Sono le aziende di qualità, che garantiscono buoni rendimenti a lungo termine e integrano fattori ESG, quelle che saranno favorite da Columbia Threadneedle Investments nel prossimo anno. La società di gestione americana ha annunciato, nel corso di un incontro dal titolo Outlook 2022 su andamento mercati e asset allocation: abbiamo superato il picco?, le proprie previsioni per il 2022/2023 che mostrano un rallentamento della crescita, un raffreddamento dell’inflazione e un aumento dei tassi di interesse. Sono intervenuti William Davies (Vice responsabile globale investimenti di Columbia Threadneedle), Melda Mergen (Responsabile globale mercati azionari di Columbia Threadneedle) e Gene Tannuzzo (Responsabile globale mercati obbligazionari di Columbia Threadneedle).
Sicuramente è una ripresa lampo, simile a quella che si osserva a seguito di shock legati a calamità naturali, quella che stiamo osservando negli ultimi mesi. Alcuni Paesi sono tornati ai livelli di attività pre-pandemia e la crescita economica è favorita dal prezzo vantaggioso del credito che sta agevolando alti livelli di fusione e acquisizione tra le società.
La temuta inflazione è guidata dal consumo di beni rispetto a quelli dei servizi che sono i settori che hanno subìto maggiormente gli impatti della pandemia e continuano ad avere più difficoltà nella ripresa. Tale inflazione però si ridurrà nel prossimo anno grazie anche al miglioramento delle catene di approvvigionamento previste.
Le aspettative di crescita degli utili per azione (EPS) sono molto solide e risultano esserci leve per la crescita dei margini di fatturato.
In questo contesto, Columbia Threadneedle Investments prevede che la recente divergenza tra le performance delle aziende growth e value, che vede i titoli di queste ultime meno costosi di quelli delle prime, si ridurrà. Secondo la società di gestione, è necessario favorire gli investimenti in società che garantiscono qualità nel lungo periodo e la propensione al raggiungimento di obiettivi di miglioramento. Proprio per questo, non solo saranno prese in considerazione le realtà in cui i fattori ESG sono già integrati, ma anche quelle in cui si osserva un miglioramento in termini di adozione e raggiungimento di obiettivi ESG.
La società americana si dice attiva anche sul fronte della transizione energetica e ha stilato un quadro di 2000 aziende differenziate per punteggi di opportunità e rischio associati al livello di investimento in transizione energetica in cui queste risiedono. Nonostante un contesto in cui si assisterà alla simultanea riduzione degli investimenti in nuovi giacimenti da un lato e all’aumento della domanda energetica a seguito della ripresa economica dall’altro, non prevede un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio oltre gli 80 dollari attuali.