Eurosif, ossia il Forum Europeo sugli Investimenti Sostenibili, PRI (Principles for Responsible Investors) e IAHR (Investor Alliance for Human Rights), con il sostegno di 142 firmatari, che rappresentano circa 1,5 trilioni di dollari in AUM, hanno accolto e rilasciato una dichiarazione di sostegno, con 5 raccomandazioni, a favore della proposta di direttiva della Commissione europea sulla due diligence di sostenibilità delle imprese (CSDD). La direttiva è stata pensata con l’obiettivo di radicare le considerazioni sui diritti umani e sull’ambiente nelle attività e nelle operazioni delle società e nella governance aziendale.
La proposta di CSDD va oltre i requisiti di divulgazione previsti dalla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), imponendo alle società finanziarie e non finanziarie di svolgere un’efficace due diligence, di fissare obiettivi climatici e piani di transizione e di collegare la remunerazione dei dirigenti ai risultati di sostenibilità. Si tratta di un passo avanti trasformativo per garantire che le attività economiche legate al mercato unico dell’UE siano condotte in modo responsabile.
Tuttavia, sono necessari miglioramenti per garantire un impatto positivo lungo tutta la catena del valore, aumentare la coerenza con il quadro finanziario sostenibile dell’UE e consentire agli investitori di gestire meglio la propria esposizione alle questioni di sostenibilità.
Pertanto i tre enti hanno presentato un documento con cinque raccomandazioni chiave per i colegislatori dell’UE al fine di creare una direttiva ambiziosa ed efficace, sia per le società finanziarie che per quelle non finanziarie, allineata con gli obiettivi di sostenibilità dell’UE, con il quadro di riferimento dell’UE per la finanza sostenibile e con gli standard internazionali, tra cui i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGP) e le Linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali.
5 raccomandazioni chiave
Le raccomandazioni chiave presentate da PRI, Eurosif e IAHR sono cinque.
La prima è che la richiesta di una due diligence solida e continuativa da parte delle società finanziarie e non finanziarie debba essere rivolta lungo tutta la catena del valore; la seconda invece è quella di ampliare il campo di “applicazione personale” delle società finanziarie e non finanziarie dell’UE ai sensi della direttiva, in linea con la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD). Secondo i tre enti, dunque, i requisiti dovranno essere proporzionati alla capacità dell’impresa.
Dovrà poi essere garantito che la responsabilità e la supervisione dei requisiti di due diligence, degli obiettivi climatici e dei piani di transizione sia in capo agli amministratori la cui remunerazione variabile dovrebbe essere strettamente legata alle performance di sostenibilità e agli obiettivi raggiunti in tale ambito.
Infine, Eurosif, PRI e IAHR auspicano un rafforzamento dei requisiti sui piani di transizione e un aumento dell’allineamento con la CSRD.