiative del 2018 per riuscire a conseguire i 17 obiettivi fissati dello sviluppo sostenibile, gli investimenti annui dovrebbero toccare i 6 trilioni all’anno, ma attualmente raggiungono solamente i 3,5 trilioni di cui 1,6 provenienti da finanziamenti statali e 1,9 da investimenti di privati. Il ruolo di catalizzatore per attivare le risorse mancanti potrebbe venire dall’impact investing,

Proprio questa forma di investimento, che mira ad ottenere un impatto positivo misurabile in aggiunta al rendimento, potrebbe svolgere un importante ruolo, come sottolineato nel webinarImpact investing: come orientare i capitali su varie asset class per un impatto positivo” organizzato da M&G Investments.

La società di asset management inglese evidenzia come la situazione sia stata ulteriormente aggravata dalla pandemia, che ha rappresentato un ostacolo nell’avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite a meno di 10 anni dalla scadenza dell’Agenda 2030. Tuttavia, considerando la sua duttilità, l’impact investing risulta essere uno dei migliori strumenti per colmare questo vuoto e giungere al target 2030, anche perché proprio i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile sono diventati il parametro di riferimento per molti dei fondi a impatto che, con le proprie strategie di investimento, mirano a specifici risultati.

Inoltre l’impact investing si può presentare in forme diverse ed essere applicato a differenti asset class e per questo si addice anche a tipologie di investitori non omogenee. Per quanto riguarda in particolare le società quotate, l’impact investing ricopre un ruolo fondamentale nell’indirizzare le aziende verso un modello di business sostenibile e conforme agli obiettivi ONU.

“Contrariamente a quanto ci si possa aspettare l’impact investing applicato alle società quotate è un modello relativamente nuovo che risale al 2016. L’investimento in società presenti sui listini internazionali, diversamente da quello in startup o società non quotate, è connotato da un approccio differente poiché nelle prime si tende a detenere una quota di minoranza del capitale mentre nelle seconde spesso si preferisce essere azionisti di maggioranza per poter guidare e coordinare al meglio il business della società”, ha spiegato Véronique Chapplow, Equities Investment Director, M&G.

Un fattore distintivo del processo di investimento che invece è comune alle diverse asset class viene definito “Intentionality” ed è la chiave per identificare le società che perseguono un fine ulteriore rispetto alla redditività o il cui business è direttamente collegato con i 17 obiettivi ONU.  

Ma quali sono le caratteristiche delle società quotate con impatto positivo? L'”intenzione“, quindi una mission chiara, è uno dei presupposti, oltre all’effettivo impatto, cioé i risultati misurabili, e alla validità del modello economico. Un tris di elementi che si ritrovano in due società che si sono distinte l’una per l’apporto nel settore HeathCare e la seconda nell’ambito Environmental. portate ad esempio da M&G perché ben rappresentano secondo gli analisti della società di asset management una concretizzazione delle potenzialità di impatto positivo.

La prima è Alk Abello, società danese quotata, sviluppa prodotti innovativi per prevenire e combattere le allergie. Si stima che queste riguardino circa un terzo della popolazione e siano ancora poco diagnosticate. La società è leader nel settore con una quota del 50% e investe il 15% dei ricavi nelle spese per R&S. La seconda è Rockwool, invece, si occupa di produrre lana di roccia, un materiale isolante utilizzato per coibentare gli immobili, migliorandone l’efficienza energetica.

“M&G Investments ha investito in questa società perché ritiene che sia una azienda solida e che abbia ancora ampi margini di crescita considerando l’unicità del prodotto che non è infiammabile, è riciclabile e durevole nel tempo. Il business è di particolare importanza nella lotta alla decarbonizzazione ed al risparmio energetico ma al contempo è una sfera che riceve scarsa attenzione dagli investitori. A questo, si aggiunga che molto deve ancora essere fatto da questo punto di vista infatti gli immobili in EU rappresentano la più grande fonte di gas serra (36% del totale) e per il 75% sono inefficienti secondo un report della Commissione Europea” conclude Chapplow.