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De Nora, ordini coperti e rotta verso Piazza Affari

De Nora brucia le tappe per l’ingresso in Borsa. Dopo la presentazione della richiesta di quotazione e dopo aver ricevuto il via libera da parte di Consob e Borsa Italiana nella giornata del 22 giugno, Radiocor riporta la copertura degli ordini il cui book è stato lanciato solo mercoledì scorso. L’approdo a Piazza Affari è previsto per metà della prossima settimana.

l tempi dello sbarco in Borsa per la società guidata dall’AD Paolo Dellachà sono quindi vicini. Ma balla ancora il giorno esatto del battesimo, dal momento che l’offerta – che si svolge tramite un collocamento privato, riservato esclusivamente ad investitori qualificati in Italia ed investitori istituzionali esteri – potrebbe concludersi in anticipo rispetto alla data prevista del 27 giugno. Attesa, dunque, per la diffusione del prezzo definitivo. La forchetta di prezzo è stata fissata tra i 13,5 euro e i 16,5 euro per azione, che porterebbero a una capitalizzazione finale tra 2,72 e i 3,28 miliardi. Anche per quanto riguarda la concentrazione degli ordini si registra un certo grado di incertezza, ma secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa una quota pari al 38% dell’offerta sarà coperta da cornerstone investor come la San Quirico dei Garrone-Mondini e 7-Industries Holding.

Malgrado i mercati siano in un momento complesso, la società ha voluto precisare la solidità della propria posizione in segmenti di mercato che vanno dalla produzione di elettrodi ai sistemi di trattamento delle acque. La storia e l’apprezzamento diffuso verso le attività aziendali sarebbero garanzie per gli investitori finanziari, secondo quanto espresso dal Cfo, Matteo Lodrini. In un’ottica di crescita, l’Ipo sarebbe il primo passo per puntare sull’M&A in futuro.

Le azioni oggetto di offerta sono in parte rinvenienti dall’aumento di capitale e in parte poste in vendita dalla famiglia De Nora e da Snam. Ma l’entrata in Borsa non stravolge l’assetto proprietario. La stessa famiglia De Nora sarà azionista di maggioranza, una quota dell’azienda attorno al 25% sarà di Snam mentre il flottante dovrebbe attestarsi a circa il 20%. Il board della società fa sapere che il 25% dei profitti sarà distribuito e, allo stesso tempo, illustra i numeri del primo trimestre del 2022. Il fatturato dell’azienda cresce del 79,8% rispetto a quello dell’anno precedente, toccando i 200 milioni. Salgono anche redditività (55 milioni) e backlog (613 milioni). La posizione finanziaria netta si attesta 196,5 milioni (1,2 volte l’Ebitda) — più bassa rispetto alla media delle realtà che operano nel campo della transizione energetica. Mentre il rapporto tra valore d’impresa ed Ebitda 2021 è pari a 26 volte.

L’amministratore delegato chiarisce la posizione dell’azienda nel settore delle rinnovabili ribadendo l’impegno a puntare verso l’idrogeno verde che è già alla base di un portafoglio ordini di oltre 2,5 GW. Ruolo altrettanto importante è quello giocato dalle partnership con ThyssenKrupp e Snam. Proprio con quest’ultima viene portato avanti il progetto per la prima gigafactory nazionale alimentata a idrogeno. Infine, fra gli investitori che sostengono l’ingresso in Borsa c’è anche San Quirico. Sebbene al momento l’holding dei Garrone-Mondini sia interessata unicamente all’attività finanziaria, Dellachà non esclude future collaborazioni.