Investimenti

Amundi: la rielezione di Macron e il suo impatto sugli investimenti ESG

La rielezione di Macron farà bene agli investimenti ESG. È questa la conclusione che emerge dall’analisi effettuata dal colosso dell’asset management francese Amundi sull’esito del ballottaggio per la carica di Presidente della Repubblica francese avvenuta il 24 aprile e che ha visto la conferma dell’ex numero uno dell’Eliseo. Gli esperti di Amundi concordano sul fatto che questo risultato politico non potrà che avere un impatto positivo per gli investimenti ESG.

Il programma politico di Macron, che in ambito europeo garantirà maggiore stabilità, si basa sulla volontà di portare più giustizia sociale cercando di supportare un maggiore potere d’acquisto da parte delle classi meno abbienti, investendo sull’educazione e sulla salute. Dal punto di vista economico il nuovo presidente cercherà di rilanciare la produttività dell’industria francese puntando su politiche economiche più inclusive e sull’accelerazione della transizione economica.

Dal punto di vista energetico la Francia si posiziona meglio di Germania e Italia nell’affrontare gli effetti della crisi Ucraina e problemi di approvvigionamento del gas dalla Russia, avendo il 70% delle energia che proviene dal nucleare. Un assetto che ha portato Parigi a spingere per l’inclusione dell’energia atomica nella Tassonomia EU.

Il panorama energetico francese di riflette sulle aziende del CAC40 che sono piuttosto ben posizionate dal punto di vista delle emissioni rispetto a concorrenti internazionali. Questo aspetto, unitamente alla spinta che verrà dalla politica di Macron a favore della transizione energetica, rende le azioni francesi attraenti in ottica di un portafoglio azionario globale ESG. Se si considerano i punteggi dell’indice sulla temperatura del 2021, infatti, il listino francese è allineato con un aumento della temperatura di 2,7°C, un risultato migliore di Paesi come il Canada (+3,1°C), il Regno Unito (+3,1°C), il Giappone e gli Stati Uniti (+3°C) e allineato a quello dell’Italia, mentre la Germania sta facendo meglio (+2,2°C). 

Secondo gli analisti di Amundi, il neoeletto Emmanuel Macron premerà per l’attuazione di politiche green a livello europeo che puntino alla decarbonizzazione e alla riduzione della dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio russo. In tal senso, Macron ha più volte ribadito la necessità di riformare il meccanismo alla base del mercato dell’energia europeo, che non incentiva investimenti pubblici e strategie energetiche nazionali, penalizzando così gli investimenti massicci richiesti dalla transizione energetica. In questo contesto, sottolineano gli esperti di Amundi, la Francia ha un ruolo cruciale proprio per la maggiore libertà di azione rispetto a Paesi come la Germania, così dipendente dal gas russo. 

Tornando ai mercati finanziari, da Macron è atteso un ulteriore incentivo agli Investimenti ESG, che potrebbe rafforzare il profilo delle azioni francesi, già ben posizionate rispetto ai temi della sostenibilità anche grazie a una buona governance. L’indice francese mostra, infatti, il tasso più basso di aziende che non dichiarano obiettivi climatici, un buon inizio per le società che vogliono sovraperformare in questo senso.

I titoli del listino bianco, rosso e blu, secondo gli esperti di Amundi, offrono inoltre un’esposizione indiscussa alla transizione energetica, con un ricco panorama di società attente al proprio impatto nel settore delle costruzioni, compresi i produttori di materiali edili ed elettrici. Ma in genere è soprattutto il settore del lusso ad ottenere una performance migliore nelle classifiche ESG rispetto alle società dei settori più tradizionali. L’indice francese, infine, offre anche una discreta esposizione alla mobilità a idrogeno

A rendere il mercato francese molto attraente da un punto di vista ESG per Amundi è quindi una combinazione di maggiore trasparenza e minori emissioni di carbonio rispetto ad altri Stati membri dell’UE, che fa apprezzare le aziende d’oltralpe da parte delle tradizionali agenzie di rating ESG. Nello specifico, le società francesi sono tenute a far controllare il loro reporting non finanziario da una terza parte, cosa non prevista attualmente a livello europeo dalla Non-Financial Reporting Directive (NFRD). Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di carbonio, grazie al ruolo dell’energia nucleare nel mix energetico, le società francesi hanno emissioni Scope 2 più basse rispetto alle loro controparti europee, soprattutto confrontandole con quelle tedesche che si basano principalmente su carbone e gas naturale come fonti di generazione di elettricità. 

Rispetto alle tematiche sociali, in cima alla lista c’è la lotta per Macron c’è la battaglia per la conservazione del potere d’acquisto, che è stato il tema dominante delle elezioni. Il neo presidente ha promesso di approvare una legge speciale che costringerebbe le società in utile a pagare un “dividendo dei dipendenti” tramite la partecipazione agli utili o il pagamento di un “bonus potere d’acquisto”. L’obiettivo è fare in modo che i dipendenti beneficino maggiormente delle fasi di ripresa economica allo stesso modo degli azionisti. Inoltre, agli analisti della casa francese, prevedono un aumento delle retribuzioni del settore pubblico e un incremento della pensione minima intera a 1.100 euro al mese (rispetto ai 980 euro attuali). Sul tema caldo delle pensioni, Macron punta a posticipare l’età pensionabile di quattro mesi all’anno per raggiungere i 64 anni nel 2027-2028 e possibilmente 65 entro il 2031.