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Mercato delle certificazioni

Bureau Veritas tratta fusione con SGS

Bureau Veritas ha confermato di essere in trattative con la svizzera SGS, numero uno nel settore delle ispezioni e delle certificazioni, per una possibile fusione. Insieme il valore di capitalizzazione di Borsa aggregato tra le due realtà supererebbe i 32 miliardi di euro.

La trattativa è stata incentivata dai principali azionisti delle due società Groupe Bruxelles Lambert, che detiene oltre di 19% di SGS, e Wendel, maggiore investitore di Bureau Veritas. L’ipotesi di aggregazione non risulta essere una novità, ma un tema ricorrente sul mercato, nonostante sia stato escluso da SGS in passato che temeva rischi di problematiche antitrust, associate alla creazione di posizioni dominanti in determinati mercati, in particolare nei test industriali.

Valutazioni attuali

Fino a ieri le azioni di SGS hanno subito una flessione superiore al 6% a Zurigo, mentre Bureau Veritas ha registrato un incremento di circa il 2% a Parigi. SGS aveva visto una crescita di oltre il 25% nel corso degli ultimi dodici mesi, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 17,6 miliardi di franchi svizzeri, pari a 18,73 miliardi di euro. Nello stesso periodo, Bureau Veritas ha ottenuto una performance simile, con una capitalizzazione di mercato di 13,5 miliardi di euro, portando ad un valore di capitalizzazione di Borsa aggregato di oltre 32 miliardi di euro.

Nel 2023, SGS ha generato ricavi per 6,6 miliardi di franchi, con un utile operativo di 971 milioni, mentre Bureau Veritas ha raggiunto un fatturato di 5,6 miliardi di euro, con un risultato operativo di 824,4 milioni di euro.

Rischi e possibilità

Nonostante le possibili complicazioni in termini di quote di mercato e le preoccupazioni per gli investitori legate all’incertezza legata a questioni di antitrust in alcuni mercati, possibile sovrapposizione di clienti e scommessa sull’integrazione organizzativa e culturale delle due società, stando ai commenti degli analisti di Bernstein, l’operazione ha in ogni caso una sua logica almeno “in linea di principio”, secondo quanto affermato da Rbc Capital Markets, e potrebbe essere una strategia difensiva per contrastare le condizioni di mercato più difficili, data l’attuale frammentazione del mercato globale dei test, delle ispezioni e delle certificazioni.