Eni piano quadriennale | ESG News

Piano 2024-2027

Eni conferma i target di decarbonizzazione, 27 mld di investimenti entro il 2027

Eni conferma i suoi obiettivi di decarbonizzazione nel nuovo piano 2024-2027 presentato oggi. La società del cane a sei zampe prevede dunque il net zero per le emissioni Upstream Scope 1 e 2 entro il 2030 e quello per tutte le attività Scope 1, 2 entro il 2035. Anche gli obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 sono stati confermati e quindi pari a -35% entro il 2030, -80% entro il 2040, raggiungendo così il net zero entro il 2050. In arco piano Eni prevede di generare un cash flow from operation prima del capitale circolante di 62 miliardi di euro, in crescita del 30% a scenario costante, e di investire, al netto della cassa derivante dall’attività di portafoglio, 7 miliardi in media annualmente per raggiungere un ammontare totale di investimenti netti pari a 27 miliardi tra il 2024 e il 2027.  L’attività di gestione del portafoglio, con un contributo netto in termini di cassa pari a circa 8 miliardi di euro nell’arco del piano, riflette l’avanzamento della strategia del modello satellitare, l’applicazione del dual exploration model ai successi esplorativi raggiunti e l’high-grading del portafoglio.

Eni prevede che nel 2024 GGP (Global Gas & Lng Portfolio) genererà 800 milioni di euro di Ebit pro-forma, che riflette le previsioni di riduzione dei prezzi del gas e la minore volatilità che potrebbe raggiungere oltre un miliardo in caso di positiva definizione dei negoziati in corso o attesi, e di ripresa del prezzo e della volatilità del mercato. La CCS (Carbon Capture and Storage) si sta affermando come un fattore di crescita nel percorso di transizione energetica di Eni, con una capacità di stoccaggio gross unrisked di circa 3 GigaTon, una capacità attiva di iniezione di CO2 di oltre 15 milioni di tonnellate all’anno (MTPA) entro il 2030, in aumento fino a circa 40 MTPA dopo il 2030. Eni prevede di realizzare 1,8 miliardi di riduzione dei costi corporate in arco piano, in linea con l’evoluzione della propria strategia e con le opportunità derivanti dallo sviluppo del modello satellitare.

Per quanto riguarda la remunerazione degli azionisti, la società intende distribuire tra il 30%e il 35% del CFFO annuale attraverso dividendi e buyback, in aumento rispetto al precedente 25%-30%. Il dividendo proposto per il 2024 è pari a un euro per azione, in aumento di oltre il 6% e il buyback è fissato a 1,1 miliardi. In presenza di upside si prevede di destinare fino al 60% dei flussi di cassa incrementali rispetto al piano, in aumento rispetto al precedente 35%.

La dichiarazione di Claudio Descalzi, Ceo di Eni

“Affrontiamo le sfide poste dalla transizione energetica con la nostra strategia distintiva di crescita e creazione di valore, in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza e competitività delle forniture energetiche, conseguendo nel contempo gli obiettivi di decarbonizzazione. Stiamo aumentando significativamente la nostra generazione di cassa, anche attraverso la diversificazione delle fonti, la riduzione dei rischi e l’espansione in nuove aree di opportunità legate alla transizione. A sostegno di questo, stiamo valorizzando il nostro ampio portafoglio di attività in modo disciplinato, bilanciando gli investimenti con maggiori ritorni per gli azionisti. In conclusione, riteniamo che la transizione energetica possa essere realizzabile se genera ritorni adeguati e sostenibili, e pone le basi per nuove e profittevoli forme di business. Ed è proprio quello che stiamo facendo.

Il nostro business upstream continuerà a crescere e a generare rilevanti flussi di cassa, con il CFFO per barile previsto in aumento di oltre il 30% nell’arco del piano. Il gas naturale avrà un maggior peso nella nostra produzione e realizzeremo il pieno margine della catena del valore grazie alle attività midstream che intermedieranno sempre più le nostre forniture equity. La E&P ha un vantaggio competitivo assicurato dai continui successi delle nostre attività esplorative, che consentono l’applicazione del modello distintivo di sviluppo fast track dei nostri progetti in grado di generare crescita e valore.

Claudio Descalzi, Ceo Eni

I business legati alla transizione energetica rappresentano un’opportunità significativa e diventeranno sempre più rilevanti generando maggiore crescita per Eni, in termini di attività e di ritorni. Enilive, Plenitude, CCS e le attività di Novamont/biochimica rappresentano nel loro complesso un portafoglio di soluzioni di business in grado di soddisfare la domanda di prodotti sempre più decarbonizzati da parte dei nostri clienti. Questi business diventeranno leve di generazione di cassa sempre più importanti e contribuiranno a diversificare e accrescere in modo significativo il valore di Eni. Enilive e Plenitude si sono affermate come attività rilevanti nel nostro portafoglio. La CCS e la biochimica, con Novamont, sono attività in rapida maturazione nelle quali abbiamo una posizione di leadership. Ognuno dei business legati alla transizione è candidato ideale per il nostro modello satellitare, che consente di ridurre l’impegno finanziario per la crescita e di esplicitare il loro valore di mercato.

Il nostro cash flow da attività operative crescerà nell’arco del piano del 30%, con Plenitude ed Enilive che contribuiranno complessivamente per oltre il 20% della crescita. A compimento del piano, Eni sarà una compagnia più forte dal punto di vista industriale e della redditività, con un portafoglio di business competitivi, in grado di continuare a crescere e a generare ritorni molto attrattivi. La nostra crescita si fonda sulla disciplina finanziaria che ci consente di ridurre di 2 miliardi di euro l’impegno di spesa per investimenti nei prossimi quattro anni rispetto al piano precedente, mentre gli investimenti netti risultano inferiori del 20% grazie al maggiore contributo dell’attività di M&A pari a 8 miliardi di euro, che farà leva sull’ ampiezza e la qualità del nostro portafoglio e sull’ulteriore sviluppo del nostro modello di business satellitare. Tutti i principali indicatori economici e finanziari denotano crescita e solidità, grazie al nostro chiaro percorso di generazione di valore che aumenta l’esposizione alle fasi positive del ciclo ed è resiliente in quelle negative. Questo ci consente di migliorare in misura sostanziale la nostra politica di remunerazione. Incrementiamo la quota di distribuzione agli azionisti, il dividendo 2024 a essa associato e in presenza di upside aumentiamo la quota della generazione di cassa incrementale destinata alla remunerazione. La nostra politica di remunerazione è fortemente competitiva, implicando al prezzo corrente dell’azione un rendimento del 9%”

I business della transizione energetica

Enilive, Plenitude e Versalis, insieme a CCS, rappresentano un portafoglio di business per la transizione energetica con prospettive di crescita e creazione di valore. Enilive si è affermata come azienda leader nel settore della bio-raffinazione a livello globale, distinguendosi per la tecnologia proprietaria, facendo leva su un modello di business integrato verticalmente con la produzione di agri-feedstock e potendo contare su un’esperienza operativa decennale. Plenitude, che fornisce energia a basse e zero emissioni di CO2 ai propri clienti, ha conseguito un’eccezionale crescita operativa e finanziaria e continuerà a progredire nel tempo. La creazione di valore di Plenitude è stata confermata dal recente investimento di Energy Infrastructure Partners. Il gruppo rassicura gli investitori e prevede che i risultati di Versalis torneranno alla redditività grazie a un piano di ristrutturazione e trasformazione dopo i risultati del 2023. Questi business costituiranno una piattaforma significativa per la crescita materiale del valore nel corso del piano e oltre, si legge in una nota.

Più nel dettaglio, per quanto riguarda la bioraffinazione di Enilive la società prevede una capacità di oltre 3 MTPA al 2026 e di oltre 5 MTPA al 2030, con un tasso di crescita di circa il 20%. Recentemente Eni ha approvato il terzo progetto di conversione bio della raffineria di Livorno, mentre un quarto progetto è attualmente in fase di studio in Italia. Due ulteriori FID internazionali in Corea del Sud e Malesia sono previsti per il 2024. Entro il 2026 prevede di raggiungere un’opzionalità SAF di oltre un MTPA, pari a due volte l’obiettivo definito in precedenza – con un potenziale raddoppio entro il 2030. L’approvvigionamento di feedstock dagli agri-hub, aspetto distintivo della strategia di Eni, raggiungerà oltre 700.000 tonnellate nel 2027 che corrisponde a oltre il 35% del feedstock processato nelle bioraffinerie italiane di Eni. Enilive dovrebbe dunque conseguire un Ebitda pro-forma di un miliardo di euro nel 2024 e superiore a 1,6 miliardi nel 2027. Ciò riflette la crescita della capacità di bioraffinazione, le attività di rebranding delle stazioni di servizio e l’aumento del contributo dei servizi non-oil, che si prevede sarà pari a circa il 40% dei risultati totali delle attività retail entro la fine del Piano. I Capex di Enilive saranno in media di 0,5 miliardi all’anno nell’arco di piano.

La capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude, sarà pari a 4 GW nel 2024, e più che raddoppierà a oltre 8 GW nel 2027. Raggiungerà, secondo quanto previsto dal gruppo, gli oltre 15 GW entro il 2030 registrando una significativa tendenza di crescita. Tale crescita è sostenuta da una pipeline di 2 GW di progetti in esecuzione, 4 GW a maturità elevata/media e ulteriori 15GW a bassa maturità. I punti di ricarica per veicoli elettrici saranno circa 24 mila nel 2024 e si prevede che raddoppieranno tra il 2023 e il 2027. l’Ebitda pro-forma è previsto pari a un miliardo nel 2024 e in aumento fino a 2 miliardi nel 2027. Gli investimenti di Plenitude saranno in media di circa 1,4 miliardi all’anno nell’arco di piano.

Infine, per quanto riguarda invece Versalis, a seguito delle perdite registrate nel 2023, determinate dallo scenario negativo del mercato globale della chimica, particolarmente deteriorato in Europa, Eni intende realizzare un piano di ristrutturazione. Versalis, anche attraverso l’acquisizione del controllo di Novamont nel 2023 è impegnata in una trasformazione e in un riposizionamento del proprio business verso prodotti specializzati quali chimica bio-based e circolarità, in linea con l’evoluzione del contesto strategico del business. Queste misure consentiranno di raggiungere il pareggio dell’Ebitda nel 2025 e un Ebit positivo entro il 2026, rassicura la società del cane a sei zampe, con un miglioramento significativo di oltre 600 milioni di euro per il gruppo.