raffineria

Cambiamento climatico

AllianceBernstein: come il binomio finanza e accademia può agire per combattere i cambiamenti climatici

Anche i più recenti disastri ambientali, alluvioni, siccità, piogge torrenziali che sono all’ordine del giorno, testimoniano come l’approccio attualmente utilizzato a tutela dell’ambiente non sia sufficiente e si stia assistendo a gravi fenomeni via via sempre più intensi e imprevedibili nella loro portata ed intensità. Per sviluppare un approccio innovativo al cambiamento climatico e sperimentare nuove forme per misurare gli impatti delle strategie delle società sui fenomeni naturali e sul surriscaldamento del Pianeta AllianceBernstein ha sviluppato un’alleanza con la Columbia University che unisce l’approccio accademico a quello dell’investment management.

L’argomento è tra le questioni più impellenti in AllianceBernstein ed è stato oggetto del webinar “Il Problema Climatico, le Soluzioni all’Orizzonte e Cosa Devono fare gli Investitori”, a cui hanno preso parte Michelle Dunstan, head of Responsible Investing di AllianceBernstein, Arthur Lerner-Lam, Deputy Director del Lamont-Doherty Earth Observatory dell’Earth Institute della Columbia University e Radley Horton, Associate Research Professor del Lamont-Doherty Earth Observatory dell’Earth Institute della Columbia University.

L’incontro è volto a mostrare i primi risultati della collaborazione tra AllianceBernstein e la Columbia University per individuare le possibili soluzioni al cambiamento climatico e come queste possano essere integrate in maniera efficiente ed efficace nel processo di investimento. 

“Ci troviamo in un momento e contesto fragili dove anche solo una variazione di qualche decimo di grado nelle temperature terrestri può creare grandi differenze negli impatti e nella frequenza degli eventi più estremi. Si sta assistendo ormai ad una tendenza al rialzo nelle temperature con un costante e progressivo incremento nella media; tante città costiere stanno subendo sempre più spesso fenomeni di inondazione causate da tornado e terremoti” dichiara Horton.

Come si comprende da questo grafico le conseguenze peggiori si manifesterebbero negli habitat già a rischio come quelli delle acque coralline e in quelle artiche, ma se solo si sposta poco più in alto l’asticella ipotizzando un incremento più realistico del target degli 1,5° gradi stabiliti dall’Accordo di Parigi, ossia nell’intorno dei 2° gradi, il numero di specie e habitat coinvolte si amplia notevolmente.

Impatti dovuti all’incremento delle temperature
Fonte: AB e Columbia Climate School

A questo proposito IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) dà una misura di quello che dovremmo fare per ridurre le emissioni e raggiungere il traguardo Net Zero. Secondo questo grafico, continuando con gli attuali sistemi e tecnologie, si toccherebbe il picco delle emissioni a metà secolo, mancando completamente il traguardo delle zero emissioni nette.

Volendo invece rispettare il limite di un incremento delle temperature entro i 2° gradi, bisognerebbe affrontare un completo e radicale ripensamento di tutta la filiera produttiva, in primis cambiando il modo di generare emissioni, capendo come trattare il settore dei trasporti e considerando seriamente lo sviluppo di tecnologie “carbon removal”.

Emissioni totali e raggiungimento Net Zero
Fonte: IPCC

Le energie rinnovabili in questo senso possono rappresentare solo una parte della soluzione in quanto potrebbero contare per il 40% nel processo di riduzione delle emissioni. Un ruolo importante nella transizione è riservato all’utilizzo dell’idrogeno che presumibilmente troverà la sua applicazione nel settore dei trasporti dove invece l’istallazione di batterie è poco efficiente.

“Noi di Columbia University confidiamo nell’adozione di sistemi green in tempi relativamente brevi in quanto le iniziative mondiali in termini di riduzione delle emissioni e sviluppo di tecnologie utili a questo fine si stanno moltiplicando. L’Europa è leader in questo in questo percorso ma siamo stati positivamente colpiti da nazioni come Cile, Colombia e Argentina”, afferma Lerner-Lam.

Uno dei contributi sviluppati grazie alla collaborazione tra AllianceBernstein e Columbia University è stata la creazione del questionario “Follow the carbon che permette di comprendere i rischi e le opportunità che ciascuna società ingloba nel suo percorso di transizione. Questo metodo traccia gli impatti delle emissioni di carbonio e delle pratiche di decarbonizzazione servendosi delle voci in bilancio (stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario).

“La metodologia prende in considerazione gli impatti diretti attuali e quelli futuri diretti e indiretti. Mediante questo modello riusciamo a comprendere quali potrebbero essere le conseguenze di una tassazione futura sulle emissioni di carbonio della società, quanto capitale servirà per compensare queste emissioni e quanto questi eventi potranno impattare su utili e ricavi. Così facendo siamo in grado di allocare capitale verso le imprese più meritevoli, in quelle che hanno un impatto economico e sociale concreto ed, al contempo, di fornire al cliente opportunità di investimento più solide, redditizie e sostenibili” conclude Dunstan.