Interviste

Calvetti (Eurizon): nuova normativa e qualità dei dati, le sfide ESG nel risparmio gestito

Nuova normativa, necessità di accrescere le competenze e capacità di gestire un numero sempre più importante di dati non facili da reperire. Eurizon si prepara ad affrontare le molteplici sfide sul fronte della sostenibilità, rafforzando la propria struttura dedicata ai temi ambientali, sociali e di governance con un ingresso di peso, che andrà a integrare il team già esistente nel gruppo, che ha un solido track record in termini di investimenti responsabili avendo lanciato i primi fondi etici già nel 1986.

La scorsa estate, la società di asset management del gruppo Intesa Sanpaolo ha affidato a Federica Calvetti, manager proveniente da Deutsche bank e dalla lunga esperienza nel settore degli investimenti responsabili, la guida del team ESG & Strategic Activism. Una funzione chiave per la società di gestione guidata da Saverio Perissinotto,  che ha raggiunto un patrimonio di 426 miliardi portando l’asset management del gruppo ISP ad attestarsi come primo gruppo del risparmio gestito in Italia con asset a 530 miliardi nel secondo trimestre 2021.

Eurizon, che nella prima valutazione dello scorso mese di marzo aveva già allineato il 41% dei propri fondi agli articoli 8 e 9 del Regolamento SFDR che indicano i prodotti che integrano e promuovono i fattori ESG, applica criteri di esclusione a tutti i suoi fondi gestiti in modo attivo e crede molto nel processo di engagement con le società nelle quali investe. Lo scorso anno ha partecipato a più di 100 assemblee e svolto circa 600 attività di engagement.

Un approccio considerato fondamentale anche dalla nuova responsabile del team che lavorerà in modo coordinato con i gestori e la struttura del gruppo.

ESGnews ha intervistato Federica Calvetti per chiederle quali saranno le priorità sul fronte ESG per Eurizon.

Quali sono le maggiori sfide che l’industria dell’asset management si trova ad affrontare nell’ambito degli investimenti ESG?

Federica Calvetti Responsabile ESG & Strategic Activism Eurizon

Le sfide che ci troviamo ad affrontare sono diverse, ma allo stesso tempo per certi versi collegate tra di loro: per esempio, ci sono il contesto regolamentare in corso di definizione e la disponibilità e qualità dei dati a disposizione.

L’attuale contesto regolamentare, caratterizzato dall’entrata in vigore il 10 Marzo del Regolamento UE 2019/2088 (“SFDR”) per il quale è in corso la definizione dei criteri tecnici di applicazione, rappresenta senza dubbio una sfida sia dal punto di vista operativo, sia perché ci troviamo in un momento storico di forte e crescente interesse per gli investimenti sostenibili, data la maggiore sensibilità per le tematiche ESG, ora riconosciute come materiali dal punto di vista economico e finanziario.  In questo scenario, è auspicabile avere quanto prima un quadro normativo di riferimento in grado di dare certezza interpretativa per favorire trasparenza, uniformità e comparabilità delle informazioni.

Sul tema della trasparenza si declina la seconda sfida che stiamo affrontando che è quella della disponibilità e standardizzazione dei dati. Nonostante ci sia stato un notevole aumento nella pubblicazione dei dati da parte degli emittenti, molte informazioni rilevanti non sono ancora disponibili (specialmente per le piccole e medie imprese) e spesso, quando lo sono, non sono comparabili perché rispondono a diverse definizioni e/o metodologie di calcolo.  Inoltre, le stesse metriche e i rating dei vari fornitori continuano a mostrare una bassa correlazione tra di loro rendendo sempre più necessaria la creazione di strumenti di valutazione interni proprietari che rielaborano e interpretano i dati di base utilizzati dai fornitori.

Quali sono i temi su cui sarà focalizzata la vostra attività in ambito di engagement?

In ambito ESG, l’attività di engagement di Eurizon si focalizzerà su tre tematiche principali che riguardano la transizione energetica, il tema della privacy e la composizione e le modalità di funzionamento del Board.

L’engagement sulla transizione energetica resta fondamentale per validare i modelli di business di molte aziende che sono in una fase di riqualificazione dei processi produttivi e conseguentemente per migliorarne l’impatto ambientale.

Considerando il forte investimento sulla digitalizzazione, il tema della protezione dei dati, e della concentrazione degli stessi nelle mani di pochi, è centrale e il continuo dialogo con le società ci permette di capire le politiche adottate e gli eventuali rischi connessi alla gestione degli stessi.

Infine, la composizione e le modalità di funzionamento del Board trovano espressione per esempio nell’indipendenza dei consiglieri e nella diversità delle competenze rappresentate: si tratta di una tematica su cui l’attività di engagement di Eurizon è focalizzata da diversi anni e che rappresenta per noi un elemento di valore distintivo. A tal fine, dialoghiamo costantemente con gli emittenti per valutare e promuovere il miglioramento delle politiche adottate; inoltre, contribuiamo attivamente al tavolo di lavoro del Comitato dei Gestori di Assogestioni per eleggere consiglieri di amministrazione e sindaci degli emittenti quotati sulla Borsa Italiana mediante il meccanismo del voto di lista, in rappresentanza delle minoranze azionarie, attenendoci ai principi e ai criteri che fissano i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza dei candidati nonché le condizioni di ineleggibilità e incompatibilità.

Il listino italiano è caratterizzato dalla presenza di molte società di piccole dimensioni. Tra le società dell’Aim solo il 50% comunica dati sulla sostenibilità. Ritiene che potrete avere un ruolo come investitore istituzionale per migliorare la trasparenza?

Una delle nuove sfide in ambito ESG riguarda la divulgazione dei dati delle piccole e medie imprese. Rispetto alle grandi imprese, le società di piccola e media dimensione hanno maggiore difficoltà a mostrare il livello di sostenibilità del loro business sia per l’irreperibilità o per il costo di produzione dei dati necessari sia perché non sono ancora organizzate per rispondere a questo tipo di richieste.

Gli investitori istituzionali su questo tema hanno un ruolo fondamentale nel promuovere l’adozione di comportamenti e standard di divulgazione con l’obiettivo di migliorare la trasparenza del sistema.

In questo ambito, Eurizon è membro della Project Task Force di EFRAG per la formulazione degli European Sustainability Reporting Standard promossi dalla Commissione Europea e, nello specifico, siede nel tavolo di lavoro sulla reportistica delle piccole e medie imprese.

In base alla sua esperienza qual è l’approccio più efficace per investire in modo utile per affrontare le sfide dell’ambiente: scegliere le società migliori sotto il profilo delle emissioni o includere anche quelle che inquinano di più ma hanno un percorso definito di miglioramento?

Le sfide dell’ambiente sono molteplici e per poterle affrontare nel migliore dei modi bisogna utilizzare un duplice approccio: da un lato investire sulle società più virtuose sotto il profilo delle emissioni è fondamentale per poterle supportare nel processo di miglioramento continuo di un modello industriale che rispetti l’ambiente; dall’altro lato è di uguale importanza investire nelle società che inquinano di più ma che hanno un percorso definito per migliorare i loro processi.

Ci sono molte società che per la natura del proprio business sono soggette a processi più complessi che necessitano di tempi più lunghi. In questi casi l’attività di engagement risulta essere il miglior strumento per aiutare le aziende nel percorso di riqualificazione limitando costi sociali e creando un processo di produzione sostenibile di lungo periodo.  Il tema delle emissioni di gas serra riguarda l’intera filiera di produzione, quindi è importante valutare per ciascun settore e azienda quali sono le leve a disposizione per migliorare e influenzare il livello di emissioni sia dirette sia indirette.

Naturalmente poi ci sono settori che sono più esposti di altri al tema delle emissioni: per esempio quello del carbone termico.

Eurizon promuove la riduzione delle emissioni di diossido di carbonio mediante l’adozione di criteri di esclusione finalizzati ad evitare l’esposizione ad emittenti caratterizzati da un evidente coinvolgimento diretto nelle attività estrattive o di produzione di energia elettrica collegate al carbone termico. Inoltre, promuoviamo specifici prodotti di investimento che integrano modalità di misurazione delle emissioni generate dalle società in cui investiamo (cd. “Carbon Footprint”) o che mirano a generare un impatto ambientale positivo in aggiunta al ritorno finanziario (cd. “Impact Investing”)

Calcolerete la carbon footprint dei vostri asset?

La carbon footprint viene già calcolata per alcuni dei nostri fondi. Alcuni prodotti Articolo 8 perseguono esplicitamente una strategia di investimento c.d. di “Impronta di Carbonio” perché hanno l’obiettivo di avere una carbon footprint inferiore rispetto a quella del benchmark di riferimento.

Semestralmente, pubblichiamo il Global Impact Report dove sono riportati i dati dei fondi più significativi a titolo esemplificativo.

Le vostre strategie di voto vengono definite in modo autonomo o ritiene più efficace la collaborazione con altre organizzazioni?

Le nostre strategie di voto vengono definite in modo autonomo. Tuttavia, la collaborazione con altre organizzazioni è sicuramente efficace in relazione a determinate tematiche.

Riconoscendo i benefici di forme di engagement collettivo, Eurizon valuta questa soluzione quando ritiene che sia la scelta più efficace per migliorare la comunicazione con gli emittenti. In particolare, tale circostanza può verificarsi in caso di eventi societari significativi o di problematiche di interesse pubblico.

Eurizon esercita collettivamente le attività di monitoraggio, intervento ed engagement anche attraverso la partecipazione alle attività del Comitato di Corporate Governance e del Comitato dei Gestori promossi da Assogestioni.

A quali iniziative (come Climate Action 100+ ecc.) avete aderito o avete intenzione di aderire?

Eurizon ha aderito a diverse iniziative e standard sia italiani sia internazionali nel corso degli anni.

Dal 2004 siamo infatti firmatari di CDP (ex Carbon Disclosure Project), un’organizzazione no-profit indipendente che offre ad aziende, Paesi, regioni e città una sistema per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti il proprio impatto ambientale, con l’obiettivo di incoraggiarli a intraprendere azioni di mitigazione. Inoltre, nei passati due anni abbiamo aderito alla campagna di CDP per promuovere l’adozione di Science Based Targets da parte degli emittenti corporate proprio riconoscendo la sfida che l’industria sta affrontando sul tema dei dati e della trasparenza.

Nel 2008 i fondi comuni appartenenti al Sistema Etico hanno aderito al “Codice Europeo per la trasparenza degli investimenti sostenibili e responsabili” promosso da EUROSIF con l’obiettivo di incrementare la chiarezza delle pratiche di investimento sostenibile all’interno dei prodotti di investimento.

Dal 2015 Eurizon Capital ha aderito ai “Principles for Responsible Investment” promossi dalle Nazioni Unite su iniziativa di UNEP FI e UN Global Compact e dal 2014 ha aderito ai I Principi Italiani di Stewardship.

Sul fronte istituzionale, dal 2017 Eurizon è presidente del gruppo di lavoro su Disclosure della European Banking Federation e dal 2019 è membro del consiglio EU Ecolabel.   Dal 2020 inoltre siamo membri della Project Task Force su European Sustainability Standard Setting e membri dell’Advisory Panel on Intagibles per EFRAG.