Assogestioni raccolta | ESGnews

Raccolta netta

Assogestioni: a febbraio raccolta in negativo (-1,94 mld), ma masse oltre i 2 mld

Prosegue il trend negativo a febbraio della raccolta netta dell’industria del risparmio gestito, che registra deflussi netti per 1,94 miliardi, riscatti più pesanti del mese precedente (-927 milioni). A rivelarlo sono i dati della mappa mensile di Assogestioni riferita al secondo mese del 2023, che mostrano che a fine mese il patrimonio gestito ammontava a 2.242 miliardi di euro.

A differenza di gennaio, però, a influire sulla raccolta negativa sono soprattutto le gestioni di portafoglio, che hanno visto deflussi pari a 1,72 miliardi di euro. A pesare sono in particolare i mandati istituzionali, con riscatti per 2 miliardi di euro, mentre la categoria retail è stata positiva per 282 milioni. Nel complesso, il patrimonio delle gestioni di portafoglio ammonta a 1.061,4 miliardi di euro, il 47,3% del totale.

Negativi anche i flussi nelle gestioni collettive, pari a 215 milioni di euro: proseguono il trend negativo, infatti, i fondi aperti che a febbraio registrano deflussi per 356 milioni. Meglio i fondi chiusi che vedono afflussi pari a 140 milioni. Il patrimonio complessivo delle gestioni collettive si attesta così a 1.180,7 miliardi di euro, equivalenti al 52,7% del totale.

Entrando nel dettaglio dello spaccato sui fondi aperti, si conferma il trend evidenziato negli ultimi mesi di una sostanziale resilienza dei prodotti azionari, in positivo per 1,3 miliardi di euro a febbraio, a riprova di come parte degli investitori italiani continui a vedere nei cali di mercato un’opportunità per aumentare l’esposizione al comparto più rischioso. Positivi anche gli obbligazionari con 570 milioniDeflussi, invece, nei flessibili (-1,4 miliardi), ma anche nei bilanciati (-719 milioni). 

A ricevere buona parte della raccolta del mese è il gruppo Anima Holding (+327 milioni). A seguire Arca con 277,3 milioni, J.P. Morgan con 225 milioni e il gruppo Mediolanum con 208 milioni. Ingenti riscatti, invece, per Generali (-1,3 miliardi), ma anche per Poste Italiane (-484,1 milioni).