Sempre più vicini al traguardo. Così il GRI (Global Reporting Initiative), riconosciuto ente internazionale che ha definito e fornito gli standard di rendicontazione della performance di sostenibilità più usati attualmente da aziende e organizzazioni, ha commentato le modifiche agli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) dell’EFRAG proposte dalla Commissione europea. Positivo, dunque, il giudizio del leader globale che ritiene che l’ultima versione degli standard conferma che le società che già seguono le raccomandazioni GRI sono nella posizione ideale per soddisfare i requisiti di rendicontazione ESG.
La consultazione sulle modifiche della Commissione è aperta fino al 7 luglio ed è stata accolta con favore dall’ente che lo vede come un buon segnale che conferma che saranno rispettati i tempi annunciati dall’UE di rendere disponibili all’uso gli ESRS da parte delle aziende a partire dal 2024, come previsto dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
Entrando nel merito, il GRI ha commentato che l’aspetto più importante è che la bozza di atto delegato pubblicata la scorsa settimana dalla Commissione continua a richiedere l’informativa sull’intera gamma di argomenti legati alla sostenibilità, “come necessario per affrontare tutti gli impatti che le aziende hanno sull’ambiente e sulla società” si legge in una nota. Inoltre, come già confermato dall’EFRAG (che ha ricevuto il mandato di sviluppare gli ESRS), i requisiti di rendicontazione contenuti negli ESRS sono allineati il più possibile al GRI e ad altri standard di rendicontazione globale.
“La conformità agli standard di rendicontazione ESG dell’Unione Europea sarà molto più semplice per le aziende che già utilizzano le raccomandazione e gli standard GRI, che potranno così concentrarsi sull’aggiunta di informazioni finanziariamente rilevanti e di eventuali informazioni specifiche richieste dagli ESRS” ha dichiarato Eelco van der Enden, CEO del GRI, “Inoltre, nei casi di standard non ritenuti rilevanti per il reporting aziendale, è rassicurante che il documento affermi che le aziende possono utilizzare gli standard GRI per la divulgazione di questi argomenti”.
Il GRI ha fornito il proprio contributo tecnico durante la fase di sviluppo degli ESRS. L’ente internazionale ha infatti collaborato alla creazione degli European Sustainability Reporting Standards per garantire il massimo grado possibile di comunanza tra i rispettivi standard. Un alleanza che aveva rassicurato molte aziende europee che ad oggi, nel redigere l’informativa di sostenibilità, fanno riferimento alle linee guida e agli standard del GRI. In particolare, un’indagine di KPMG sul reporting ESG dello scorso ottobre 2022, che aveva incluso le prime 100 aziende di 17 Paesi dell’UE, aveva rilevato che il 68% delle aziende in Europa redige volontariamente report seguendo le raccomandazioni GRI.
In base all’accordo di cooperazione EFRAG-GRI, firmato nel luglio 2021, le due organizzazioni sono entrate a far parte dei rispettivi gruppi di esperti tecnici e si sono impegnate a condividere le informazioni e ad allineare il più possibile le attività e le tempistiche di definizione degli standard.
Il processo di allineamento non è stato sempre facile, ma dopo mesi di botta e risposta, il GRI si inserisce questa volta nel dibattito mostrandosi pronto ad accogliere le novità della normativa UE e positivo sulle interconnessioni create.