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Business plan ESG

Snam: nuovo Piano 2021-2025 con accelerazione verso il “Net Zero”

Snam ha presentato oggi il nuovo Piano 2021-2025, in cui prevede investimenti per 8,1 miliardi di euro per le infrastrutture “H2 ready” e i progetti green, con un incremento complessivo di circa 700 milioni rispetto ai 7,4 miliardi di euro del piano 2020-2024. 

Con questo nuovo Piano, quindi, Snam potrà attuare una strategia che pone al centro i fattori ESG, cogliendo nuove e importanti opportunità di sviluppo nel corso di tutto il prossimo decisivo decennio, nel quale è prevista una forte accelerazione della transizione energetica per raggiungere gli obiettivi “net zero”. Gli investimenti saranno indirizzati, in particolare, alle infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio di energia, oltre che ai progetti lungo tutta la catena del valore dei gas verdi. Per questa ragione, in aggiunta al piano al 2025, che include investimenti sui quali già oggi c’è garanzia di ritorni, la società ha elaborato una visione più a lungo termine sulla propria evoluzione al 2030

In questo contesto, quindi, nel corso dei prossimi dieci anni Snam svilupperà progressivamente tre aree di attività, con opportunità di investimento fino a 23 miliardi di euro entro il 2030. La prima riguarda il potenziamento delle reti di energia, attraverso un’evoluzione verso una infrastruttura “multi-commodity” in grado di trasportare, oltre al gas naturale nella fase di transizione, anche biometano, idrogeno e, dove necessario, anidride carbonica. In questo ambito è previsto un investimento fino a 15 miliardi, di cui 12 nel trasporto di gas naturale e biometano e 3 nel trasporto di idrogeno. La seconda area è relativa all’evoluzione verso un’azienda di stoccaggio “multi-commodity” (gas naturale, biometano, idrogeno, anidride carbonica), tramite un investimento fino a 5 miliardi, di cui 3 miliardi nello stoccaggio di gas naturale e biometano e 2 in nuovo stoccaggio di energia (compreso l’idrogeno). La terza, invece, riguarda l’evoluzione verso lo sviluppo di progetti integrati nei gas verdi (biometano e idrogeno) lungo tutta la catena del valore per favorire lo sviluppo del mercato e contribuire alla decarbonizzazione. Per quest’ultima area è previsto un investimento fino a 3 miliardi di euro, facendo leva sulle piattaforme esistenti per sviluppare iniziative di scala nell’idrogeno, anche in funzione di bandi e opportunità di finanziamento come il PNRR. Si prevede che queste opportunità di investimento possano generare ritorni regolati, con una crescita media annua (CAGR) dell’EBITDA tra il 6 e l’8% dal 2022 al 2030. 

Negli ultimi anni Snam ha creato una piattaforma leader nell’economia circolare e nelle infrastrutture di produzione del biometano (da rifiuti organici, scarti agricoli, agro-industriali ed effluenti zootecnici) per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Nel corso degli ultimi due anni, in particolare, l’azienda ha costituito una Business Unit dedicata all’idrogeno, con l’obiettivo di essere all’avanguardia in un settore con grandi prospettive. Nelle attività della Business Unit idrogeno sono previsti investimenti per circa 250 milioni di euro (al netto di 100 milioni di euro di possibili grant) al 2025 concentrati prevalentemente a partire dal 2024.

“Ridurremo le emissioni legate alle nostre attività raggiungendo l’obiettivo aziendale del net zero al 2040”, ha dichiarato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam. Con questo Piano, inoltre, dopo essersi impegnata a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas a effetto serra (emissioni Scope 1 e Scope 2) al 2040, Snam si è data dei target al 2030 sulle emissioni indirette Scope 3 (emissioni al di fuori del diretto controllo dell’azienda, riconducibili principalmente a fornitori e partecipate). A seguito di una serie di progetti e iniziative di collaborazione sviluppati negli ultimi anni, infatti, Snam vuole ridurre del 46% le emissioni relative alle partecipate e del 55% le emissioni (in termini di intensità economica) derivanti dalla propria supply chain entro il 2030 rispetto ai valori del 2019.

Nel Piano, infine, è previsto un aggiornamento al 2050 dell’ “ESG scorecard” dell’azienda su 14 aree, scegliendo indicatori quantitativi per fornire agli stakeholder una visione olistica dell’impegno e della sensibilità in ambito ESG, consentendo loro di monitorarne i risultati. La nuova area aggiunta alla scorecard è quella della finanza sostenibile, per la quale l’azienda si impegna ad aumentare il peso sul totale del funding al 65% nel 2022 e a oltre l’80% nel 2025.