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International Sustainability Standards Board

I temi materiali per gli asset manager, cosa dice ISSB

Quali sono gli aspetti più rilevanti che un asset manager deve monitorare per dichiararsi sostenibile? In altre parole, quali sono i temi materiali per una società di gestione del risparmio? L’International Sustainability Standards Board (ISSB), organismo indipendente del settore privato che sviluppa e approva gli standard sulla divulgazione della sostenibilità della fondazione IFRS, è stata tra i primi a definire quali sono gli aspetti di materialità da esaminare per ciascun settore.

Nel complesso, nelle linee guida settoriali, l’ISSB identifica 26 questioni materiali importanti, in cinque aree di attenzione: ambiente, capitale sociale, capitale umano, business model e innovazione e leadership e governance. Nel dettaglio poi vengono presi in esame indicatori specifici come le emissioni GHG, il consumo idrico, nonché i diritti umani e il benessere dei consumatori, passando dalle condizioni dei lavoratori alla sicurezza sul lavoro, dal monitoraggio della supply chain alla gestione dei rischi. Nel caso del settore dell’asset management, l’ISSB considera solo 4 dei 26 temi rilevanti:

  • Pratiche di vendita ed etichettatura dei prodotti;
  • Engagement dei lavoratori e strategie di Diversity & Inclusion;
  • Progettazione dei prodotti e gestione del ciclo di vita (composto dal fattore dell’integrazione di fattori ESG nella gestione e consulenza sugli investimenti e da quello delle emissioni finanziate);
  • Etica aziendale.
I temi rilevanti per l’asset management

Pratiche di vendita ed etichettatura dei prodotti: informazioni e consulenza trasparenti per i clienti

Il primo aspetto riguarda la parte commerciale e in particolare la definizione dei prodotti e il ruolo dei consulenti finanziari. È importante, sottolinea l’ISSB, che le pratiche di vendita ed etichettatura dei prodotti degli asset manager siano trasparenti e corrette. Le società di gestione, infatti, devono rispondere a obblighi legali e a doveri fiduciari relativi alla gestione, al marketing, ai requisiti di divulgazione sui prodotti e alla prevenzione di attività scorrette che possano trarre in inganno gli investitori. In questa categoria si inseriscono sia i rischi legati alla vera a propria comunicazione e pubblicità (tra cui il greenwashing), sia l’utilizzo di pratiche troppo aggressive di incentivazione alla rete, che spingono la vendita di prodotti non in linea con il profilo di rischio e le aspettative dell’investitore.

“I regolamenti riguardanti le attività di gestione patrimoniale hanno lo scopo di allineare gli interessi delle entità e dei loro clienti, limitando i conflitti di interesse”, scrive l’ISSB.

Gli asset manager devono poi mettere i clienti in condizione di comprendere la natura dei rischi della propria strategia di investimento e le eventuali label dei prodotti devono essere trasparenti e in grado di fare capire ai risparmiatori cosa finanziano con i propri denari.

Sotto questo profilo, le metriche che il gestore deve considerare riguardano:

  • Il numero e la percentuale dei dipendenti su cui pendono indagini relative agli investimenti o che hanno subito reclami da parte dei clienti, ovvero oggetto di controversie o procedimenti normativi;
  • L’eventuale importo totale dei costi derivanti da procedimenti legali associati al marketing e alla comunicazione di informazioni relative ai prodotti finanziari a clienti.

Engagement, diversità e inclusione dei dipendenti

Un altro tema estremamente rilevante per gli asset manager è rappresentato dalle persone. In particolare dalla loro capacità di attrarre e mantenere i talenti e di implementare politiche diDiversity & Inclusion. Le società di gestione, evidenzia l’ISSB, “devono affrontare una concorrenza significativa per accaparrarsi i dipendenti più qualificati indispensabili per tenere il passo di un settore al centro di una rapida innovazione con l’introduzione di prodotti finanziari sempre più complessi”.

Una politica di gestione del personale all’altezza delle aspettative di diversità di genere e di ogni altro parametro personale, oltre prevenire pratiche discriminatorie si riflette in modo positivo sull’azienda. Allargare il proprio pool di candidati può ridurre i costi di assunzione e migliorare l’efficienza operativa. Inoltre è stato riscontrato che gruppi di dipendenti più diversificati permettono il miglioramento delle caratteristiche di rischio-rendimento dei portafogli di investimento.

In questo caso, la metrica da considerare è una:

  • La percentuale di gruppi di genere e diversità tra tutti i dipendenti, compreso il top management.

Progettazione dei prodotti e gestione del ciclo di vita

Integrazione di fattori ESG nella gestione e consulenza sugli investimenti

Le società di asset management, anche in virtù della propria responsabilità fiduciaria nei confronti dei clienti, devono considerare e incorporare nelle decisioni di investimento, l’analisi di tutte le informazioni materiali, compresi i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). A tal fine, il processo di investimento deve prevedere la considerazione dei fattori di sostenibilità in tutte le fasi del processo di costruzione di un portafoglio, nel voto per delega e nell’engagement con le società investite.

Poiché gli elementi non finanziari contribuiscono sempre più al valore di mercato delle aziende, l’integrazione dei fattori ESG nell’analisi delle società partecipate diventa sempre più rilevante. “Una profonda comprensione delle performance ESG degli investitori, l’integrazione dei fattori di sostenibilità nella costruzione dei portafogli, nonché l’engagement degli investitori su questioni di sostenibilità, consentono ai gestori patrimoniali di generare rendimenti superiori. Al contrario, i soggetti che non prendono in considerazione questi rischi e opportunità nelle loro attività di gestione degli investimenti potrebbero assistere a una diminuzione dei rendimenti del portafoglio che potrebbe portare nel lungo termine a un calo delle commissioni”, avverte l’ISSB.

In questo caso, le metriche da considerare sono:

  • Quantità di asset in gestione, per asset class, in cui sono integrate le questioni ESG;
  • Descrizione dell’approccio nell’integrazione dei fattori ESG nelle strategie di investimento o di gestione patrimoniale;
  • Descrizione delle politiche e procedure di voto per delega e di coinvolgimento delle società investite.

Emissioni finanziate

Altro elemento rilevante per le società di gestione sono le emissioni finanziate tramite la propria attività. Controparti o partecipate con emissioni più elevate potrebbero, infatti, essere più suscettibili ai rischi associati ai cambiamenti tecnologici, alle variazioni nella domanda e nell’offerta e ai mutamenti regolatori legati alle proprie emissioni, che a loro volta possono avere un impatto sulle prospettive di un istituto finanziario che fornisce servizi a queste entità.

“Tali rischi e opportunità possono presentarsi sotto forma di rischio di credito, rischio di mercato, rischio di reputazione e altri rischi finanziari e operativi. Per esempio, il rischio di credito potrebbe sorgere in relazione al finanziamento di clienti interessati da un incremento delle tasse sul carbonio o da sempre più stringenti normative sull’efficienza del carburante o altre politiche. Il rischio di credito potrebbe sorgere anche attraverso i relativi cambiamenti tecnologici. Il rischio reputazionale potrebbe derivare dal finanziamento di progetti legati ai combustibili fossili”, sostiene l’ISSB.

Questa categoria di materialità cattura quindi la capacità di un’azienda di soddisfare la domanda dei clienti e della società per prodotti e servizi più sostenibili, nonché di soddisfare l’evoluzione delle normative ambientali e sociali. Non affronta gli impatti ambientali o sociali diretti delle operazioni dell’azienda né affronta i rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori derivanti dall’uso del prodotto, che sono coperti in altre categorie.

Le metriche utilizzate dagli asset manager per misurare le emissioni finanziate sono:

  • Le emissioni finanziate lorde assolute, disaggregate per Scope 1, 2 e 3;
  • L’ammontare totale delle attività in gestione incluse nell’informativa sulle emissioni finanziate;
  • La percentuale del totale degli asset gestiti inclusi nel calcolo delle emissioni finanziate;
  • La descrizione della metodologia utilizzata per il calcolo delle emissioni finanziate.

Etica aziendale

Riuscire a stare al passo con le differenti normative internazionali non è semplice. Il contesto regolamentare di riferimento per gli asset manager continua ad evolversi a livello internazionale. E le società di gestione devono aderire a un insieme complesso e spesso incoerente di regole. Nonostante la complessità, rispettare i requisiti legalicui i gestori del risparmio sono sottoposti in qualità di fiduciari e custodi degli asset dei clienti, è fondamentale. Ma per mantenere la fiducia dei propri clienti, l’approccio dell’azienda alla gestione dei rischi e delle opportunità legati alla condotta etica degli affari, tra cui frode, corruzione, tangenti e pagamenti agevolativi, responsabilità fiduciarie e altri comportamenti che possono avere una componente etica, deve essere integerrimo.

Le metriche rilevanti per questo tema materiale sono:

  • L’ammontare totale delle perdite monetarie derivanti da procedimenti legali associati a frode, insider trading, antitrust, comportamento anticoncorrenziale, manipolazione del mercato, negligenza o altre leggi o regolamenti correlati al settore finanziario;
  • La descrizione delle politiche e delle procedure relative agli informatori (“whistleblower”) che segnalano un illecito.