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Interviste

Banco Bpm, sette cantieri per portare i fattori ESG nel cuore della banca

Una governance chiara, con l’obiettivo di integrare le variabili ESG in tutti gli aspetti dell’attività della banca. L’istituto, che ha un DNA di banca popolare e quindi di attenzione e prossimità agli stakeholder, ha voluto imprimere un’accelerazione al proprio modello caratteristico, dando nuovo impulso al proprio impegno per la sostenibilità attraverso alcuni passi significativi.

Nel 2020, è stato creato il Comitato manageriale ESG, presieduto dall’Amministratore Delegato e a cui partecipa la prima linea manageriale della banca, e una struttura interna dedicata alla sostenibilità. E’ stato poi rafforzato il ruolo del Comitato Controllo Interno e Rischi sulle tematiche di sostenibilità che, per tale motivo, è stato ridenominato «Comitato Controllo Interno, Rischi e Sostenibilità». Nel 2021, sono stati inoltre avviati 7 cantieri di attività con l’intento di sviluppare l’integrazione dei temi ESG all’interno delle attività aziendali e nel business.

“Il 2020 è stato un anno drammatico che tuttavia ci ha offerto l’opportunità di riflettere sull’importanza e sull’urgenza di intervenire per il rispetto dell’ambiente e delle persone. Per il Gruppo Banco BPM è stato anche un banco di prova” osserva Liana Mazzarella, responsabile della sostenibilità di Banco BPM, “che ci ha permesso di valutare la resilienza del nostro modello di business, ha accelerato alcuni processi già in atto quali la digitalizzazione e il lavoro agile e ha dimostrato quanto le tematiche di salute e sicurezza e il coinvolgimento e senso di appartenenza del personale siano fattori di resistenza agli shock esterni. La vera sfida è ora guardare avanti e comprendere come le tematiche ESG possano renderci ancora più resilienti e competitivi. L’approccio a tali tematiche, infatti, non coinvolge solo la sfera etica del nostro ruolo, ma rappresenta una sfida importante sotto il profilo della competitività”.

La responsabile dell’area sostenibilità di Banco BPM è infatti convinta che i fattori ESG siano parti integranti del successo economico di un’azienda e in questa intervista a ESGnews spiega quali sono le ambizioni e gli obiettivi della terza banca italiana.

Liana Mazzarella, Responsabile Sostenibilità Banco BPM

Il 2020 è stato un anno importante per Banco Bpm, durante il quale è stata messa a punto la struttura demandata a sovraintendere le tematiche ESG. Com’è organizzato il vostro presidio interno sulla sostenibilità?

Nel 2020 abbiamo formalizzato la governance delle tematiche della sostenibilità, delle quali ci occupavamo da tempo. Grazie a un organismo consiliare, il “Comitato Controllo Interno, Rischi e Sostenibilità” al cui interno è stata nominata  Luigia Tauro quale referente per tali tematiche, e al Comitato manageriale ESG guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna e formato dai due condirettori generali e da quasi tutti i responsabili di prima linea della banca, possiamo beneficiare di un apporto trasversale delle varie funzioni e cogliere i diretti contributi che provengono dalle aree operative. Le tematiche ESG non sono infatti qualcosa di avulso da quelle economiche e il nostro obiettivo è arrivare a una vera osmosi di questi fattori nella strategia e nelle policy dell’istituto.

Quali sono state le prime iniziative concrete della nuova struttura?

Abbiamo definito la traiettoria di lavoro attraverso la predisposizione di sette cantieri nei vari ambiti chiave: Governance, People, Risk & Credits, Customers Business, Customers Wealth Management, Stakeholder Engagement & Measurement, Environment. I cantieri operano su 32 progetti e coinvolgono oltre 50 colleghi. Per quanto riguarda il cantiere Governance, l’obiettivo è integrare e definire responsabilità per le tematiche ESG all’interno di tutte le attività aziendali. Un contributo, in tal senso, è dato dal sistema di remunerazione variabile che è stato rafforzato con l’introduzione di specifici KPIs ESG.

Banco Bpm, anche per le origini di banca popolare, ha sempre avuto molta attenzione per i dipendenti. Come vi state muovendo sul tema del gender gap? Avete dei target?

Il rafforzamento della presenza femminile nelle posizioni manageriali del gruppo è uno dei nostri obiettivi. Abbiamo fissato un target preciso, che è un incremento del 33% del numero di donne con ruolo e responsabilità entro il 2023. Il raggiungimento di questo obiettivo passa anche attraverso una diffusione della cultura della parità di genere e per tale motivo ci stiamo impegnando su un programma denominato “Respect”. La finalità è attivare una riflessione sul tema del rispetto e favorire la crescita in ambito manageriale delle donne all’interno dell’azienda. In tal senso, abbiamo anche aderito all’iniziativa Minima Moralia, per un’adeguata rappresentatività delle donne fra i relatori nei convegni pubblici.

L’anima di banca popolare vi lega storicamente ai territori. Come influisce e vi connota questa radice distintiva nel rapporto con le comunità che fanno parte dei vostri stakeholder?

Il legame con il territorio è per Banco Bpm un aspetto molto importante, che si concretizza con una organizzazione commerciale disegnata sulle diverse Direzioni Territoriali e con una offerta non solo di prodotti e servizi finanziari, ma anche di iniziative di valore sociale. Solo per citarne una, segnalo l’importante impegno nell’ambito dell’educazione finanziaria attraverso eventi sia nelle filiali che nelle scuole, in modalità webinar nell’ultimo anno. Relativamente alle esigenze più strettamente sociali, le 6 Fondazioni del Gruppo operano su altrettanti territori con lo scopo di supportare le attività di tipo culturale, solidaristico e per le scuole.

Nel 2020, durante l’anno della pandemia, il Gruppo e le sue Fondazioni hanno supportato ospedali e altre strutture sanitarie, onlus attive nell’ambito dell’emergenza economica e sociale, scuole (oltre 400 istituti) per oltre 6 milioni di euro. Per rafforzare ulteriormente il legame con i diversi territori e coglierne gli aspetti più specifici, sono attivi sette comitati territoriali nelle aree più importanti della banca, a cui partecipano professionisti, imprenditori ed esponenti della società civile per un confronto con i manager territoriali della banca.

A tal proposito, ci tengo a evidenziare che tali comitati territoriali sono un utile strumento di confronto anche per le attività di stakeholder engagement della struttura Sostenibilità.

Le nuove linee guida per il 2020 sulle politiche di credito di Banco BPM hanno introdotto criteri ESG nella valutazione delle imprese e dei rischi, anticipando quanto indicato nel consultation paper dell’EBA. Quali sono i criteri utilizzati?

Lo sviluppo di politiche del credito con criteri ESG è una delle attività svolte all’interno dei cantieri , di cui abbiamo parlato prima. In particolare, stiamo lavorando per integrare le tematiche legate a clima e ambiente nei processi di valutazione del merito creditizio, uno dei principali target della nostra road map strategica e che risponde alle indicazioni della BCE. Tale lavoro è affiancato dallo sviluppo di norme sui cosiddetti settori controversi, come ad esempio quello degli armamenti, dove siamo già intervenuti con specifiche linee guida.

Avete già integrato i fattori ESG nei mutui. Ci sono altre novità in cantiere dal punto di vista dei prodotti?

I nostri mutui green hanno l’obiettivo di favorire la decarbonizzazione, premiando con uno sconto sul tasso di interesse i clienti che ristrutturano il proprio immobile per migliorarne la prestazione energetica e ridurre i consumi ed emissioni di CO2. L’offerta, che è valida sia sui mutui per l’acquisto o costruzione dell’immobile, sia su quelli per la ristrutturazione o acquisto e contestuale ristrutturazione, prevede che la clausola del “Green Factor” sia attivabile durante tutta la vita del mutuo, permettendo di risparmiare 10 punti base sul tasso contrattualizzato. Per ottenere questo premio basta presentare un certificato energetico (APE) prima e post lavori di efficientamento che dimostri che l’immobile così ristrutturato abbia guadagnato almeno 2 classi energetiche o abbia risparmiato almeno il 30% dei consumi.
Uno dei nostri sette cantieri è proprio focalizzato sull’offerta commerciale ed è stata in tal senso istituita una task force ESG nelle aree di business per il rafforzamento delle proposte. Tra gli altri prodotti che arricchiranno l’offerta vi saranno anche i green bond, destinati ad essere lanciati all’interno del nuovo framework già fissato.

Nel 2019 avete aderito alle rilevazioni effettuate dal CDP per la misurazione delle vostre emissioni e avete portato al 100% la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili. Avete in piano la Net Zero Emission? Che tipo di obiettivi pensate di porvi sotto il profilo della decarbonizzazione?

Abbiamo pianificato misure di efficientamento e risparmio per quanto riguarda gli Scope 1 e 2 e, su tale perimetro, definito l’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2023 tramite compensazione con forestazione.
Già oggi, il 100% dell’energia elettrica che acquistiamo proviene da fonti rinnovabili certificate. Pensiamo, attraverso azioni di efficientamento, di migliorare le nostre emissioni e compensare la quota rimanente attraverso piani di riforestazione così da arrivare a impatto zero. Ma non ci fermeremo qui. Stiamo già lavorando sulla metodologia per definire le metriche di misurazione degli impatti indiretti, ovvero lo Scope 3 di cui la parte più importante è rappresentata dall’attività di finanziamento. Si tratta di analizzare l’impatto dei nostri finanziamenti, in gran parte erogati alle medie imprese italiane e molte delle quali operano nei cosiddetti settori transitional, ovvero interessati dalla transizione verso una economia sostenibile.